Televisione

Meloni e Letta dicono “no” al confronto a quattro da Enrico Mentana. Sì al ‘duello’ da Vespa. Il direttore del TgLa7: “Manca un mese”

"Apprendo da un'intervista di Bruno Vespa che da tempo Letta e Meloni lavorano a un accordo per fare un confronto da soli, a lume di candela, in prima serata in Rai, servizio pubblico", il commento su Facebook di Giuseppe Conte. Dubbi espressi anche da Matteo Salvini: "Credo che gli italiani abbiano il diritto di valutare tutte le idee dei partiti, e quindi auspico un dibattito con le principali forze politiche e i loro leader

di Giuseppe Candela

Giovedì 22 settembre Enrico Letta e Giorgia Meloni si confronteranno in tv, uno spazio di un’ora in prima serata su Rai1 moderato da Bruno Vespa. Uno speciale di “Porta a Porta” che ospiterà anche altri leader politici ma senza faccia a faccia, nessun intervento a quattro, come proposto da Carlo Calenda, con il coinvolgimento del Terzo Polo (Azione e Italia Viva) e il Movimento 5 Stelle.

“Noi siamo pronti a ospitare in prima serata venerdì 23 settembre i leader dei quattro poli per un confronto finale. Se vorranno, sarà diretto”, la proposta immediata di Enrico Mentana. Offerta accolta con entusiasmo da Calenda e Conte, bocciata sul nascere dal Partito Democratico e Fratelli d’Italia. “La polemica sui confronti mi pare posta male e non mi ci infilo. Non credo mancherà nessuna possibilità per gli italiani in questo mese per capire le differenti posizioni”, il commento di Enrico Letta a Radio24. Parole ancora più chiare arrivate a stretto giro da Monica Nardi, portavoce del leader democratico: “Da Enrico Letta nessun via libera al confronto a quattro. Il segretario Pd ha detto che semplicemente che nel corso della campagna elettorale ci saranno certamente occasioni per confrontare le distinte proposte dei partiti rivolti al paese. Nulla di più.”

“E ne vanno anche fieri. Ripeto Letta questa roba insegnavi in Francia? Che i confronti si fanno a la carta? Che così si conduce una campagna elettorale in una democrazia? Comprendo il timore, ma ti tocca Enrico. Ti tocca”, la replica di Calenda via Twitter. Una chiusura anche da Fratelli d’Italia, un no comunicato di fatto da Ignazio La Russa: “Un confronto a due è molto chiaro, riguarda i primi partiti. Quando invece superi la soglia di due, il numero tende all’infinito. Ci dovresti mettere anche Paragone, Fratoianni, etc.”

“Contrariamente a quel che leggo, fino ad ora le risposte che sono arrivate al nostro invito di ieri per il confronto elettorale del 23 settembre sono solo positive – ha spiegato Mentana sui social in mattinata – dopo il deposito delle liste sarà giusto dare una risposta anche alla legittima richiesta di altri soggetti a essere presenti in quella data. Faccio notare peraltro che manca ancora più di un mese, e che di mezzo c’è per noi come per tutti da ascoltare il parere dell’Autorità Garante delle Comunicazioni”

Intervento dell’AgCom richiesto da Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva ed esponente della Vigilanza Rai: “Se ne parla da 24 ore ma l’Agcom non si è degnata di fare neanche un comunicato, a che serve questa costosissima Authority se invece di esercitare la propria funzione sta in ferie a oltranza?”. A distanza di ore arriva la risposta dell’autorità chiamata in causa: “Nella prossima riunione, già convocata per mercoledì 24 l’Agcom esaminerà i dati di monitoraggio riferiti alla campagna elettorale e gli esposti e le segnalazioni pervenute.”

Il confronto è ormai un caso politico e c’è chi come Clemente Mastella minaccia addirittura lo sciopero della fame: “Continua la petulante insistenza di alcuni segretari di partito di monopolizzare i dibattiti televisivi. Abbiamo prodotto ricorso agli organi competenti per evitare un ennesimo scempio democratico, uno tra i tanti di questa singolare campagna elettorale. Gli spazi dovrebbero essere dati in più a chi non ha ministri che pur dimissionari continuano a frequentare le tv impazzando dovunque. Le ragioni della democrazia impongono parità di accesso. Inizierò uno sciopero della fame se le regole dovessero essere disattese”, si legge in una nota del segretario nazionale di Noi Di Centro.

Dubbi espressi anche da Matteo Salvini: “Credo che gli italiani abbiano il diritto di valutare tutte le idee dei partiti, e quindi auspico un dibattito con le principali forze politiche e i loro leader. In un confronto con la presenza di Letta, magari potrei sperare di avere qualche risposta sui vergognosi candidati del Pd che insultano Israele e sulle imbarazzanti risse nel Pd di Roma (c’entrano le polizze assicurative da far stipulare al Campidoglio?). Potremmo anche parlare, finalmente, dei programmi: Flat Tax, Quota41, pace fiscale, energia e nucleare, sicurezza e immigrazione, caro bollette e potere d’acquisto. Io ci sono. E gli altri?“, dice invece il leader della Lega.

“Apprendo da un’intervista di Bruno Vespa che da tempo Letta e Meloni lavorano a un accordo per fare un confronto da soli, a lume di candela, in prima serata in Rai, servizio pubblico”, il commento su Facebook di Giuseppe Conte. E “questo accordo – aggiunge – è stato evidentemente portato avanti escludendo le altre forze politiche fra cui la mia, il Movimento 5 Stelle, che è numericamente il secondo gruppo del Parlamento.”

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