La polemica è deflagrata fin da subito sui social, con botta e risposta fra Alberti e gli altri utenti. E alle donne che gli chiedevano conto delle sue affermazioni il dirigente Donatello Alberti ha risposto: "Comportatevi più sobriamente come le nostre nonne, non siate scostumate e provocanti e gran parte delle aggressioni saranno evitate, la colpa prima di tutto è del mondo di oggi totalmente fuori controllo, la donna fa l’uomo e viceversa, ma dove siamo arrivati?"
“Comunque anche lei come andava conciata, ovvio che il ragazzo era geloso“. Così ha scritto il direttore generale della Croce Bianca dell’Emilia Romagna Donatello Alberti commentando sui social il femminicidio di Alessandra Matteuzzi, la donna di 56 anni uccisa dall’ex Giovanni Padovani di 27, la sera del 23 agosto a Bologna.
Nel commento, Alberti fa riferimento al comportamento ossessivo che Padovani aveva tenuto nei confronti della vittima una volta che la loro relazione era finita. Nonostante la denuncia per stalking che la donna aveva sporto il 29 luglio, l’ex continuava a terrorizzarla. La polemica è deflagrata fin da subito sui social, con botta e risposta fra Alberti e gli altri utenti. E alle donne che gli chiedevano conto delle sue affermazioni Alberti ha risposto: “Comportatevi più sobriamente come le nostre nonne, non siate scostumate e provocanti e gran parte delle aggressioni saranno evitate, la colpa prima di tutto è del mondo di oggi totalmente fuori controllo, la donna fa l’uomo e viceversa, ma dove siamo arrivati?”.
“Non esiste giustificazione alcuna per un atto così efferato e aberrante, che ha spento un’altra vita, piegato nel dolore un’altra famiglia e tutta la comunità cittadina”, ha scritto l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini. “Per questo – aggiunge – sono sdegnato dalle parole di Donatello Alberti. La Croce Bianca non ha alcun rapporto con il Servizio Sanitario dell’Emilia-Romagna”.
In un passaggio di una versione precedente di questo articolo si faceva riferimento all’appartenenza di Alberti alla Croce Rossa, anziché alla Croce Bianca come invece indicano correttamente il titolo e altri passaggi dell’articolo. Di questo ci scusiamo con i lettori e con la Croce Rossa.