I contraccolpi della crisi energetica europea e dei conseguenti rischi di recessione si fanno sentire sui mercati finanziari. In negativo tutte le borse del Vecchio Continente, con Milano (- 2,1%) e Francoforte (2,2%) più penalizzate a causa della forte dipendenza di Italia e Germania dalle forniture russe. Le flessioni sono comunque generalizzate e coinvolgono anche gli indici statunitensi. L’euro scende sotto la parità con il dollaro su valori che non si vedevano dal 2002. Si allarga lo spread, ossia il differenziale di rendimento tra un titolo di Stato decennale tedesco ed uno italiano.
Un rendimento in salita (e una discesa del prezzo) riflettano un aumento della percezione di rischiosità per un determinato investimento. Un Btp decennale paga oggi il 3,59%, lo 0,1% (10 punti base) in più rispetto alla chiusura di venerdì. Salgono, ma meno, anche i rendimenti dei bund tedeschi: + 0,06% a 1,29%. Lo spread si amplia quindi a 230 punti. I decennali francesi pagano l’1,87% (+ 0,07%), gli spagnoli il 2,46% (+ 0,08%). Lo spread è ai massimi da fine luglio mentre il rendimento dei Btp è al livello più alto dallo scorso 22 giugno. Giovedì prossimo si aprono gli annuali incontri di banchieri centrali ed economisti a Jackson Hole, località montana del Wyoming statunitense. Si attendono indicazioni dal governatore della Federal Reserve americana Jay Powell su nuovi rialzi dei tassi per contrastare l’inflazione.