“Caro Segretario”. Inizia così la lettera che nei giorni scorsi alcuni circoli Pd di Bologna hanno inviato a Enrico Letta per esprimergli “il profondo disagio” causato dalla candidatura di Pierferdinando Casini nel collegio del capoluogo emiliano. Una scelta che era già stata fatta nel 2018 dall’allora segretario Renzi e che era stata vissuta “come un’umiliazione cocente” dalla base. Quattro anni dopo è cambiato il segretario ma non è cambiata la situazione. Casini sarà ancora candidato. “Speravamo di non dovere più avere questa discussione” spiega Claudio Mazzanti, consigliere comunale Pd a Bologna che ricorda, non senza ironia, che in questo quartiere “si è abituati ad avere discussioni di un certo peso”. Qui, una domenica mattina del novembre 1989 Achille Occhetto annunciò la fine del Pci. Oggi la base è in fermento dopo la scelta della direzione nazionale del partito di candidare Casini proprio in questo collegio. Secondo Mazzanti in una realtà come quella bolognese la candidatura di Casini può essere vista come “l’espressione di un centro ex democristiano che non raffigura la mentalità maggioritaria nel nostro territorio”.

Un pensiero condiviso anche da un altro militante Cosimo Torre: “Per me è una scelta sbagliata perché guarda al centro e non a quella parte di astenuti che potevano tornare a votare alla luce del programma che abbiamo messo in campo”. Nei giorni scorsi al circolo della Bolognina sono arrivate tante telefonate che chiedevano spiegazioni. Un malessere che ha trovato spazio nella lettera scritta dall’Unione Pd Navile e condivisa anche da altri circoli della città. “Certo, Casini non è stato un problema in questa legislatura, ma a Bologna la sua storia ha rappresentato le posizioni più retrive contro i diritti, le uguaglianze, le politiche delle donne” si legge ancora nella lettera alla quale il segretario Dem ha risposto sulle colonne di Repubblica. La risposta è stata soddisfacente? “Abbiamo compreso ma non abbiamo digerito – spiega la segretaria dell’Unione Pd Navile che però subito precisa – da oggi faremo la campagna elettorale per tutti i nostri candidati”. E dal 26 settembre si farà qualche riflessione? “Non è il momento di parlare di congresso – conclude la segretaria – adesso è l’ora di combattere e vincere”. L’avversario del PD rimane la destra. “In una situazione del genere con una destra reazionaria e fascistoide non ho problema a votare anche per Casini” spiega un altro militante storico, Maurizio. Quello che conta è il programma. “Nessuno deve restare indietro e le persone devono essere accolte – spiega Giulia Caciolli, responsabile organizzativa del Pd metropolitano di Bologna – lavoro, salari, ambiente e donne: sono temi che fanno parte del nostro Dna”. “Si punta a sinistra” conclude il segretario del circolo Mario Oliva. A sinistra con Casini? “Noi puntiamo a sinistra e spero che alcune cose le capirà anche lui”.

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