“Dio, patria e famiglia non è uno slogan politico ma il più bel manifesto d’amore che attraversa i secoli”. A dichiararlo, recentemente, è stata Giorgia Meloni. Una frase che cita il motto coniato nel 1931 dal segretario del Partito Nazionale Fascista, Giovanni Giuriati e con la quale la presidente di Fratelli d’Italia strizza l’occhio ai nostalgici e neofascisti. Ma non solo.
Nella platea del meeting di Rimini, che ha riservato molti applausi proprio a Giorgia Meloni, in molti dicono di apprezzare lo slogan: “La patria, la famiglia e Dio son tre cose attualissime”, dicono due partecipanti. “È un motto fascista? Eh va bè, è vero anche se fascista”, risponde ancora un’altra partecipante al meeting. “Io ho 25 anni, ma noi giovani non essendo noi appassionati di storia, non volendoci prendere il tempo per studiare quello che è successo non capiamo quello che sta succedendo”, dice invece al Fattoquotidiano.it un ragazzo.
Proprio Meloni e Draghi sono stati i più applauditi al meeting e sembrerebbe che Comunione e Liberazione abbia individuato il nuovo beniamino al posto dell’ex numero uno della Banca centrale europea, anche se molti, pur considerandola “simpatica”, dicono che non la voterebbero. Anche chi la reputa “troppo estremista”, comunque, attribuisce alla Meloni abilità oratorie
Il tema dell’immigrazione, però, non trova pieno accoglimento all’interno della comunità ciellina. “L’accoglienza è fondamentale”, rispondono i partecipanti quando gli si chiede se sono d’accordo o meno con il blocco navale. E c’è chi sottolinea: “Se c’è gente che viene con dei barconi rischiando la propria vita, evidentemente c’è un bisogno oggettivo. Vanno accolti”.