Il pericolo riguarderebbe l'impossibilità di gestire eventuali fuoriuscite di radiazioni e incendi
Nuovi bombardamenti nella regione di Zaporizhzhia e nuovo scambio di accuse fra Mosca e Kiev. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Tass, le truppe ucraine hanno bombardato l’area di Enerhodar, nella parte nord occidentale di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa. Un civile sarebbe stato ucciso. “I militanti di Zelensky stanno attaccando Enerhodar con l’artiglieria pesante! Sono stati registrati attacchi nell’area con armi di artiglieria a lungo raggio americane, un civile è stato ucciso, un altro ha ricevuto una ferita da schegge al petto, medici specialisti stanno combattendo per la sua vita”, ha scritto Vladimir Rogov, membro del consiglio principale dell’amministrazione militare-civile della regione, sul suo canale Telegram. Kiev, dal canto suo, accusa Mosca del bombardamento di sei insediamenti sempre nella regione di Zaporizhzhia. “I bombardamenti russi hanno danneggiato le infrastrutture civili a Hulyaipole, Orihiv, Preobrazhenka, Mala Tokmachka, Omelnyk e Tavriyske nell’oblast di Zaporizhia”, ha affermato la polizia nazionale citata da Kiev Indipendent.
Questa mattina, Energoatom, il gestore ucraino della centrale al centro dell’attenzione di tutto il mondo, ha denunciato la situazione precaria in cui si trova oggi l’impianto. “La centrale opera con il rischio di violare gli standard di sicurezza relativi a radiazioni e incendi“, ha dichiarato l’azienda in una nota. In poche parole, si è sul filo del rasoio, il sistema di sicurezza potrebbe non riuscire a gestire eventuali problemi all’impianto.
Il tutto avviene a pochi giorni dall’anniversario dell’Indipendenza dell’Ucraina dall’ex Unione Sovietica che ricorre il 24 agosto e che coincide con i sei mesi dall’inizio della guerra. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha messo in guardia su possibili attacchi missilistici da parte di Mosca e che ci si aspetta possano avvenire proprio in quei giorni. “Qualcosa di particolarmente brutto potrebbe succedere”, ha detto ieri Zelensky in uno dei suoi messaggi. In quei giorni sono vietati tutti gli eventi pubblici e le manifestazioni a Kiev.
L’amministrazione militare della capitale ucraina, infatti, ha firmato un decreto con il quale ha stabilito che da oggi a giovedì sono vietate le riunioni di grandi gruppi, mentre i dipendenti degli uffici governativi sono stati invitati a lavorare da casa. Non solo missili, però. L’allerta riguarda anche la possibilità che in quei giorni, i russi possano lanciare nuovi attacchi hacker, come denunciato dal Servizio Statale ucraino per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni. “Ci aspettiamo un aumento degli attacchi degli occupanti alla vigilia e nel giorno della celebrazione della la festa nazionale più importante per gli ucraini: il Giorno dell’Indipendenza. E non solo sul campo di battaglia, ma anche nel cyberspazio“, si legge nel messaggio dell’agenzia statale.
Nel frattempo Mosca parla con i suoi partner internazionali. Il ministro degli Esteri siriano Faysal al Miqdad, infatti, è atteso a Mosca nei prossimi giorni per colloqui col suo collega russo Sergej Lavrov. Oltre alla guerra in Ucraina, i diplomatici discuteranno dell’eventuale riavvicinamento tra il governo di Damasco e quello turco, dopo le aperture avvenute nei giorni scorsi da esponenti del governo di Ankara dopo più di undici anni di conflitto armato in Siria.
Oggi invece, Lavrov ha incontrato a Mosca il ministro dell’interno serbo, Aleksandar Vulin, durante il quale è stato ribadito lo stretto legame fra Serbia e Russia, soprattutto in relazione alla guerra in Ucraina. Vulin, infatti, ha sottolineato come sia stato l’unico Paese in Europa a non aver imposto sanzioni a Mosca. D’altronde i due Paesi si danno reciprocamente manforte nei consessi internazionali, appoggiando i dossier ai quali ciascuno tiene di più. Se da una parte la Serbia non ha aderito alle sanzioni imposte a Mosca, diventando così l’unico Paese in Europa a non voltare le spalle a Putin a seguito della guerra in Ucraina, dall’altro la Russia ha preso una posizione contraria al riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo.