Fine della favola per cui “non vi preoccupate andrà tutto bene”. Seppur a denti stretti anche in Italia si comincia a parlare di piani di razionamento invernale per il gas. Il livello di riempimento dei sito di stoccaggio è alto, all’80% in linea con la media europea. Ma anche i depositi pieni non sono in grado di blindare l’inverno. “Il nostro piano di risparmio gas, c’è un comitato d’emergenza che lavora su questo, lo presenteremo nei prossimi giorni“, ma “abbiamo già delle operazioni in corso”, come il prestito al Gse “per accelerare l’acquisto sugli stoccaggi, che sono all’80% e ci dà un po’ di respiro”, ha detto ieri sera il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani intervistato su Rai 3. “Abbiamo portato al 100% l’utilizzo dei rigassificatori esistenti. Dopodiché se, come probabilmente sarà, comunque i russi non potranno chiudere completamente l’erogazione, noi dovremo sicuramente fare del risparmio”, ha aggiunto il ministro.

Come ha detto il ministro i contenuti del piano saranno noti nei prossimi giorni. Ma, sul modello di quanto sta avvenendo negli altri paesi alcune misure si possono ipotizzare. Quindi l’introduzione di limiti nel riscaldamento degli uffici pubblici, meno illuminazione e possibili orari ridotti per gli esercizi commerciali, indicazioni per il contenimento dei consumi domestici e soprattutto un piano per le industrie che fissi a chi verranno eventualmente interrotte per primo le forniture e con quali modalità.

Ventiquattro ore prima di Cingolani aveva parlato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Sulla questione energetica, come Confindustria “chiediamo di affrontare seriamente e immediatamente la predisposizione di un eventuale piano di razionamento. Dal primo ottobre inizia l’anno termico e le imprese non sanno ancora come dovranno affrontarlo. Chiediamo un tetto al prezzo del gas e se non viene fatto in Europa, dobbiamo farlo a livello nazionale, lo stiamo chiedendo da mesi”, aveva affermato Bonomi. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, l’ex ministro dell’Industria Alberto Clò aveva invitato il governo a fare un’operazione di verità sulla situazione energetica del paese. L’Italia è, insieme alla Germania, il maggior utilizzatore di gas russo in Europa. È vero che in questi mesi il peso del forniture da Mosca sul totale è stato ridotto significativamente a favore di quelle provenienti da Algeria, Norvegia e via mare (Gnl). Tuttavia il paese non può considerarsi al riparo dagli umori russi e dalle evoluzioni del conflitto in Ucraina.

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