Chiara Ferragni lancia di fatto un appello a non votare per il partito di Giorgia Meloni: “Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano.” L’influencer ha rilanciato un post di “The Vision” che a sua volta condivideva il contenuto di un articolo del “The Guardian“: “Fratelli d’Italia ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”.
Una presa di posizione che non lascia equivoci sull’aborto, un messaggio chiaro ai suoi follower, quasi 28 milioni. Dal 2020 Fratelli d’Italia, partito in testa ai sondaggi con Giorgia Meloni candidata alla guida del prossimo Esecutivo, governa la regione Marche con una gestione che ha suscitato numerose polemiche. L’applicazione della legge 194 è precaria in tutta Italia, con 7 medici su 10 obiettori di coscienza, ma nelle Marche, nello specifico, si arriva a una percentuale del 71% di medici o personale obiettore. La regione guidata da Francesco Acquaroli è considerata non solo un “feudo” del partito ma anche come un laboratorio per le politiche a livello nazionale. Molte donne sono costrette a rivolgersi ad associazioni per mettersi in contatto con ginecologi presenti in altre regioni italiane e nel 2021 la regione si è opposta alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori, perfino in quelli degli ospedali.
Nel post pubblicato sul profilo di The Vision c’è un’imprecisione sui tempi, come fa notare Cathy La Torre (attivista Lgbtq+): “L’interruzione volontaria di gravidanza è possibile, in tutta Italia, entro 12 settimane dall’ultima mestruazione. Quello a cui vi riferite è la IVG farmacologica (nel post si parla di aborto possibile entro nove settimane mentre nelle Marche il limite è di sette, ndr), cioè mediante pilla ru486: a livello nazionale il limite per la pillola abortiva è 9 settimane nelle marche 7. Ma il limite per l’aborto è sempre di 12 settimane”.
Continua The Vision: (Questi) tempi che rischiano di rendere vana la procedura nel caso una donna scoprisse tardi di essere incinta. Come se non bastasse il consiglio regionale ha consentito agli attivisti anti-aborto di prestare servizio nelle cliniche di consulenza familiare”, si legge nel post di The Vision.
Meloni ha definito l’aborto come una “sconfitta” anche se ha affermato che l’abolizione della legge del 1978 non sarebbe nella sua agenda. Nella stessa regione sono stati fatti passi indietro anche sul fronte del suicidio assistito. Nonostante la sentenza tre pazienti hanno dovuto combattere per mesi contro il comitato etico regionale per ottenere il via libera alla somministrazione del farmaco. Sempre la stessa regione ha negato il patrocinio per il Gay Pride.
Non è la prima volta che l’imprenditrice digitale esprime pareri su politici e più in generale sui diritti. Quasi un anno fa si era espressa a favore del Ddl Zan con dure critiche ai senatori che avevano affondato la legge: “Siamo governati da pagliacci senza palle. Nelle scorse settimane aveva ricordato al sindaco di Milano Beppe Sala il problema della sicurezza in città.