Un esposto alla Procura di Roma perché apra un’indagine sullo “scandalo degli extraprofitti“, accusando i colossi energetici i reati di evasione fiscale e frode fiscale per aver versato solo una minima parte delle tasse dovute. L’iniziativa arriva da Sinistra italiana ed Europa verde, che mercoledì mattina hanno presentato la denuncia al procuratore capo della Capitale Francesco Lo Voi: “Da ormai sette mesi stiamo denunciando lo scandalo degli extraprofitti, senza paura di dire come stanno le cose”, affermano il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e i co-portavoce verdi Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. “Da settembre a giugno, in Italia, i colossi energetici hanno realizzato cinquanta miliardi di euro di profitti extra sulla pelle delle imprese e delle famiglie italiane. La sola Eni, nei primi sei mesi del 2022, ha realizzato un +670% di utile. E di fronte a questo, alla data prevista del 30 giugno, le compagnie hanno versato solo un miliardo di euro della tassa, già misera, del 25% imposta dal governo. Che, in questo Paese, chi ha incamerato cifre miliardarie non versi il dovuto per legge è inaccettabile”, attaccano.

“Un qualunque cittadino che non paga le tasse nelle date previste dalla legge, viene sanzionato dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate. Cosa aspettano le società energetiche a versare il dovuto? Forse temporeggiano in attesa dell’esito elettorale e di un governo più vicino alle loro esigenze e ai loro interessi? Noi non ci stiamo”, incalzano i tre leader. “Ancora una volta ribadiamo, e siamo gli unici a farlo, che il 100% degli extraprofitti va restituito alle famiglie, alle imprese, agli artigiani, a partire dalle realtà più vulnerabili”. Anche il premier Mario Draghi, nel suo intervento al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, ha insistito sulla necessità che le imprese si mettano in regola: “Queste aziende hanno registrato utili senza precedenti solo a causa dell’aumento dei prezzi dei combustibili fossili – un aumento che, allo stesso tempo, penalizza la maggioranza di cittadini e le imprese. È stato giusto chiedere alle imprese del settore energetico di contribuire di più – ed è essenziale che lo facciano, invece di rimandare o addirittura evitare di pagare quanto gli viene chiesto”.

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