Un giudice federale del Texas ha cancellato il bando statale che vieta alle persone tra i 18 e i 21 anni di portare armi: è la prima rilevante decisione giudiziaria dopo che a giugno la Corte suprema aveva stabilito per la prima volta che il secondo emendamento garantisce a un individuo il diritto di andare in giro con un’arma per autodifesa. La Corte ha suggerito ai giudici federali di applicare solo un test storico nel valutare i processi riguardanti le armi, affermando che una regola è costituzionale solo se simile a quelle esistenti nel XVIII secolo, quando il secondo emendamento fu ratificato.
Citando proprio l’opinione della Corte suprema, il giudice texano Mark Pittman ha sentenziato che non c’è alcuna tradizione storica di divieto di portare le armi in pubblico ai giovani, che a 18-20 anni potevano fare parte della milizia. La limitazione dell’età riguarda solo il porto d’armi perché a 18 anni si possono già acquistare anche i fucili semi automatici usati spesso nelle stragi.
A giugno, il presidente Joe Biden si era detto “profondamente deluso” dalla decisione della Corte e tramite una nota Casa Bianca aveva chiesto agli stati americani di “far sentire la loro voce” sulle pistole e sui fucili e “continuare ad attuare norme di buon senso” per la sicurezza dei loro cittadini di fronte alla violenza con armi da fuoco. Tra l’altro, nei mesi scorsi il dibattito su questo tema era stato riacceso in seguito alla recente strage nella scuola elementare in Texas: poco prima si era trovato al Congresso un accordo bipartisan per approvare un pacchetto di misure per un maggiore controllo sulle vendite di armi. A pochi giorni dalla sparatoria, la sezione Sunday Review del New York Times aveva deciso di pubblicare in copertina una lista di 12 massacri compiuti negli ultimi cinque anni: oltre 200 vittime. Le armi erano “tutte detenute legalmente”.