All’alba del 7 luglio 2016, durante la festa di San Firmino a Pamplona, cinque uomini hanno stuprato una ragazza di 18 anni. Il caso, conosciuto come La Manada (il branco), ha segnato un prima e un dopo nella società spagnola. Centinaia di manifestazioni si sono susseguite nelle città del paese, unite da uno slogan: “Solo sí es sí”. Sei anni dopo, il parlamento ha approvato la Legge sulla libertà sessuale, conosciuta anche come la norma “Solo sí es sí”, con 205 voti a favore, 141 contrari e 3 astensioni.

Consenso esplicito La legge, approvata dal Consiglio dei ministri a luglio 2021, è tra le più avanzate in Europa. Il principale cambiamento sta nella prospettiva: da oggi il consenso, libero, volontario ed esplicito sarà il fattore principale per giudicare i reati di violenza sessuale. Viene eliminata la distinzione tra abuso (senza violenza e intimidazione) e aggressione sessuale (con violenza e intimidazione), che obbligavano la vittima a dimostrare che si era opposta. Ogni atto sessuale senza consenso verrà quindi considerato come stupro. “Si comprenderà che c’è consenso solo quando è stato liberamente espresso attraverso atti che, date le circostanze del caso, esprimono chiaramente la volontà della persona”, recita il testo.

Aggravante per somministrazione di sostanze La nuova norma introduce l’aggravante per somministrazione di sostanze, nei casi in cui l’aggressore abbia utilizzato farmaci o droghe impedendo alla vittima di esprimere la propria volontà.

Femminicidi sessuali, violenza digitale e stradale Il testo introduce per la prima volta gli omicidi per violenza sessuale, definiti anche “femminicidi sessuali”, intesi come l’assassinio di donne, bambine e bambini vincolato alla violenza sessuale, che il testo considera come “la violazione più grave dei diritti umani vincolati alle violenze sessuali”. Presta particolare attenzione anche alla violenza sessuale in ambito digitale, punendo “la diffusione di atti di violenza sessuale, pornografia non consentita ed estorsione sessuale con strumenti tecnologici”. Anche il bullismo o le molestie “stradali” sono considerati delitto lieve, se denunciati dalla vittima.
Pubblicità illecita Viene considerato “illecito” qualsiasi annuncio che promuova la prostituzione e la pornografia, che contribuisca a generare violenza o discriminazione e che vulneri la dignità delle persone. Il testo include la proibizione di stereotipi “sessisti, estetici, omofobi o transfobici, che fomentino o normalizzino le violenze sessuali”. Vengono incluse anche le pubblicità che rappresentano le donne in modo offensivo o discriminante, “utilizzando il loro corpo o parte dello stesso come solo oggetto svincolato dal prodotto che si vuole pubblicizzare”.

Diritto alla riparazione e aiuti economici Alla vittima viene garantito il diritto alla riparazione che prevede indennizzi e misure volte al recupero fisico, psicologico e sociale, oltre alla garanzia che lo stesso fatto non si ripeta. Si assegnano aiuti economici e sociali, come un sussidio di disoccupazione durante sei mesi, il cui importo aumenta se la vittima è affetta da disabilità o se ha delle persone a carico. Le amministrazioni pubbliche locali, invece, sono chiamate a garantire loro la priorità d’accesso agli immobili di proprietà pubblica.

La norma prevede infine la creazione di “centri di crisi”, aperti 24 ore tutti i giorni dell’anno, che forniscono assistenza psicologica, giuridica e sociale –in presenza, telefonica e online– sia alle vittime sia ai familiari e alle persone vicine.

Formazione per gli aggressori e nelle scuolePer gli aggressori sarà obbligatorio prendere parte a dei corsi di educazione sessuale. La formazione in ambito sessuale entra anche nel sistema educativo, con l’integrazione di contenuti riguardanti l’uguaglianza di genere, la sessualità, l’educazione affettivo sessuale, adattata in base all’età degli alunni. Per “sensibilizzare e prevenire le violenze sessuali” in ambito digitale, è prevista una formazione sull’utilizzo critico di internet e delle nuove tecnologie.

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