Tutti parlano di povertà in aumento (anche dopo aver visto i dati di Eurostat) ma nessuno affronta il ragionamento di disciplinare alcuni strumenti che alimentano il fenomeno del sovra indebitamento, quella difficile situazione di coloro, consumatori o piccole imprese, che non riescono a pagare i propri debiti a causa di uno squilibrio tra le disponibilità economiche e i debiti da pagare. Ovviamente qui parliamo di azioni “preventive” per non aumentare il numero dei cittadini sovra indebitati perché come azione correttiva ex post, fortunatamente, esiste già una legge che prevede, al fine di porre rimedio alle situazioni di sovra indebitamento, che sia consentito al debitore di concludere un accordo con i creditori che possa prevedere una soddisfazione parziale del debito o anche una dilazione del pagamento. E’ la legge 3/2012 detta anche “legge salva suicidi”, nickname che conferma (si ricorre al suicidio quando il dramma è consolidato) la natura di tutela a posteriori del provvedimento.
Nessuno si sofferma, invece, su uno strumento finanziario, allo stato assolutamente non disciplinato, che inizia a diffondersi in maniera capillare e che, se non regolamentato adeguatamente, continuerà a sostenere la crescita della popolazione sovra indebitata. Si tratta del Buy Now Pay Later (Bnpl), che ha rapidamente conquistato importanti quote di mercato a discapito dei tradizionali strumenti di credito al consumo. Uno strumento creditizio che consente ai consumatori di ripartire in più rate (solitamente tre o quattro) i propri acquisti in negozio e online e che risulta più conveniente rispetto ai tradizionali strumenti di credito (anche della similare e micidiale carta di credito revolving) poiché in molti casi non prevede l’applicazione di tassi d’interesse (se il commerciante decide di sostenere quella spesa per conto dei suoi clienti), non impatta il credit scoring del consumatore né richiede il superamento di controlli stringenti del proprio merito creditizio.
Ecco proprio la facilità con cui poter accedere ai servizi di Bnpl deve far preoccupare, non perché faciliti l’inclusione finanziaria (che sostengo da tempo), ma perché tende a stimolare gli acquisti impulsivi soprattutto da parte dei più giovani (il segmento più debole e finanziariamente instabile) e di una sempre più vasta gamma di beni con prezzi medi contenuti quali abbigliamento, accessori e prodotti per la casa e per la cura personale.
Secondo l’analisi condotta da Piplsay, il 61% degli utenti negli Usa utilizza il Bnpl per l’acquisto di prodotti troppo cari che superano il proprio budget o per i quali non si dispone di fondi sufficienti, con conseguenti ritardo nel pagamento delle rete (42%). Inoltre secondo un’indagine di Crif, oltre il 20% dei clienti Bnpl ha più linee di credito attive, e gli stessi clienti sono più rischiosi dei richiedenti prestiti classici di 1.7 volte. In altre parole, oltre a far dubitare dell’effettiva necessità di ricorrere con quotidianità a forme di credito, specie per l’acquisto di prodotti e servizi a basso ticket, l’utilizzo continuo del Bnpl rischia di mettere in ombra la natura creditizia di questo strumento e di compromettere la capacità di giudizio del consumatore che non percepisce la dimensione finanziaria che si cela dietro i suoi acquisti. “Basta Non Pagare L’inutile” potrebbe essere la traduzione etica dell’acronimo.
Per quanto riguarda poi la mancata applicazione di un tasso di interesse finora adottata dai principali players, la pacchia sta per finire per l’aumento dei tassi e dell’inflazione che hanno prodotto una drastica (anche oltre il 90%) riduzione della valutazione di mercato dei principali players, che devono quindi trovare un modo per mantenere l’attività redditizia continuando a fare i conti su una sempre maggiore pressione fiscale. Immaginate come e a danno di chi? Facile.
Mi chiedo come mai nessuno schieramento politico accenni ad una legge che disciplini il fenomeno. Potrebbe essere un argomento oggetto di un programma di governo da presentare in campagna elettorale. Ma si sa che il mondo della finanza serve moltissimo in campagna elettorale.