La relatrice della contestata Legge 40 del 2004 - che vietava la fecondazione eterologa e venne dichiarata incostituzionale dalla Consulta - correrà come capolista in Calabria. Nel 2009 lo scontro feroce con la stessa Bonino, che la definì un "mullah Omar"
Si sono scontrate e definite rispettivamente “mullah Omar” e “ayatollah”. Adesso però Emma Bonino candida Dorina Bianchi nelle liste di +Europa. La relatrice della contestata Legge 40 del 2004 – che vietava la fecondazione eterologa e venne dichiarata incostituzionale dalla Consulta – correrà come capolista in Calabria.
Bianchi, una lunga carriera parlamentare, tra le altre cose ha proposto anche un’indagine conoscitiva sulla pillola abortiva e prese posizione a favore del disegno di legge Calabrò contro il testamento biologico. Noto anche il suo sostegno per “salvare” Eluana Englaro. Con Bonino, nel 2009, si arrivò alle critiche più aspre. L’ex radicale la definì un “mullah Omar” e Bianchi rispose: “Sono i radicali a essere i veri ayatollah”.
Adesso Bianchi correrà per un seggio a Montecitorio proprio nelle liste del partito di Bonino. Neuroradiologa, Bianchi è stata eletta per la prima volta alla Camera nel 2001 con il Centro Cristiano Democratico. Cinque anni dopo, invece, approdò a Montecitorio nelle fila della Margherita. Nel 2008, candidata dal Partito Democratico, sbarcò in Senato.
Un anno dopo il ritorno all’Unione di Centro, quindi nel 2011 la candidatura come sindaco di Crotone sostenuta dal centrodestra. Venne sconfitta al ballottaggio dopo uno “smarcamento” della stessa Udc mentre era in corso la campagna per il secondo turno.
Ritornata in Parlamento nel 2013 – questa volta con il Popolo delle Libertà – ha poi sposato la causa di Ncd, venendo nominata vice-capogruppo alla Camera. Dal 2016 al 2018 è stata sottosegretaria ai Beni e alle attività culturali e al turismo, prima del governo Renzi e poi del governo Gentiloni.