Dalla ricerca dell’alloggio alla scelta della destinazione, fino alla compilazione del piano di studi: la procedura necessaria a partire per l’Erasmus+ può sembrare complessa e inaffrontabile, ma basta qualche trucco per completarla con successo. Troppo spesso i giovani universitari, complici la scarsa fiducia nelle proprie capacità e il poco tempo a disposizione, rinunciano a un’esperienza fondamentale per arricchire il proprio curriculum. Ovvero a un programma di mobilità studentesca che permette di passare un periodo (solitamente da 5 a 12 mesi) in un ateneo europeo. Ma esistono alcuni trucchi da seguire per completare l’iter necessario alla presentazione della propria candidatura. Li suggeriscono le diverse associazioni studentesche, come Erasmus Student Network, che affiancano gli universitari durante tutte le fasi organizzative del trasferimento all’estero. Se avete dubbi o domande o storie da raccontare scriveteci a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it: daremo spazio alle vostre voci e testimonianze.
Scegliere la meta – Un elemento da tenere in considerazione è l’area disciplinare dei propri studi (economica, linguistica ecc…). Questo, insieme alla lingua straniera conosciuta (l’inglese oppure il francese, o anche entrambe, altrimenti il tedesco e lo spagnolo), aiutano a restringere il campo e la lista delle città a cui poter aspirare.
Anche la media dei voti può aiutare nella scelta. Sul portale dove si effettua la domanda è visibile il numero di candidature presentate dagli studenti per una città nell’anno precedente. È necessario valutare questo fattore soprattutto nel caso in cui la propria media non fosse alta: se una città ha ricevuto molte candidature, probabilmente ci sarà qualcuno con una media superiore che avanzerà nella lista. Sempre se non si ha una media eccellente, è bene prestare attenzione al numero di persone che vengono accettate per quella destinazione (molto spesso non superano i 4 o 5 studenti e alcune destinazioni consentono di fare applicazione soltanto ad una persona). Se succede che il portale della propria università non rende visibili le candidature, è utile provare a confrontarsi con i propri compagni di corso: così si può capire quali siano le mete più gettonate ed eventualmente scartarle. Solitamente, è il caso delle capitali europee come Parigi oppure Madrid, conviene piuttosto prendere in considerazione le città più piccole che si trovano nelle vicinanze (ad esempio Brno, una città della Repubblica Ceca che si trova ad un paio d’ore dalla più gettonata Praga).
Se invece la media non è un problema, ma lo è la conoscenza di una lingua, è utile sapere che le certificazioni linguistiche (come Ielts o Cambridge) godono di un’alta reputazione, così come i corsi di laurea impartiti totalmente in lingua straniera. Chi è sicuro delle proprie capacità, ha un’ottima media e conosce perfettamente una lingua straniera può selezionare le proprie preferenze sulla base di altre caratteristiche. A questo proposito è molto utile consultare il sito dell’università straniera per capire se i corsi da frequentare sono in una succursale e quindi in una città diversa, più piccola e possibilmente scomoda da raggiungere rispetto a quella che ospita la sede principale (succede a studenti stranieri in Italia che restano delusi perché fanno domanda per l’Università di Bologna e poi vengono confinati a Forlì).
Compilare il Learning agreement (o piano di studi) – Il Learning agreement è il piano di studi che l’università partner deve approvare prima della partenza, ma si tratta di una bozza e non è definitivo. All’arrivo nella città straniera può essere modificato, anzi molte università offrono la possibilità di provare a seguire i corsi per alcune settimane e poi eventualmente modificarli o cancellarli dal proprio piano. Affinché venga riconosciuto il piano di studi stilato autonomamente, è necessario che le materie dell’università estera siano il più possibile pertinenti a quelle italiane. Alcune università straniere mettono a disposizione nella propria pagina una sezione dedicata agli studenti Erasmus che contiene gli esami sostenuti dagli esteri durante il periodo di mobilità.
Perché l’Erasmus sia riconosciuto, è richiesto il soddisfacimento di un numero minimo di esami da sostenere all’estero. A tal proposito è utile inserire un maggior numero di esami rispetto al minimo di crediti richiesti. Così se un esame non dovesse essere superato non si rischia di non farsi approvare l’esperienza.
Non solo, è bene inserire materie di classi antecedenti al proprio anno di studi, in modo che siano più semplici. Un ostacolo infatti è già rappresentato dalla lingua straniera. In Spagna, ad esempio, ci sono solo quattro anni di università e, per questo motivo, se in Italia si sta frequentando il quarto anno, non conviene inserire gli esami dell’ultimo anno nell’università straniera dal momento che potrebbe essere richiesto un livello superiore. Sicuramente bisogna fare attenzione alle materie e ai corsi che l’università offre già dalla scelta della destinazione: dal portale è visibile infatti l’area disciplinare dell’università partner, quindi è bene scegliere quella affiliata alla propria. Un’occhiata anche alla lingua in cui sono impartiti i corsi: molti Paesi offrono soltanto una minima parte di corsi in inglese, mentre molti sono impartiti nella lingua natia del luogo. È il caso del Portogallo ad esempio, dove molti corsi sono in portoghese e soltanto alcune materie sono offerte in inglese.
Durante la compilazione è utile tenere in considerazione che all’estero sono previsti molti esami parziali da sostenere nel corso di un semestre e solo un piccolo esame finale, al contrario dell’Italia che li racchiude tutti nel periodo della “sessione”. La mole di studio è anche meno corposa rispetto a quella a cui si è abituati e molte volte è sufficiente studiare dagli appunti. Per questo è richiesta costanza nello studio ed è obbligatorio frequentare le lezioni. Se un esame non viene superato c’è un solo appello per ogni test che non hai passato, alla fine del semestre.
Cercare l’alloggio – La ricerca dell’alloggio richiede parecchio impegno, ma è possibile essere supportati da agenzie immobiliari, siti internet, associazioni Erasmus (come appunto Esn) o social network. È sconsigliato partire senza avere una minima idea della propria sistemazione: disporre di un ambiente piacevole e accogliente è un fattore chiave della propria permanenza all’estero, soprattutto visto che non durerà solo qualche giorno. Per carità, esistono studenti che preferiscono vedere gli appartamenti o le stanze di persona per evitare di incappare in possibili truffe e per conoscere direttamente i possibili coinquilini. Ma, anche se l’idea può sembrare buona, in realtà richiede di affidarsi ad amici o a conoscenti che vivono già in quella città e, molto spesso, di adattarsi. Valutare diverse opzioni e comparare le diverse offerte è molto importante, come lo è non limitarsi a scegliere il primo appartamento “decente”. È bene chiedere informazioni su eventuali costi occulti e assicurarsi che l’alloggio si trovi in una zona sicura della città. Se alla fine non dovesse essere soddisfacente il posto affittato, è possibile spostarsi da qualche altra parte anche se questo può comportare la perdita della cauzione versata.
Alcune università straniere offrono un alloggio all’interno dei campus: i prezzi per questo tipo di soluzioni sono più abbordabili, ma si tratta di dormitori e, molto probabilmente, sarà necessario condividere la stanza con altre persone e quindi rinunciare a un po’ di privacy. Non è però sempre vero: a volte è possibile avere una stanza tutta per sé o addirittura un appartamento, dipende dalla città e dall’università. All’interno dei campus è facile fare conoscenza, ma è complicato trovare studenti internazionali, per lo più si tratta di autoctoni alle prese con i primi anni universitari. Questa opzione è utile per chi vuole concentrarsi sullo studio e vuole essere il più vicino possibile all’università.
Allo stesso tempo, esistono diversi siti internet (“Uniplaces” e “Erasmus.com” i più conosciuti) e spesso permettono di trovare alloggi in condivisione con altri studenti erasmus. Sui siti è possibile visionare una vasta gamma di immagini degli appartamenti e cominciare la ricerca con largo anticipo rispetto alla data di partenza. È importante sapere che sui siti non si trovano soltanto appartamenti gestiti da privati, ma anche da parte di agenzie. Una volta individuato quello ideale, basterà prenotarsi e accordarsi con chi di dovere. A questo punto la scelta è piuttosto personale: c’è chi preferisce recarsi sul posto per vedere l’appartamento qualche mese prima per poi fermarlo definitivamente; chi lo affitta senza osservarlo; chi richiede una visita in videochiamata. Per evitare di incappare in truffe è bene utilizzare siti sicuri e “tenere gli occhi aperti”, di solito quando si trovano foto di appartamenti nuovi e molto belli, in una posizione centrale della città e a prezzi stracciati è facile che si tratti di un imbroglio. Un modo per verificarlo è cercare le immagini dell’appartamento su internet e vedere se effettivamente corrisponde a quello di interesse oppure se si tratta di un appartamento “certificato“. Altra cosa consigliata è il pagamento in anticipo tramite PayPal, che in caso di truffa assicura un rimborso. Un’alternativa ai siti sono i gruppi su Facebook: sul social si trovano appartamenti gestiti da privati per cui è possibile avere uno scambio diretto con loro. Facebook offre molti spunti per chi è alla ricerca di una nuova casa all’estero e basterà una ricerca del tipo “Case o camere in affitto a Budapest”, per esempio.
Cercare la propria sistemazione tramite un’agenzia ha i suoi vantaggi, anche se richiede il versamento di una commissione per il servizio. Non si presenterà il problema delle immagini fuorvianti rispetto alle condizioni reali dell’appartamento caricate sui siti internet, dal momento che sarà l’agente in persona a verificarle. Inoltre l’agenzia è utile per rendersi conto del prezzo medio mensile degli affitti in città e di quello delle spese (per il gas, l’acqua calda, il riscaldamento e così via) per evitare i truffatori che si aggirano in rete, oltre che per alleggerirsi di responsabilità e di impegni.
Copertura sanitaria – Generalmente è sufficiente portare con sé la tessera sanitaria Team (ovvero la tessera europea di assistenza malattia) che è distribuita dal ministero della Salute e che permette di ricevere assistenza medica nei paesi Ue e in Svizzera durante i periodi di studio, lavoro o vacanza. È consigliato rivolgersi con anticipo alla propria Asl prima della partenza al fine di ricevere informazioni su documenti o modelli richiesti dall’Istituzione ospitante e, in particolare, per la copertura medica durante la permanenza nelle proprie strutture e per le procedure da seguire al fine di ottenere il rimborso delle spese mediche.
Gli studenti che partono per l’Erasmus, ma alla volta di destinazioni al di fuori dell’Unione Europea, devono sottoscrivere un’assicurazione privata oppure recarsi all’Asl.
Rinunciare all’Erasmus – Una cosa che non tutti sanno è che è sempre possibile rinunciare al proprio scambio, sia prima che dopo la partenza e anche dopo aver dichiarato il rientro, attraverso il portale dove è stata effettuata la candidatura al bando. Prima della partenza è necessario richiedere all’ufficio Erasmus della sede ospitante il rilascio del “certificato di periodo”, che attesta ufficialmente la data di inizio della mobilità. Ma è possibile scaricare il modulo anche dal portale dove è stata presentata la candidatura. Alla fine dell’esperienza, che può essere in qualsiasi momento, è necessario richiedere il certificato di fine periodo dove verrà riportata la data ufficiale ed effettiva della conclusione dell’esperienza, oppure utilizzare il modulo scaricabile definito “comunicazione di rientro”.
Se lo studente che rinuncia ha già ricevuto la borsa di studio, è obbligato alla restituzione integrale. Solitamente l’università richiede il rimborso via mail, inviando i dettagli per il pagamenti. Attenzione, però, perché non si può tornare indietro: la rinuncia è un atto irrevocabile. Una volta formalizzata, non vengono più accolte le richieste di ripristino dello status di studente Erasmus.