Anche la Russia ammette che l’avanzata delle proprie truppe in Ucraina è rallentata. A dichiararlo è stato il ministro della Difesa, Serghej Shoigu, giustificando la frenata con la volontà di limitare al massimo il numero delle vittime civili causate dai combattimenti: “Stiamo rispettando rigorosamente le norme del diritto umanitario nel corso dell’operazione speciale. I nostri attacchi sono sferrati da armi a guida di precisione su elementi dell’infrastruttura militare delle forze armate ucraine, come posti di comando, aeroporti, depositi, fortificazioni o impianti di difesa. Viene fatto di tutto per evitare vittime civili. Ovviamente, questo sta rallentando il ritmo della nostra offensiva, ma lo stiamo facendo apposta”, ha detto mettendosi in contrapposizione all’esercito ucraino che, a suo dire, usa “tattiche da terra bruciata, calpestano le norme internazionali e comportandosi come terroristi“. Intanto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in occasione del 31esimo anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina e a sei mesi esatti dall’inizio del conflitto, ha ribadito che “è necessario continuare a fornire assistenza militare all’Ucraina, ma l’inverno si avvicina, sarà dura, e l’Europa pagherà un prezzo per il suo sostegno a Kiev”.
Il principale sostenitore della causa ucraina rimangono gli Stati Uniti. Joe Biden ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da quasi 3 miliardi di dollari: “Sono orgoglioso di annunciare la nostra tranche più grossa di assistenza alla sicurezza fino ad oggi, pari a circa 2,98 miliardi di dollari in armi ed equipaggiamenti, da far pervenire attraverso la Ukraine Security Assistance Initiative”. E la sua amministrazione ha anche lanciato un avvertimento alla seconda potenza della Nato, la Turchia, che in questi mesi ha continuato ad avvicinarsi sempre più a Mosca, prima rifiutandosi di imporre delle sanzioni legate all’invasione e poi instaurando una collaborazione che l’ha portata a ritagliarsi il ruolo di mediatore tra le parti in conflitto. Oggi Washington ha messo in guardia imprese e istituzioni finanziarie turche contro “l’accresciuto rischio” di sanzioni americane se intrattengono rapporti con Mosca. Il monito è contenuto in una lettera del Tesoro Usa rivelata dal Wall Street Journal e confermata dalla Tusiad, una delle due organizzazioni imprenditoriali turche cui è indirizzata. Il segretario aggiunto del dipartimento, Adewale Adeyemo, richiama l’attenzione sui “tentativi della Russia di utilizzare” Ankara “per eludere le sanzioni” e quindi lancia un avviso a chi si presta a questo gioco: “Le imprese turche non possono aspettarsi di fare commercio con individui o entità russe sanzionati e di mantenere legami con gli Stati Uniti. Le banche turche non possono sperare di avere legami con le banche russe sanzionate e conservare le loro relazioni con le banche mondiali e avere accesso ai dollari americani”.
Questo ruolo di grande potenza a sostegno di Kiev mette gli Usa al centro delle critiche di Mosca che proprio con Shoigu accusa il Pentagono di aver “finanziato oltre 30 laboratori ucraini dove sono state sviluppate componenti di armi biologiche“. La Tass scrive che Shoigu ha anche accusato l’Occidente di usare l’Ucraina come “strumento di guerra ibrida” contro la Russia, ribadendo concetti già espressi, come quello secondo cui le armi fornite dall’occidente a Kiev prolungano la guerra e moltiplicano il numero delle vittime.
Non è dello stesso avviso, ovviamente, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che oggi, nel videomessaggio pubblicato in occasione dei festeggiamenti, ha dichiarato che l’obiettivo di Kiev non è più la pace, ma la vittoria sul nemico: “Qual è la fine della guerra per noi? Prima dicevamo la pace. Ora diciamo la vittoria”. L’Ucraina, ha aggiunto, “si batterà fino alla fine” contro l’aggressore russo e “non farà alcuna concessione o compromesso con il nemico. Non ci importa che esercito abbiate, ci interessa solo della nostra terra. Combatteremo per essa fino alla fine”. Inclusi i territori in mano alle milizie filorusse già dal 2014: “Il Donbass è Ucraina e vi faremo ritorno, qualunque sia il percorso. La Crimea è Ucraina. E vi faremo ritorno. Qualunque sia il percorso. Non volete che i vostri soldati muoiano? Liberate le nostre terre. Non volete che le vostri madri piangano? Liberate le nostre terre. Queste sono le nostre condizioni semplici e chiare”.
Intanto dalla Russia arrivano notizie sulla repressione nei confronti degli oppositori all’invasione. L’ex sindaco di Ekaterinburg, Yevgeny Roizman, è stato fermato dalla polizia russa che ha avviato delle perquisizioni, come ha riferito all’agenzia Interfax l’assistente del politico, Leila Guseinova. Sempre secondo l’agenzia, Roizman ha detto di essere accusato di “discredito delle forze armate” per una frase sull’Ucraina invasa dalle truppe russe e che si aspetta di essere portato a Mosca.
Mondo
Anche la Russia ammette che l’avanzata è rallentata. Shoigu: ‘È per limitare le vittime’. Nato: ‘Sostegno a Kiev, ma l’inverno sarà duro’
Il principale sostenitore della causa ucraina rimangono gli Stati Uniti. Joe Biden ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da quasi 3 miliardi di dollari. Washington avverte la Turchia: "Accresciuto rischio" di sanzioni se intrattengono rapporti con Mosca. Mosca risponde: "Gli Usa hanno finanziato oltre 30 laboratori ucraini dove sono state sviluppate componenti di armi biologiche"
Anche la Russia ammette che l’avanzata delle proprie truppe in Ucraina è rallentata. A dichiararlo è stato il ministro della Difesa, Serghej Shoigu, giustificando la frenata con la volontà di limitare al massimo il numero delle vittime civili causate dai combattimenti: “Stiamo rispettando rigorosamente le norme del diritto umanitario nel corso dell’operazione speciale. I nostri attacchi sono sferrati da armi a guida di precisione su elementi dell’infrastruttura militare delle forze armate ucraine, come posti di comando, aeroporti, depositi, fortificazioni o impianti di difesa. Viene fatto di tutto per evitare vittime civili. Ovviamente, questo sta rallentando il ritmo della nostra offensiva, ma lo stiamo facendo apposta”, ha detto mettendosi in contrapposizione all’esercito ucraino che, a suo dire, usa “tattiche da terra bruciata, calpestano le norme internazionali e comportandosi come terroristi“. Intanto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in occasione del 31esimo anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina e a sei mesi esatti dall’inizio del conflitto, ha ribadito che “è necessario continuare a fornire assistenza militare all’Ucraina, ma l’inverno si avvicina, sarà dura, e l’Europa pagherà un prezzo per il suo sostegno a Kiev”.
Il principale sostenitore della causa ucraina rimangono gli Stati Uniti. Joe Biden ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da quasi 3 miliardi di dollari: “Sono orgoglioso di annunciare la nostra tranche più grossa di assistenza alla sicurezza fino ad oggi, pari a circa 2,98 miliardi di dollari in armi ed equipaggiamenti, da far pervenire attraverso la Ukraine Security Assistance Initiative”. E la sua amministrazione ha anche lanciato un avvertimento alla seconda potenza della Nato, la Turchia, che in questi mesi ha continuato ad avvicinarsi sempre più a Mosca, prima rifiutandosi di imporre delle sanzioni legate all’invasione e poi instaurando una collaborazione che l’ha portata a ritagliarsi il ruolo di mediatore tra le parti in conflitto. Oggi Washington ha messo in guardia imprese e istituzioni finanziarie turche contro “l’accresciuto rischio” di sanzioni americane se intrattengono rapporti con Mosca. Il monito è contenuto in una lettera del Tesoro Usa rivelata dal Wall Street Journal e confermata dalla Tusiad, una delle due organizzazioni imprenditoriali turche cui è indirizzata. Il segretario aggiunto del dipartimento, Adewale Adeyemo, richiama l’attenzione sui “tentativi della Russia di utilizzare” Ankara “per eludere le sanzioni” e quindi lancia un avviso a chi si presta a questo gioco: “Le imprese turche non possono aspettarsi di fare commercio con individui o entità russe sanzionati e di mantenere legami con gli Stati Uniti. Le banche turche non possono sperare di avere legami con le banche russe sanzionate e conservare le loro relazioni con le banche mondiali e avere accesso ai dollari americani”.
Questo ruolo di grande potenza a sostegno di Kiev mette gli Usa al centro delle critiche di Mosca che proprio con Shoigu accusa il Pentagono di aver “finanziato oltre 30 laboratori ucraini dove sono state sviluppate componenti di armi biologiche“. La Tass scrive che Shoigu ha anche accusato l’Occidente di usare l’Ucraina come “strumento di guerra ibrida” contro la Russia, ribadendo concetti già espressi, come quello secondo cui le armi fornite dall’occidente a Kiev prolungano la guerra e moltiplicano il numero delle vittime.
Non è dello stesso avviso, ovviamente, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che oggi, nel videomessaggio pubblicato in occasione dei festeggiamenti, ha dichiarato che l’obiettivo di Kiev non è più la pace, ma la vittoria sul nemico: “Qual è la fine della guerra per noi? Prima dicevamo la pace. Ora diciamo la vittoria”. L’Ucraina, ha aggiunto, “si batterà fino alla fine” contro l’aggressore russo e “non farà alcuna concessione o compromesso con il nemico. Non ci importa che esercito abbiate, ci interessa solo della nostra terra. Combatteremo per essa fino alla fine”. Inclusi i territori in mano alle milizie filorusse già dal 2014: “Il Donbass è Ucraina e vi faremo ritorno, qualunque sia il percorso. La Crimea è Ucraina. E vi faremo ritorno. Qualunque sia il percorso. Non volete che i vostri soldati muoiano? Liberate le nostre terre. Non volete che le vostri madri piangano? Liberate le nostre terre. Queste sono le nostre condizioni semplici e chiare”.
Intanto dalla Russia arrivano notizie sulla repressione nei confronti degli oppositori all’invasione. L’ex sindaco di Ekaterinburg, Yevgeny Roizman, è stato fermato dalla polizia russa che ha avviato delle perquisizioni, come ha riferito all’agenzia Interfax l’assistente del politico, Leila Guseinova. Sempre secondo l’agenzia, Roizman ha detto di essere accusato di “discredito delle forze armate” per una frase sull’Ucraina invasa dalle truppe russe e che si aspetta di essere portato a Mosca.
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Accordo Sinner-Wada: tre mesi di squalifica. Colpi bassi e futuro: ha scelto la strategia più razionale. Primo posto a rischio? Gli scenari
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "I vigliacchi di Hamas ancora una volta esibiscono ostaggi, ma si mostrano a volto coperto. Perché sono dei codardi. Sono protagonisti di un’azione terroristica che dimostra la loro impossibilità di proporsi come uno Stato". Lo dice Maurizio Gasparri.
"O i palestinesi si liberano di questa setta di terroristi vigliacchi o non potranno essere interlocutori della comunità internazionale. Non si può parlare di due popoli e di due Stati quando c'è uno stato democratico, un popolo perseguitato, Israele e gli israeliani, e c'è un popolo palestinese che si fa comandare da questi vili criminali, che si nascondono perché non hanno il coraggio di mostrare il loro volto da assassini al mondo intero", aggiunge il presidente dei senatori di FI.
Roma, 15 feb. (Adnkronos) - Non saranno sempre "una cosa bellissima", come diceva l'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, ma le tasse restano stabilmente nella top ten dei temi 'divisivi' del centrosinistra. L'ultima accesa discussione, e non è certo la prima volta, è scoppiata sulla patrimoniale. Un 'evergreen', dall'Ulivo al campo largo. Che adesso vede, appunto, coinvolti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e tutto il fronte alternativo al centrodestra.
A far (ri) scoppiare la polemica è stato lo stesso Fratoianni che, ad un convegno sui sistemi fiscali si è rivolto ai compagni di viaggio, seduti al suo fianco per ascoltare le relazioni del premio nobel Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e dell'economista Hayati Ghosh. "Mi rivolgo a voi: verrà presto il momento di formulare una proposta per l’alternativa e bisogna dire che per una patrimoniale sulle grandi ricchezze è arrivato il momento, non si può rinviare", ha detto il leader di SI a Schlein e Conte.
Da lì, il dibattito è partito incontenibile. Ai leader di sinistra, c'è da dire, è arrivato l'abbrivio di Stiglitz che, citando il Papa, ha sottolineato: "Le tasse sono uno strumento importante per proteggere i poveri". Ma a sinistra non c'era certo bisogno dell'endorsement di un premio Nobel per accendere la miccia sul fisco. I più 'nostalgici' ricordano la mossa elettorale di Rifondazione comunista. Correva l'anno 2006, il partito di Nichi Vendola era al governo (quello con Padoa Schioppa ministro) e per le elezioni pensò di riempire le città con i manifesti con la foto di un panfilo e lo slogan preso da una telenovela degli anni '70: 'Anche i ricchi piangano'. Da lì a poco la stagione dell'Ulivo arrivò al capolinea.
(Adnkronos) - Eppure l'idea del 'prelievo forzoso' sulla quale i progressisti sono messi da sempre all'indice dagli avversari politici non è una idea di sinistra. A inventarlo, in Italia, è il governo Nitti nel 1919 per far quadrare i conti traballanti. Ma lo fa anche Mussolini, dopo la guerra in Etiopia, nel '36. Per gli stessi motivi. Eppure è sempre a sinistra che si guarda (e si polemizza) quando si parla di tasse. Silvio Berlusconi ha costruito una campagna anti sinistra, una costante della sua carriera politica, sin quando parlava del prelievo "con il favore delle tenebre" a proposito del 6xmille retroattivo sui conti correnti imposto dal governo Amato nel '92 per arginare le falle dei conti pubblici.
E le polemiche su Matteo Renzi e l'Imu? "Elimineremo noi, perché gli altri hanno fatto la finta, la tassa sulla prima casa, l'Imu agricola e sugli imbullonati", annunciò l'allora premier all'assemblea del Pd, finendo nel mirino con l'accusa di 'berlusconismo'. Ma gli esempi sono tanti, anche più recenti. Alle elezioni del 2022 Enrico Letta lanciò la proposta della dote ai 18enni, un capitale di circa 10mila euro da spendere in formazione, casa o per avviare una attività. "Sarà finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari", spiegò il segretario del Pd, subito accusato di voler introdurre la patrimoniale in maniera surrettizia.
A distanza di anni i progressisti si trovano ancora, sempre, alle prese con la discussione sul fisco e sulle varie ricette per le tasse. Con Schlein che oggi dice: "Non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni", indicando però una soluzione "almeno a livello europeo" sulle orme di quella suggerita dal presidente brasiliano Lula al G20. E Conte che invita a parlare di tasse ma "in modo intelligente", per "contrastare il capitalismo parassitario".
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Nella giornata di oggi, 15 febbraio, presso i locali della federazione provinciale del Pd in corso Mazzini, si è svolto l’incontro fra la delegazione del Partito democratico, composta da Vittorio Pecoraro, segretario provinciale, Rosi Caligiuri, segretaria cittadina, e Francesco Alimena, capogruppo Pd in Consiglio comunale, con il sindaco di Cosenza, Franz Caruso". Lo spiegano in una nota congiunta gli stessi Pecoraro, Caligiuri e Alimena.
"Nell’esprimere il proprio sostegno all’esperienza amministrativa, il Partito democratico, ribadendo la propria unità, ha rappresentato al sindaco la sua proposta per il completamento della giunta con l’indicazione dell’avvocata Maria Locanto quale vicesindaca", proseguono i dem.
"Il sindaco ha ascoltato la valutazione del Pd e, nel rispetto delle proprie prerogative, si è riservato di esaminare con attenzione tale richiesta. L’indicazione di Maria Locanto è l’espressione del territorio ed è stata formulata a livello cittadino, provinciale e regionale del Partito, nonché dalle rispettive rappresentanze istituzionali. La scelta di Maria Locanto testimonia in modo chiaro l’unità del Pd, essendo presidente provinciale del Partito e avendo sempre lavorato con equilibrio e senso di responsabilità per la crescita della nostra comunità", sottolineano ancora gli esponenti Pd.
(Adnkronos) - "La delegazione del Pd ha, nel contempo, espresso al Sindaco la volontà di un impegno unitario perché la riorganizzazione della giunta non si espliciti soltanto attraverso una mera sostituzione assessorile ma sia opportunità per un rilancio strategico dell'azione amministrativa, affinché la seconda metà della consiliatura possa essere la fase di pieno compimento della attuazione del programma di governo su cui la maggioranza degli elettori cosentini ha espresso fiducia nella proiezione del progetto "Cosenza 2050'", concludono i dirigenti dem.
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Oggi si vota in 101 province per il congresso di Azione, un esercizio organizzativo molto complesso, ma necessario per riportare i partiti a essere quello che erano: luoghi di confronto democratico sulle idee e sulla linea politica. Siamo molto felici di come è andato". Lo dice Carlo Calenda.
"Ringrazio tutti i militanti, gli iscritti, i garanti congressuali e le persone che in questi mesi si sono attivati per tenere viva e rendere più forte la nostra comunità", aggiunge il leader di Azione.
Sanremo, 15 feb. - (Adnkronos) - “Tradizione, italianità e vicinanza sono valori del Festival di Sanremo e anche di Generali che li applica nel quotidiano per essere partner dei nostri clienti e costruire insieme il loro futuro”. Lo ha detto Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, dal famoso e ormai iconico ‘Balconcino’ dell’Agenzia di Sanremo “che idealmente rappresenta tutte le piazze, tutti i balconcini, tutti i luoghi dove tutta la nostra eccezionale rete di agenti opera tutti i giorni per progettare il futuro” con gli italiani". "Proprio “la rete di 2mila agenzie e 20mila colleghe e colleghi presenti sul territorio, è il cuore del nostro business - sottolinea Monacelli - È grazie a loro se riusciamo a tenere fede alla nostra ambizione, che è quella di essere ‘Partner di Vita’ delle persone, in ogni momento rilevante, accompagnandole, con la consulenza di valore, a fare scelte consapevoli e responsabili con l’obiettivo di proteggere il loro futuro e il futuro delle persone che stanno loro a cuore”.
Per il terzo anno consecutivo “siamo felicemente presenti a Sanremo” con vista sull’Ariston “perché vogliamo essere dove succedono le cose che contano - aggiunge Marco Oddone, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia - Milioni di persone seguono Sanremo ogni sera e noi vogliamo essere vicini agli Italiani, nei vari momenti di vita, anche in un momento leggero, come si vede nello spot che abbiamo lanciato in questa occasione: mentre ‘tutti cantano Sanremo’, ci sono persone che prendono decisioni importanti della loro vita e noi, con i nostri agenti siamo loro vicini”. Con Sanremo “è scoccata una vera e propria scintilla - racconta Oddone - C’è una condivisione di valori: tradizione, passione, ma anche innovazione, con nuovi linguaggi dedicati a tutte le generazioni. Abbiamo raccontato il Festival con la voce di Caterina Ferioli, protagonista della nuova serie TV Belcanto, che è diventata portavoce di una prospettiva privilegiata sul Teatro Ariston attraverso i social, per coinvolgere ed entusiasmare persone di tutte le età. Un racconto a 360 gradi - conclude - da una prospettiva unica sull’Ariston al quale siamo molto felici di dare il nostro contributo”.
Generali ha partecipato anche al FantaSanremo con la lega #BalconcinoGenerali per accogliere tutte le persone che sceglieranno di giocare durante i giorni della kermesse all’iniziativa social più popolare, coinvolgente e divertente.
Torino, 15 feb. - (Adnkronos) - “Sui dazi la storia dimostra che fanno male a tutti, anche a chi li impone. Poi naturalmente colpiscono di più i paesi che hanno una forte capacità di esportazione, quindi può essere che l’Italia sia un pochino più colpita di altri Paesi come primo impatto. Ma non dimentichiamo che l’Italia ha sempre dimostrato una capacità molto elevata di riorientare le proprie esportazioni in funzione dell’andamento dai mercati e dei prezzi. Quindi io sono abbastanza ottimista sulla capacità dell’Italia di minimizzare o comunque contenere i danni che possano derivare da questa guerra delle tariffe che si preannuncia". Lo ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine del congresso Assiom Forex in corso a Torino." Naturalmente - osserva - nessun paese riuscirà a sfuggire al fatto che una guerra delle tariffe fa sempre male a tutti".
Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - Sono in corso verifiche dell'Ambasciata italiana a Bogotà sulla presunta morte del boss Giovanni Motisi, inserito nella lista dei latitanti mafiosi più pericolosi. La Procura di Palermo ha allertato i poliziotti del Servizio centrale operativo. A lanciare la notizia è il sito del giornale 'Gente'. Secondo il settimanale sarebbe morto di tumore in una clinica di Cali. Motisi aveva fatto perdere le sue tracce dal 1998.