Le storie tese tra allenatore portoghese e club/tifosi juventini iniziano la prima volta che si incontrano nel novembre 2008. L'ultimo episodio nel 2018 in Champions League. L'anno scorso nessuna scintilla, ma Mou non sentiva ancora di avere in mano la "sua" Roma
Lo scorso anno la sfida Juve-Mourinho si risolse senza grandi polemiche, senza i soliti fuochi d’artificio. Mou aveva in mano una Roma ancora da modellare e al ritorno non poteva di sicuro aggredire dialetticamente la squadra avversaria. All’andata infatti aveva perso una partita rocambolesca per 3-4 dopo essere stato in vantaggio per 3-1. Ma il fuoco sotto la cenere brucia e José Mourinho quest’anno sembra in gran forma anche davanti ai microfoni/schermi. Sente di avere una squadra che può dare fastidio anche per il titolo e la sfida con i bianconeri, arrivando proprio all’inizio, può essere l’accensione della miccia.
Le storie tese tra allenatore e club/tifosi juventini iniziano la prima volta che si incontrano nel novembre 2008. L’Inter vince con un gol di Muntari e Mou a fine partita non infierisce. Lo ha fatto in realtà nella conferenza stampa pre-partita, quando dice che l’allenatore juventino, Claudio Ranieri, è troppo vecchio per impensierirlo. Gli dà del settantenne quando invece all’epoca Ranieri di anni ne ha solo 57: avrà ancora il tempo otto anni dopo di vincere la Premier League con il Leicester. In quegli anni l’Inter non ha rivali, con la Juve appena riemersa da Calciopoli e dalla Serie B, ma Mourinho non perde occasione per attaccare i bianconeri, ben sapendo che ai tifosi interisti piace. Parlando di Juve tira fuori uno dei suoi slogan italiani più celebri, gli “zero tituli”, aggiungendo anche: “La Juventus è quella squadra che non potrò mai allenare dopo essere stato sulla panchina dell’Inter”.
Nella partita successiva, il 5 dicembre 2009, la Juve vince e Mou viene espulso dopo 20 minuti. A fine partita non scatena il putiferio, ma aspetta la sfida di Coppa Italia del gennaio 2010 per rincarare la dose. Dopo aver vinto con un gol di Balotelli all’89’, alza ancora di più i toni parlando di vergogna per un rigore non concesso all’Inter per un fallo di mano di Felipe Melo. Continuerà poi l’allenatore: “Al 45′ si è giocato a pallamano. Anche la Juve si lamenta per un fuorigioco? Bisogna essere onesti. Se protestano e dicono che non concederci il rigore è stato vergognoso, io mi tolgo il cappello. Altrimenti perdono la loro dignità”.
Durante l’anno che porta al Triplete interista, Mou cerca in vari momenti di solleticare il tifo interista parlando delle altre squadre, ma ormai ha capito che quando parla della Juve c’è più gusto. Ed è per questo che a febbraio l’allenatore portoghese è protagonista di un altro capitolo della piccola storia delle conferenze stampe mourinhane: “Non capisco perché per quello che succede nel calcio italiano dobbiamo tutti fare come quell’animale di cui non so dire il nome in italiano (sapeva che era lo struzzo ma è probabile non abbia voluto citarlo per non incorrere in errori di dizione), che mette la testa là (sotto la sabbia). O c’è coerenza o non c’è coerenza. Però di aree di 25 metri ce n’è solo una in Italia”.
Dopo aver vinto tutto con l’Inter, Mou va al Real Madrid e non è presente quando la Juve inizia a vincere con Conte prima e Allegri poi. Solo otto anni dopo, quando è sulla panchina del Manchester United, affronta di nuovo la Juve proprio di Allegri nel girone inziale di Champions League. All’Old Trafford è vittoria bianconera con gol di Dybala, insulti per 90’ dai tifosi juventini e l’immagine di quelle tre dita colorate di nerazzurro. “Loro hanno dei problemi col mio Triplete all’Inter” dice a fine partita, “ma io l’ho vinto e loro non ancora”.
Al ritorno gli insulti sono quattro volte di più e succede quello che poi spesso succede con Mou. Vince la partita in rimonta e a fine gara va quasi al centro del campo e mette il dito davanti alla bocca, come per ammutolire i tifosi che gli urlano di tutto. Si fa avanti Bonucci per chiedere spiegazioni e la lite verbale tra i due infuoca ancora di più l’atmosfera. Se lo scorso anno le sfide tra Roma e Juventus sono scivolate via senza grandi dissidi, quest’anno potrebbe essere diverso. Mourinho è caldissimo, la Juve vuole tornare a vincere, Allegri e Mou non sono grandi amiconi. Sul campo sarà spettacolo, ma anche fuori aspettiamoci scintille.