Il ricco imprenditore è imputato di tentata concussione e falso per fatti del 2013, quando presiedeva il Consiglio comunale dell'amministrazione di Giuseppe Fuschino. Secondo l'accusa, i due ricattarono una ditta dell’igiene urbana imponendo assunzioni, contratti e una sponsorizzazione per la squadra di pallavolo locale, attraverso una strategia intimidatoria fatta di esposti e pressioni sui lavoratori. Già nel 2020 si presentò alle regionali e fu dichiarato impresentabile
Tentata concussione e falso per fatti risalenti al 2013, anno in cui ricopriva la carica di presidente del Consiglio comunale di Arzano (Napoli), un’amministrazione sciolta per camorra due anni dopo. Con queste imputazioni è in corso da anni un processo che vede alla sbarra Francesco Silvestro, ricco imprenditore detto “il principe della notte” dall’alto delle cinquemila piazze di materassi sfornate ogni giorno dall’azienda di famiglia: presentato come uno dei volti del rinnovamento locale di Forza Italia, è il candidato al numero tre del listino per il Senato nel collegio Campania 1 (Napoli-Giugliano), e al numero due nel collegio Campania 2 (Caserta-Benevento-Salerno). Non ricandidati i parlamentari Domenico De Siano, Antonio Pentangelo e Carlo Sarro, passato in Azione Paolo Russo, messo in pensione Luigi Cesaro ed estromesso dai giochi suo figlio Armando, il commissario campano degli azzurri Fulvio Martusciello punta molte fiches su Silvestro, dal 2021 vice coordinatore cittadino di Napoli. L’imprenditore arzanese è di fatto un capolista mascherato: davanti a lui in lista, infatti, ci sono Silvio Berlusconi e Annamaria Bernini, due big candidati anche in altri collegi, che quindi potrebbero cedergli il posto.
A processo per tentata concussione in concorso con Silvestro c’è l’ex sindaco di Arzano, Giuseppe Fuschino, condannato a cinque anni di carcere in primo grado per altre vicende. La presunta parte lesa è una ditta dell’igiene urbana, alla quale – si legge nell’avviso di conclusione indagini – Silvestro e Fuschino provarono a imporre assunzioni, stipule di contratti d’appalto e una sponsorizzazione da ventimila euro per la squadra di pallavolo locale. Come? Attraverso una strategia intimidatoria fatta di esposti su presunte inefficienze nel servizio di raccolta dei rifiuti e pressioni sulla manovalanza, per rinfocolare le tensioni e mettere in difficoltà l’azienda. L’imputazione di falso nei confronti di Silvestro, invece, riguarda il timbro di revisione di un’automobile intestata alla madre e coinvolta in un incidente: sfruttando un amico che lavorava nel settore, sostiene l’accusa, il politico è riuscito a farsi certificare una revisione in realtà mai avvenuta retrodatandola a un mese prima dell’incidente.
Silvestro fu eletto consigliere comunale di maggioranza ad Arzano nel 2010, con 410 voti. Secondo le ricostruzioni politiche dell’epoca, fu proprio Fuschino a farlo eleggere presidente dell’assemblea superando le spaccature interne, nonostante fosse solo quarto in ordine di preferenze. L’antimafia accertò poi a quelle elezioni il sindaco aveva ottenuto il sostegno elettorale della camorra: sia dell’ex clan Moccia – all’epoca cosca dominante ad Arzano – sia delle famiglie storiche legate ai clan di Secondigliano, oggi organiche al cartello degli Amato-Pagano, gli “scissionisti”. “Alcuni dei comitati elettorali di quella campagna furono ubicati presso le abitazioni di alcune note famiglie di camorra – ricorda il giornalista anticamorra Mimmo Rubio, che è di Arzano ed è costretto a vivere sotto scorta per le minacce ricevute – e fu famoso uno striscione di sostegno a Fuschino fuori ad un balcone di via Zanardelli, sede di una delle famiglie della camorra legate direttamente al boss Cesare Pagano”. Negli atti dello scioglimento dell’amministrazione Fuschino, Silvestro risulta citato nel capitolo relativo alle pompe funebri operanti sul territorio.
Tornando al processo che lo vede imputato, Silvestro ne ha parlato così in un’intervista di luglio al Corriere del mezzogiorno (perlopiù incentrata sulle sue fortune aziendali): “Mai nessuno si è espresso contro di me e il processo ha subito continui rinvii perché i testimoni non si sono presentati, la sentenza non sarebbe potuta essere che di assoluzione, ma di questo passo finirà tutto in prescrizione, chiederò i danni”. La vicenda giudiziaria, fino ad allora sconosciuta, emerse clamorosamente poco prima delle elezioni regionali campane 2020, alle quali Silvestro partecipò come candidato di Forza Italia a Napoli. La tirò fuori la Commissione parlamentare antimafia presieduta da Nicola Morra, che al termine dei controlli di rito compiuti con le banche dati degli uffici giudiziari dichiarò Silvestro “impresentabile” insieme ad un’altra dozzina di candidati. “Mi candidai alle Regionali all’ultimo momento e andavo forte”, ricostruisce lui nell’intervista, “a poche ore dal voto questa bomba: risultai il più votato nel comune di Napoli di tutto il centrodestra, nonostante questa vicenda mi avesse fatto perdere qualche migliaio di voti. E comunque non fui eletto”. Ora ci riprova alla Camera.