Venti nuovi cardinali e un appello contro una nuova Guerra Fredda in Europa. È quanto avvenuto durante il concistoro convocato da Papa Francesco nella Basilica Vaticana il 27 agosto, una data abbastanza insolita per questo tipo di eventi. Concistoro al quale Bergoglio ha invitato anche il cardinale Angelo Becciu, attualmente imputato in Vaticano per peculato e abuso d’ufficio anche in concorso, nonché subornazione, ovvero di aver cercato di far ritrattare monsignor Alberto Perlasca, ritenuto dai magistrati della Santa Sede il testimone chiave. Il Papa ha anche fissato la data delle canonizzazioni di Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti che saranno celebrate da lui il 9 ottobre 2022 in piazza San Pietro.
“Un cardinale – ha affermato Francesco – ama la Chiesa, sempre con il medesimo fuoco spirituale, sia trattando le grandi questioni che occupandosi di quelle piccole. Sia incontrando i grandi di questo mondo, deve farlo, tante volte, che i piccoli, che sono grandi davanti a Dio. Penso, ad esempio, al cardinale Casaroli, giustamente celebre per il suo sguardo aperto ad assecondare, con dialogo sapiente e paziente, i nuovi orizzonti dell’Europa dopo la Guerra Fredda, e Dio non voglia che la miopia umana chiuda di nuovo quegli orizzonti che lui ha aperto, ma agli occhi di Dio hanno altrettanto valore le visite che regolarmente egli faceva ai giovani detenuti in un carcere minorile di Roma, dove era chiamato ‘don Agostino’. Faceva la grande diplomazia, il martirio della pazienza, così era la sua vita, insieme alla visita settimanale a Casal del Marmo, con i giovani. E quanti esempi di questo tipo si potrebbero portare”.
“Mi viene in mente – ha aggiunto Bergoglio – il cardinale Van Thuân, chiamato a pascere il popolo di Dio in un altro scenario cruciale del XX secolo e nello stesso tempo animato dal fuoco dell’amore di Cristo a prendersi cura dell’anima del carceriere che vigilava sulla porta della sua cella. Questa gente non aveva paura del ‘grande’, del ‘massimo’. Ma anche prendeva il ‘piccolo’ di ogni giorno. Dopo un incontro nel quale il cardinale Casaroli aveva informato san Giovanni XXIII della sua ultima missione, non so se in Slovacchia o in Cechia, uno di questi Paesi, si parlava di alta politica, e quando se ne stava andando il Papa lo chiamò e gli disse ‘ah, Eminenza, una cosa. Lei continua ad andare da quei giovani carcerati?’. ‘Sì’. ‘Non li lasci mai’. La grande diplomazia e la piccola cosa pastorale. Questo è il cuore di un prete, il cuore di un cardinale”. “E non voglio finire – ha concluso il Papa – senza un ricordo del cardinale Richard Kuuia Baawobr, vescovo di Wa, che ieri, all’arrivo a Roma, si sentiva male ed è stato ricoverato per un problema al cuore e gli hanno fatto, credo, un intervento, qualcosa del genere. Preghiamo per questo fratello che doveva essere qui ed è ricoverato”.
Dei venti nuovi cardinali, sedici sono elettori in un eventuale conclave, ovvero con meno di 80 anni. Il numero dei porporati che possono eleggere il Papa sale così a 132, dodici in più del limite fissato da san Paolo VI e confermato da san Giovanni Paolo II. Tra essi ci sono due italiani: Oscar Cantoni, vescovo di Como, e Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia. Tre i nuovi porporati elettori della Curia romana: Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Lazzaro You Heung sik, prefetto del Dicastero per il clero, e Fernando Vérgez Alzaga, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Nella lista dei nuovi cardinali c’era anche Lucas Van Looy, vescovo emerito di Gent in Belgio, che ha rinunciato alla porpora ammettendo di aver insabbiato la pedofilia del suo clero. Al termine del concistoro, come ormai tradizione, Francesco e i nuovi cardinali si sono recati al Monastero Mater Ecclesiae per salutare il Papa emerito Benedetto XVI.