“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. La intonava per la prima volta nel ’91 Antonello Venditti, ora la potrebbe tranquillamente cantare Antonio Giovinazzi. Perché il suo amore per la F1 c’è sempre stato, anche quando quest’anno ha dovuto salutare i V6 turbo-ibridi per correre con la monoposto elettrica del team Dragon in Formula E. Il suo obiettivo l’aveva dichiarato già nel 2021 — “Voglio tornare nel Circus, quando ce ne sarà opportunità” —, una volta che il suo ex team principal, Frédéric Vasseur, l’aveva cacciato (malamente) dal team Alfa Romeo-Sauber comunicandogli la decisione solo prima del weekend brasiliano di Interlagos, nel quartultimo appuntamento della stagione. Terzo pilota Ferrari dal 2017, portato dall’allora presidente Sergio Marchionne, proprio il team di Maranello lunedì mattina ha dato l’annuncio ufficiale: il pugliese svolgerà sulla Haas VF-22 le prime libere a Monza e Austin.
Giovinazzi sogna il ritorno, a fine stagione che fa Mick Schumacher?
Giovinazzi sarà dunque in pista venerdì 9 settembre e 21 ottobre nei GP d’Italia e del ‘Cota’ di Austin (Texas). Potrà tornare a riassaporare quelle emozioni che aveva dovuto mettere da parte lo scorso dicembre dopo Abu Dhabi, mettendo fine al rapporto col team Sauber dopo tre stagioni (dal 2019 al 2021), 62 gare e 21 punti iridati. Per i due appuntamenti, Kevin Magnussen e Mick Schumacher si alterneranno nel lasciare il loro sedile al pilota di Martina Franca, che ora sogna un ritorno in Formula 1. Intanto, ci sarà quello con la Haas, team in cui il pugliese aveva già disputato sette sessioni di FP1 nel 2017. Sarà poi interessante capire verso fine stagione se arriverà il rinnovo di Mick Schumacher — prima dell’annuncio di Fernando Alonso in Aston Martin, dato tra i possibili sostituti del quasi ritirato Sebastian Vettel — o meno, in tal caso per Giovinazzi potrebbero esserci alcune possibilità.
Dalla paura da piccolo per il rumore del kart, all’esordio in F1
Sulle due libere che svolgerà in pista di Giovinazzi, il team principal Haas, Gunther Steiner, ha motivato la scelta come “decisione della Ferrari, che desiderava dargli un po’ di opportunità in F1 su monoposto con le specifiche attuali (a effetto-suolo, ndr) in un fine settimana di gara”. Mentre il 28enne definisce la possibilità, nel comunicato di Maranello, “il modo migliore per essere pronti se dovessi essere chiamato da riserva”. Un giusto riconoscimento per una pilota che da piccolo si spaventò sentendo per la prima volta il rumore di un kart 50 cc, che piangeva dietro alla porta della camera di papà Vito e mamma Anna se non lo portavano a correre. Un uomo, prima che una guida, rispettatissimo da tutti in Alfa Romeo, mai critico e sempre in difesa del team nonostante tanta sfortuna e i vari errori di strategia e nei pit-stop nel 2021 — vedasi ad esempio Bahrain o Barcellona (la gomma nuova sgonfia) —, capace con ottime prestazioni di andare a punti a Montecarlo e a Jeddah (in Arabia Saudita facendolo già da esonerato). Nel 2020, nell’anno del Covid, ci era riuscito al via e in Austria a luglio, prima di Nurburgring e Imola. Non dimenticando il suo esordio ufficiale in F1: nel marzo 2017, in Australia, in sostituzione di Pascal Wehrlein (che aveva problemi alla schiena), per conquistarsi, sempre con la Sauber, un ottimo 12esimo posto finale.
L’allontanamento dall’Alfa Romeo per “motivi politici”, tutta colpa di Zhou
Giovinazzi ritorna per trovare il riscatto dopo quanto accaduto nel 2021: il suo allontanamento per lasciare il posto in Alfa Romeo al cinese Guanyu Zhou, proveniente dalla F2 e con 60 milioni circa portati al team di Hinwil tramite la Federazione automobilistica cinese. Il pugliese se è andato zitto, senza lamentarsi, mentre allora, in pieno weekend di Interlagos, è esplosa la rabbia da parte dei tifosi italiani e non, sostenitori del 28enne, che hanno criticato la Sauber per l’operazione. Mattia Binotto e la Ferrari hanno sempre considerato Giovinazzi, che se tornerà in F1 però potrà farlo solo al posto di Mick Schumacher, suo compagno nella Driver Academy di Maranello. Va ricordato inoltre che proprio la Rossa ha la possibilità di scegliere un nome per un sedile nel team Haas.
Schumacher, ancora nessuna novità sul rinnovo con la Haas
Se l’anno scorso gli alibi erano avere un compagno di box più lento (l’odiatissimo Nikita Mazepin) e un’auto poco affidabile, quest’anno Mick, figlio di Michael Schumacher, non ha scusanti. Tornato in F1 al posto di Mazepin e a inizio stagione, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, il danese Kevin Magnussen ha tuttora 10 punti in più del tedesco (22-12) su una monoposto, la VF-22, più competitiva e spesso a punti rispetto al 2021. I primi per Mick sono arrivati a Silverstone, gli altri nel successivo appuntamento di Zeltweg. I risultati del finale di stagione, quindi, ci diranno di più riguardo a un pilota spesso criticato da Steiner per aver distrutto troppe volte l’auto con incidenti (come a Jeddah o Montecarlo), mettendo più volte in difficoltà la squadra nel rispetto dei valori del budget cap. Proprio il suo team principal, ultimamente, ha detto di “non aver affrontato con Mick il discorso rinnovo”, sottolineando poco tempo prima che “non basterà solo fare punti” per conquistarselo, ma che sarà importante “vedere come sarà la sua crescita, come affronterà le sfide, il modo in cui porterà a casa punti e il livello di prestazioni che riuscirà a mostrare”.