Nel corso del 2022 la Turchia ha raddoppiato le importazioni di petrolio russo, compensando almeno in parte i minori flussi diretti verso altri paesi. È quanto scrive l’agenzia Reuters citando i dati della società di analisi dati Refinitiv. Più in generale sono aumentati sensibilmente gli scambi tra Mosca ed Ankara anche in virtù di nuovi accordi di collaborazione. La Turchia, che non applica sanzioni alla Russia, viene usata anche da aziende europee per aggirare le sanzioni. Sospetto in tal senso anche il boom di esportazioni italiane verso la Turchia segnalate dall’Istat nelle ultime rilevazioni.

Limitatamente al petrolio la Turchia ha portato il suo import dalla Russia sopra i 200mila barili al giorno, oltre il doppio rispetto ai 98mila dello stesso periodo del 2021. Le principali raffinerie turche, Tupras e Socar Star hanno incrementato sensibilmente l’utilizzo di greggio russo a scapito di quello proveniente dal mare del Nord, dall’Iraq e dal Nord Africa. Star compra 90mila barili di greggio al giorno dalla Russia contro i 48mila di un anno fa. L’impianto di Tupras 111mila barili contro 45mila del periodo gennaio agosto del 2021. Il petrolio russo viene venduto a “sconto” rispetto alle attuali condizioni di mercato assicurando a chi lo raffina maggiori profitti dalla vendita dei prodotti ottenuti.

Pochi giorni fa si è svolto un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente turco Tayyip Erdogan per sviluppare la collaborazione tra i due paesi. Mosca ha assicurato anche un sostegno di natura finanziaria alla Turchia, alle prese con un’inflazione all’80% e alla ricerca di valuta estera. Il ruolo della Turchia, insieme a quello di Cina ed India, nel sostenere la domanda di petrolio russo era stata evidenziata anche nell’ultimo rapporto mensile dell‘Agenzia internazionale dell’energia.

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