In politica, a differenza di quanto avviene per la scienza, le mezze verità possono essere utili a chi se ne fa portavoce. Ma si rivelano comunque dannose. Dannose anche per la società, oltre che ai fini della conoscenza. Osservando quanto avviene con Giorgia Meloni, bersaglio di critiche troppo spesso anche ridicole e pretestuose, mi sembra che ci troviamo di fronte alla mezza verità di cui sopra. Per farsi un’idea di come il “male” non stia solo da una parte, basta osservare quanto accaduto con la scemenza sulle “devianze”.

Fratelli d’Italia ha mostrato ignoranza mista a crudeltà nel definire impropriamente come devianze quelle che in realtà sono delle patologie (obesità, anoressia), ma la replica di Enrico Letta è stata se possibile ancora più grottesca: “viva le devianze”, ha dichiarato il segretario del Pd. Che sarebbe un po’ come dire “viva l’ipertensione”, oppure “viva le dipendenze da alcol, droga etc.”. A ignoranza e crudeltà, si è replicato con stupidità e irresponsabilità.

Che sia per questo meccanismo perverso e sconfortante – viene da chiedersi – che il partito della Meloni (unica leader donna, in Italia, appartenente però alla parte politica tacciata di maschilismo, tanto per restare in tema di paradossi), pur candidando persone in odore di fascismo e pur promuovendo un programma politico ampiamente reazionario, bigotto e inquietante, risulta essere il primo nei sondaggi? Eh sì, perché a me sta benissimo fare le pulci a quella che probabilmente sarà la prossima Presidente del Consiglio, ma non mi può bastare la mezza verità che mette in luce gli aspetti squalificanti del suo programma di governo. Mi serve anche l’altra mezza verità.

Per esempio quella di un centrosinistra che si attacca al simbolo di Fdi (la fiamma), quindi al fascismo, pur di nascondere la totale assenza di idee proprie, in alternativa al fascismo finanziario cui la stessa sinistra si è consegnata (e ci ha consegnato) mani e piedi. Quella stessa sinistra che difende a oltranza (e con fanatismo sciocco) i diritti civili di minoranze sessuali spesso oltranziste e intolleranti, pur di mascherare lo scempio a cui essa ha contribuito nel distruggere i diritti sociali: potremo essere tutti sessualmente fluidi – questo il messaggio – purché senza lavoro o senza un salario adeguato.

Oppure quella sinistra che garantisce dei seggi sicuri a personaggi calati dall’alto (si vedano i casi eclatanti e vergognosi di Di Maio e Casini, quest’ultimo eletto a Bologna coi voti dei militanti del Pd anche nelle precedenti elezioni, salvo essersi dimesso dieci giorni dopo per aderire al gruppo misto in parlamento…). La sinistra che disprezza i propri elettori – imponendogli di votare personaggi invisi – è la medesima che non fornisce all’opinione pubblica alcuna valida ragione per votarla. Da qui nasce il trionfo che si aspetta a registrare il centrodestra, probabilmente capitanato da Giorgia Meloni.

Questo, ben al di là delle sciocchezze sulle “devianze” o sul presunto fascismo di tizio o caio, è il vero scenario che ci troviamo a vivere. Questa è la verità completa che bisognerebbe aver chiara per comprendere ciò che non si potrebbe dire: cioè la mediocrità, l’inadeguatezza, l’incompetenza e la totale assenza strategica di un’intera classe politica, che del resto è quella che serve a chi davvero governa nel nostro paese come anche in Europa e negli Usa. Mi riferisco al potere tecnofinanziario, lo stesso che ha compiuto il miracolo di distruggere la democrazia non privandoci del voto, bensì di statisti e personalità serie a cui darlo, quel maledetto voto.

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