Ucraina, sei mesi dopo: la comunità internazionale continui a sostenere gli sfollati
Dopo la prima straordinaria ondata di solidarietà verso il popolo ucraino, a sei mesi dall’inizio del conflitto è fondamentale che Europa e comunità internazionale continuino a sostenere l’accoglienza dei profughi nei Paesi al confine. In particolare aumentando gli aiuti a Polonia, Romania e Moldavia, che si stanno facendo carico di dare rifugio a gran parte degli ucraini in fuga da un conflitto, che secondo le stime (al ribasso) delle Nazioni unite ha causato 13 mila vittime e lasciato 17,7 milioni di persone a dover dipendere dagli aiuti umanitari per sopravvivere, solo dentro l’Ucraina. È perciò essenziale, oggi più che mai, mantenere alta l’attenzione oltre che sul dramma della guerra che si sta perpetrando, sui rischi che stanno correndo gli ucraini in fuga dal Paese. Sono oltre sei milioni quelli che sono riusciti a lasciare l’Ucraina, quasi altrettanti gli sfollati interni.
Si tratta in gran parte di donne, a volte rimaste vittime di abusi e violenze da parte di soldati, che spesso non riescono a trovare l’assistenza psicologica o il sostegno di cui hanno bisogno; di minori, che in diversi casi attraversano il confine ucraino da soli rischiando di restare vittime di tratta e sfruttamento; di anziani e persone con disabilità che hanno bisogno di un’assistenza dedicata, che spesso manca. Assieme a loro sono tante anche le persone Lgbtqia+, i cittadini di paesi terzi e le persone di colore o di minoranza rom fuggite dall’Ucraina, ma che si sono trovate ad affrontare fenomeni di discriminazione, barriere linguistiche e legali, dovute anche alla mancanza di servizi specializzati adatti alle loro esigenze.
L’emergenza in Moldavia e Polonia
Nonostante gli sforzi immediati messi in campo dai governi per far fronte all’emergenza e garantire ai rifugiati ucraini di poter lavorare, avere un alloggio e assistenza, oggi in tanti, troppi, si stanno chiedendo quindi cosa sarà di loro nel prossimo futuro. Di fronte a mille difficoltà quotidiane, spesso separati dal resto della propria famiglia, con la prospettiva che un esilio che speravano durasse solo qualche mese possa prolungarsi e non di poco, con l’inasprirsi e il cronicizzarsi del conflitto. Come successo, ad esempio, al popolo siriano. In Polonia, come del resto anche in Italia seppur con numeri assai inferiori, in molti hanno trovato accoglienza in abitazioni private, grazie alla solidarietà di tante famiglie che hanno deciso di condividere la propria casa; oppure sono stati costretti a utilizzare i pochi risparmi che avevano per pagarsi un affitto. Ma adesso con un’inflazione alle stelle, l’aumento dei costi di energia e delle abitazioni, non riescono più a far fronte alle spese quotidiane.
Una situazione che se sta mettendo in ginocchio tante famiglie in Italia, si può facilmente intuire quale effetto devastante possa avere su chi ha perso tutto per la guerra. Inoltre il governo polacco dal primo luglio ha sospeso gli aiuti, pari a circa nove dollari al giorno, destinati alle famiglie che si sono fatte carico dell’accoglienza. In mezzo, il rischio che si creino delle disuguaglianze nell’accoglienza degli stessi ucraini. In Moldavia, ad esempio, tante famiglie ancora oggi sono costrette a vivere tutte assieme nelle palestre delle scuole, con scarsi servizi. E in gran parte sono cittadini ucraini di etnia rom, che spesso vengono indirizzati verso centri che garantiscono un’accoglienza di gran lunga peggiore rispetto a quella riservata agli altri rifugiati ucraini.
Le difficoltà nella risposta umanitaria
Anche le molte organizzazioni locali e non che si sono fatte carico dal primo giorno dell’aiuto ai rifugiati adesso stanno affrontando sfide sempre più difficili. Per far fronte ai bisogni crescenti nei primi mesi hanno dovuto rivolgersi spesso a personale volontario, che adesso fatica sempre di più a conciliare i propri impegni con lo sforzo umanitario. In questo scenario è quindi necessario che i governi e la comunità internazionale si attivino subito per coordinare in modo più efficace una risposta di lungo termine per l’accoglienza dei rifugiati. Un appello, a cui assieme ad altre organizzazioni al lavoro sul campo, si unisce anche Oxfam, che con tanti partner locali ha soccorso finora oltre 700 mila profughi ucraini nei paesi al confine ucraino e dentro il paese per garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari nei centri di accoglienza; alloggi temporanei e beni di prima necessità ai nuovi arrivati; supporto psicologico e orientamento alle persone più vulnerabili a rischio di sfruttamento e tratta.
Nessuno in fuga dalla guerra può essere vittima di discriminazioni
Un aiuto e una solidarietà di cui l’Europa e l’Italia, e in generale la comunità internazionale, hanno già dimostrato di essere capaci verso il popolo ucraino, ma che allo stesso modo deve essere rivolta a qualsiasi persona in fuga da guerra e miseria, sia nei paesi di origine oggi spesso sull’orlo della carestia, come in Africa, che all’interno dei confini dell’Unione. Allo stesso tempo è fondamentale che i governi dei paesi al confine con l’Ucraina si impegnino per garantire che tutti i rifugiati ricevano l’aiuto e il sostegno di cui hanno bisogno; e a sostenere le comunità locali, la società civile e le tante famiglie che si stanno facendo carico di parte dell’accoglienza e fino ad oggi hanno dimostrato una straordinaria solidarietà.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Amsterdam, 3 feb. –(Adnkronos) - E' nell'ottica di una semplificazione "in linea con i cambiamenti comunicati" a dicembre al momento dell'uscita di Carlos Tavares, la riorganizzazione annunciata questa mattina da Stellantis. Un 'aggiornamento' che rafforza il ruolo delle singole regioni, accorpa ingegneria e software, rilancia su qualità e marketing e vede l'uscita di scena di alcuni top manager. Decisioni - si spiega in una nota - che "consentono il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione" e "rafforzano ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti" ponendo "le basi per una rinnovata crescita".
A livello di management, Linda Jackson lascia il gruppo e al vertice del brand Peugeot è sostituita da Alain Favey. Abbandona anche Yves Bonnefont, Chief Software Office, visto che "le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente". Nuovo responsabile anche per Jeep, con la nomina di Bob Broderdorf, dal momento che Antonio Filosa - che mantiene il suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America - assume la leadership globale dell’ente Quality, definito "fulcro della promessa dell’azienda ai clienti".
Nuovo capo anche per DS, dal momento che Olivier François - che mantiene la responsabilità di Fiat e Abarth - guiderà un nuovo Marketing Office, per seguire meglio le attività di promozione dei singoli brand e "supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz e Anne Abboud è stata nominata alla guida dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.
Come sottolinea il Chairman di Stellantis John Elkann "gli annunci di oggi semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Confermata la linea sul processo di nomina del nuovo Chief Executive Officer che "è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025".
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.
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Paolo Pezzati
Portavoce per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia
Mondo - 26 Agosto 2022
Ucraina, sei mesi dopo: la comunità internazionale continui a sostenere gli sfollati
Dopo la prima straordinaria ondata di solidarietà verso il popolo ucraino, a sei mesi dall’inizio del conflitto è fondamentale che Europa e comunità internazionale continuino a sostenere l’accoglienza dei profughi nei Paesi al confine. In particolare aumentando gli aiuti a Polonia, Romania e Moldavia, che si stanno facendo carico di dare rifugio a gran parte degli ucraini in fuga da un conflitto, che secondo le stime (al ribasso) delle Nazioni unite ha causato 13 mila vittime e lasciato 17,7 milioni di persone a dover dipendere dagli aiuti umanitari per sopravvivere, solo dentro l’Ucraina. È perciò essenziale, oggi più che mai, mantenere alta l’attenzione oltre che sul dramma della guerra che si sta perpetrando, sui rischi che stanno correndo gli ucraini in fuga dal Paese. Sono oltre sei milioni quelli che sono riusciti a lasciare l’Ucraina, quasi altrettanti gli sfollati interni.
Si tratta in gran parte di donne, a volte rimaste vittime di abusi e violenze da parte di soldati, che spesso non riescono a trovare l’assistenza psicologica o il sostegno di cui hanno bisogno; di minori, che in diversi casi attraversano il confine ucraino da soli rischiando di restare vittime di tratta e sfruttamento; di anziani e persone con disabilità che hanno bisogno di un’assistenza dedicata, che spesso manca. Assieme a loro sono tante anche le persone Lgbtqia+, i cittadini di paesi terzi e le persone di colore o di minoranza rom fuggite dall’Ucraina, ma che si sono trovate ad affrontare fenomeni di discriminazione, barriere linguistiche e legali, dovute anche alla mancanza di servizi specializzati adatti alle loro esigenze.
L’emergenza in Moldavia e Polonia
Nonostante gli sforzi immediati messi in campo dai governi per far fronte all’emergenza e garantire ai rifugiati ucraini di poter lavorare, avere un alloggio e assistenza, oggi in tanti, troppi, si stanno chiedendo quindi cosa sarà di loro nel prossimo futuro. Di fronte a mille difficoltà quotidiane, spesso separati dal resto della propria famiglia, con la prospettiva che un esilio che speravano durasse solo qualche mese possa prolungarsi e non di poco, con l’inasprirsi e il cronicizzarsi del conflitto. Come successo, ad esempio, al popolo siriano. In Polonia, come del resto anche in Italia seppur con numeri assai inferiori, in molti hanno trovato accoglienza in abitazioni private, grazie alla solidarietà di tante famiglie che hanno deciso di condividere la propria casa; oppure sono stati costretti a utilizzare i pochi risparmi che avevano per pagarsi un affitto. Ma adesso con un’inflazione alle stelle, l’aumento dei costi di energia e delle abitazioni, non riescono più a far fronte alle spese quotidiane.
Una situazione che se sta mettendo in ginocchio tante famiglie in Italia, si può facilmente intuire quale effetto devastante possa avere su chi ha perso tutto per la guerra. Inoltre il governo polacco dal primo luglio ha sospeso gli aiuti, pari a circa nove dollari al giorno, destinati alle famiglie che si sono fatte carico dell’accoglienza. In mezzo, il rischio che si creino delle disuguaglianze nell’accoglienza degli stessi ucraini. In Moldavia, ad esempio, tante famiglie ancora oggi sono costrette a vivere tutte assieme nelle palestre delle scuole, con scarsi servizi. E in gran parte sono cittadini ucraini di etnia rom, che spesso vengono indirizzati verso centri che garantiscono un’accoglienza di gran lunga peggiore rispetto a quella riservata agli altri rifugiati ucraini.
Le difficoltà nella risposta umanitaria
Anche le molte organizzazioni locali e non che si sono fatte carico dal primo giorno dell’aiuto ai rifugiati adesso stanno affrontando sfide sempre più difficili. Per far fronte ai bisogni crescenti nei primi mesi hanno dovuto rivolgersi spesso a personale volontario, che adesso fatica sempre di più a conciliare i propri impegni con lo sforzo umanitario. In questo scenario è quindi necessario che i governi e la comunità internazionale si attivino subito per coordinare in modo più efficace una risposta di lungo termine per l’accoglienza dei rifugiati. Un appello, a cui assieme ad altre organizzazioni al lavoro sul campo, si unisce anche Oxfam, che con tanti partner locali ha soccorso finora oltre 700 mila profughi ucraini nei paesi al confine ucraino e dentro il paese per garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari nei centri di accoglienza; alloggi temporanei e beni di prima necessità ai nuovi arrivati; supporto psicologico e orientamento alle persone più vulnerabili a rischio di sfruttamento e tratta.
Nessuno in fuga dalla guerra può essere vittima di discriminazioni
Un aiuto e una solidarietà di cui l’Europa e l’Italia, e in generale la comunità internazionale, hanno già dimostrato di essere capaci verso il popolo ucraino, ma che allo stesso modo deve essere rivolta a qualsiasi persona in fuga da guerra e miseria, sia nei paesi di origine oggi spesso sull’orlo della carestia, come in Africa, che all’interno dei confini dell’Unione. Allo stesso tempo è fondamentale che i governi dei paesi al confine con l’Ucraina si impegnino per garantire che tutti i rifugiati ricevano l’aiuto e il sostegno di cui hanno bisogno; e a sostenere le comunità locali, la società civile e le tante famiglie che si stanno facendo carico di parte dell’accoglienza e fino ad oggi hanno dimostrato una straordinaria solidarietà.
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Amsterdam, 3 feb. –(Adnkronos) - E' nell'ottica di una semplificazione "in linea con i cambiamenti comunicati" a dicembre al momento dell'uscita di Carlos Tavares, la riorganizzazione annunciata questa mattina da Stellantis. Un 'aggiornamento' che rafforza il ruolo delle singole regioni, accorpa ingegneria e software, rilancia su qualità e marketing e vede l'uscita di scena di alcuni top manager. Decisioni - si spiega in una nota - che "consentono il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione" e "rafforzano ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti" ponendo "le basi per una rinnovata crescita".
A livello di management, Linda Jackson lascia il gruppo e al vertice del brand Peugeot è sostituita da Alain Favey. Abbandona anche Yves Bonnefont, Chief Software Office, visto che "le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente". Nuovo responsabile anche per Jeep, con la nomina di Bob Broderdorf, dal momento che Antonio Filosa - che mantiene il suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America - assume la leadership globale dell’ente Quality, definito "fulcro della promessa dell’azienda ai clienti".
Nuovo capo anche per DS, dal momento che Olivier François - che mantiene la responsabilità di Fiat e Abarth - guiderà un nuovo Marketing Office, per seguire meglio le attività di promozione dei singoli brand e "supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz e Anne Abboud è stata nominata alla guida dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.
Come sottolinea il Chairman di Stellantis John Elkann "gli annunci di oggi semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Confermata la linea sul processo di nomina del nuovo Chief Executive Officer che "è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025".
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.