Addio all’obbligo vaccinale per il personale della scuola. Dal primo settembre i docenti, i collaboratori scolatici e amministrativi “no vax” potranno tornare tranquillamente in aula. A confermarlo in queste ore è la nota del capo dipartimento del ministero dell’Istruzione Stefano Versari. Il braccio destro di Patrizio Bianchi in questa comunicazione inviata ai presidi chiarisce ciò che già era stato deciso: l’obbligo vaccinale era fino al 15 giugno. Lo stabilisce il Decreto Legge 24/2022 che da allora non è più stato toccato.
La lettera di Versari che trae spunto dalle linee guida emanate dall’Istituto superiore di sanità all’inizio del mese di agosto, è chiara: “Conseguentemente, al momento in cui si scrive, non sono rinvenibili i presupposti normativi per una rinnovata pianificazione, da parte di questo ministero destinata all’introduzione di misure di contrasto al Covid 19”. Una decisione che coinvolge, secondo l’ultimo report del ministero sui dati di andamento dell’epidemia datato 17 giugno scorso, meno dell’1% della vasta platea complessiva.
La scelta del Governo Draghi, tuttavia, torna a dividere il mondo della scuola. Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi di Roma, prende le distanze: “Queste linee guida sono un’interpretazione ottimistica. In questo momento c’è un liberi tutti e non possiamo fare altro che accettare queste decisioni. Ognuno si prenderà la sua responsabilità. Il rischio è che qualche docente non vaccinato possa venire contagiato da qualche studente, magari asintomatico. Quasi tutti i nostri ragazzi sono vaccinati e chi rischia sono quei pochi insegnanti non ancora immuni. In ogni caso, quando ci sarà il ritorno massiccio in classe a settembre degli studenti spero che si valuti la situazione attentamente e che ci vengano fornite indicazioni chiare e precise: presidi e insegnanti non possono trasformarsi in virologi”. Una valutazione che sposa l’appello di Alberto Villani, pediatra, ex membro del Comitato tecnico scientifico presieduto da Agostino Miozzo: “Auspico – spiega a Ilfattoquotidiano.it – che si continui ad avere sensibilità per la vaccinazione perché ancora oggi abbiamo più di cento morti al giorno. Sulle scelte politiche cerco di non intervenire ma da pediatra, da cittadino continuo a pensare che serva una maggiore educazione sanitaria per non gettare al vento quanto fatto fino ad oggi”.
Diversa la posizione della segretaria nazionale della Cisl Scuola Ivana Barbacci che prova a fare un ragionamento più amplio tenendo conto del fatto che –a detta sua – sarebbe assurdo che i no vax che per tutta l’estate sono andati ovunque ora non possano tornare a scuola: “Partiamo da un presupposto: il 99% dei docenti si è vaccinato e continuerà a farlo se vi sarà la possibilità. L’obbligo può tornare qualora le condizioni epidemiologiche lo richiedessero”. Barbacci punta il dito anche sul ministero della Salute e dei Trasporti. “Facciamo una tracciabilità reale senza accollare ai presidi il lavoro delle Asl”. E poi: “Se ci saranno dei problemi non sarà certo a causa della scuola che ha sempre fatto la sua parte ma dei trasporti che i ragazzi continueranno a prendere ammucchiandosi senza che nulla sia cambiato”.