È morta, ma non si conosce il motivo del decesso. Si tratta di una militare greca di appena 19 anni, spirata all’ospedale del Mare di Napoli poche ore dopo il ricovero, avvenuto nella giornata di ieri, 26 agosto. Il tampone post mortem effettuato sulla vittima ha dato esito positivo al Covid, ma altri due connazionali ricoverati in gravi condizioni al Cotugno e tenuti continuamente sotto monitoraggio, sono negativi. Per questo le indagini rimangono aperte e i medici ipotizzano piuttosto una tossinfezione alimentare.
Al centro della vicenda ci sono tre militari della nave Prometheus, partita da Tunisi e utilizzata per la formazione di cadetti, che si trova ora nel porto di Napoli. In seguito all’esito del tampone della vittima e per scongiurare il rischio di un focolaio a bordo, le autorità sanitarie hanno disposto che l’intero equipaggio fosse messo in quarantena. Dal vertice in Prefettura, convocato questa mattina, 26 agosto, è emersa la decisione di procedere all’effettuazione di tamponi a tappeto su tutti i militari – ovvero su 250 persone – e di proseguire il monitoraggio sanitario anche in altre direzioni.
Sulla questione è intervenuto anche l’Usmaf, l’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero della Salute. I due militari, attualmente ricoverati al Cotugno, sono un uomo ed una donna e hanno entrambi 21 anni. Come detto, il tampone effettuato su di loro ha dato esito negativo. Per questo, dopo la morte della loro collega, i medici hanno ipotizzato che i tre siano stati colpiti da una tossinfezione alimentare, probabilmente per cibo ingerito a Tunisi, l’ultimo porto toccato dalla nave prima di arrivare a Napoli. Dalle prime testimonianze, infatti, risulta che, nel corso della sosta nella capitale tunisina, una decina di membri dell’equipaggio abbiano avuto problemi gastrici in seguito ad una serata in un fast food. L’ipotesi più accreditata, al momento, è quindi quella di una tossinfezione gastrica. La Procura ha disposto l’autopsia.