Fioccano le dichiarazioni contrarie alla proposta di introdurre un giorno alla settimana di didattica a distanza nelle scuole, avanzata dal presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. "I nostri ragazzi hanno già pagato abbastanza", scrive su Facebook Giuseppe Conte. Lo stesso vale per Matteo Salvini e messaggi analoghi stanno arrivando dalle altre forze politiche. Le proposte dei sindacati: "Si cominci intanto ad abbassare le luci nei centri commerciali o ad abbassare i riscaldamenti negli uffici pubblici in generale"
La proposta di affrontare il caro energia anche con un giorno di Dad, lanciata dall’Associazione Nazionale Presidi (ANP), ha scatenato una levata di scudi. Intanto dai sindacati della scuola, compatti nel definire folle l’ipotesi avanzata dal presidente di ANP Antonello Giannelli. Ma anche dalla politica, che trasversalmente si esprime in favore di studenti “già sacrificati” dall’emergenza Covid degli ultimi anni. La proposta di Giannelli riguarderebbe il sabato, magari allungando il tempo di permanenza negli altri giorni della settimana. Ma momento non sembra trovare sponde, con i leader dei partiti che chiedono di non penalizzare ulteriormente la scuola e il sottosegretario all’Istruzione Rossano Rosso che avverte: “Impossibile da realizzare a pochi giorni dalla partenza”
“Di fronte a questa nuova crisi anche la scuola deve fare la sua parte, come tutti noi: non è pensabile che si sottragga ma qualsiasi misura si decida di prendere per risparmiare metano ed energia elettrica, questa non deve pregiudicare il diritto allo studio né deve essere lasciata alla decisione della singola scuola”, sono le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dal capo dell’ANP, principale associazione sindacale dei presidi. Giannelli ipotizza di riattivare la Didattica a distanza, il meccanismo rodato durante la pandemia, chiudendo le scuole il sabato per tutti fermando così riscaldamenti e attrezzature e limitando il consumo di gas e luce. Il sabato è una giornata in cui già una parte degli istituti, soprattutto quelli frequentati dai più piccoli, sono chiusi e da più parti arriva l’interesse a spostare le ore del sabato sul resto della settimana, allungando l’orario degli altri giorni. Una Dad “limitata” che secondo il capo di ANP non comporterebbe grossi sacrifici agli studenti.
A pensarci, ragiona Giannelli, non dovranno però essere le singole scuole la cui autonomia “deve avere dei limiti”. Piuttosto dovrebbe occuparsene il Parlamento, “per imporre a tutte le scuole una soluzione temporanea”. Ma la politica, per ora, è di parere contrario. A partire dal sottosegretario all’Istruzione, il leghista Sasso, che giudica l’ipotesi “da respingere”, sia sul piano organizzativo: “Impossibile da realizzare a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, per gli istituti come per le famiglia”. Sia sul piano politico: “Lasciamo in pace chi in questi anni ha pagato di più a livello di deprivazione culturale”. “Assolutamente no, lavoriamo per azzerare gli aumenti delle bollette, non per sacrificare scuola e studenti”, tuona il leader della Lega, Matteo Salvini. Critiche anche da Forza Italia: “Non è una soluzione, ma una scappatoia”, taglia corto la senatrice Licia Ronzulli. Giuseppe Conte chiarisce l’indisponibilità su Facebook: “Il Movimento 5 Stelle non è affatto favorevole alle proposte che iniziano a circolare che prevedono riduzioni di orario e ritorno alla Dad nelle scuole per risparmiare energia. Altro discorso è valutare con i dirigenti scolastici la possibilità di una redistribuzione dell’orario scolastico che, in un quadro integrato col sistema dei trasporti, possa generare economie di sistema. I nostri ragazzi hanno già dato“.
Duri anche i sindacati della scuola. “Sono altre le decisioni radicali da prendere sul caro energia in questa fase, la scuola è l’ultima realtà da prendere in considerazione quanto alle limitazioni eventualmente necessarie”, attacca Ivana Barbacci, segretario Cisl Scuola. Che propone: “Si cominci intanto ad abbassare le luci nei centri commerciali, che potrebbero essere tenuti chiusi la domenica, o ad abbassare i riscaldamenti negli uffici pubblici in generale”. E di “follia” parla il segretario Uil Scuola Giuseppe D’Aprile: “Semmai meno termosifoni in Parlamento. La Dad è una follia soprattutto se pensiamo che le linee guida per il Covid quest’anno prevedono come unica soluzione di aprire le finestre magari con i termosifoni accesi”. Marcello Pacifico del sindacato Anief rilancia: “Non siamo disposti a ripartire con la Dad, né è più prevista, nemmeno per i positivi al Covid. Bisogna riaprire la scuola, magari dando organico aggiuntivo agli istituti”