Mentre Verstappen corre senza rivali e frantuma altri record, il circuito di Spa ha mostrato all'improvviso un gap altissimo tra la Rossa e i rivali austriaci, che finora in stagione non si era mai visto. Contano l’efficienza aerodinamica e un motore superiore, forse anche la direttiva anti-porpoising. Ma anche il nuovo sistema ibrido alla power unit non ha funzionato. Ora Maranello deve pensare già al 2023, Binotto: "Siamo a buon punto"
Una Red Bull così è troppo per tutti, non solo per la Ferrari. Mentre il dominio di Verstappen visto oggi in Belgio lo fa entrare ancor più nella storia. Capace di rifilare al traguardo 17”8 a Pérez e 26”8 a Sainz, gli altri sul podio dopo una gara a parte, a soli 24 anni e 331 giorni l’olandese ha già vinto 29 gare, molto più di quanto avevano fatto Vettel (22), Alonso (14) e Hamilton (11). Un pilota mai sazio di successi e anche appassionato di rimonte: se in Ungheria, prima della pausa-estiva, aveva chiuso davanti a tutti partendo dal decimo posto (per i problemi di potenza in qualifica), a Spa è passato dal 14esimo al primo in soli 12 giri, mentre quattro tornate prima era già in zona podio. Ciò vuol dire che quella del Campione 2021 è la rimonta più veloce in tutta la storia della F1. Già diverse statistiche le aveva rotte nel 2021, vincendo poi il titolo ad Abu Dhabi, ma ora l’olandese ha tutto il tempo dalla sua per diventare una leggenda indiscussa.
Ferrari, tante riflessioni da fare
Se la Red Bull sorride e domina in Belgio — facendolo anche nel secondo settore, quello più guidato che doveva essere a favore di Maranello —, la Ferrari vola in Olanda con l’unica consolazione del podio di Sainz: autore di una buona prova, specie nel finale quando ha dovuto difendersi dal ritorno della Mercedes di George Russell. Ma con serie riflessioni da fare, per una inferiorità così netta nei confronti dei rivali che in stagione non si era mai vista. Se in Ungheria si ipotizzava più ritmo dei rivali per le temperature basse, i 10 gradi in più visti in gara a Spa smentiscono tale teoria. Anzi, hanno fatto solo peggio alla Rossa, colpita anche dal ritorno del problema del consumo-gomma, che non si vedeva oramai dai tempi del GP di Imola. L’efficienza aerodinamica e un motore superiore in stagione a quello del Cavallino hanno creato un gap altissimo, che Sainz, a fine gara, ha provato a spiegare “nel pacchetto a basso carico non funzionante”.
Binotto: “Sarei sorpreso se la Red Bull portasse un nuovo telaio”
In Belgio, poi, era attesa la tanto temuta direttiva 039-22, quella anti–porpoising, che sembra aver più penalizzato la Ferrari rispetto a Red Bull e Mercedes. C’è ancora da aspettare qualche gara per fare valutazioni, ma non si spiega un gap così alto che Maranello aveva nei confronti dei rivali anglo-austriaci. La Rossa, poi, si è presentata in Belgio con il nuovo sistema ibrido alla power unit di Leclerc, che doveva portare una ricarica più efficace in fase di frenata e più efficienza nel gestire la potenza sul giro, ma che non ha funzionato. La speranza è che renda su altri tracciati dove tale componente è determinante, vedasi Città del Messico, mentre si teme l’ulteriore crescita della Red Bull di Verstappen, che a Singapore, ai primi di ottobre, dovrebbe introdurre un telaio più leggero di quasi 6 kg rispetto al precedente, e che nelle previsioni dovrebbe garantire un decimo e mezzo in meno sul giro. Novità che lascia di stucco lo stesso Mattia Binotto: “Sarei sorpreso se i nostri rivali la introducessero — ha detto il team principal nell’incontro con la stampa italiana dopo la gara —, non capirei dove i nostri rivali trovino tutti i soldi non sforando mai i limiti del budget cap”.
A “buon punto” nella progettazione della monoposto 2023
Non ha reso neanche l’ala posteriore Ferrari, portata per generare più carico e dare così vantaggio nel secondo settore guidato: scelta differente da quella dei rivali, che viaggiavano con una rear wing più scarica. Insomma, col Mondiale oramai evaporato dopo l’out di Leclerc in Francia, per Maranello è tempo di qualche riflessione. E forse il caso di concentrarsi del tutto sulla monoposto del 2023, chiamata a un’altra lotta con la Red Bull: “Gran parte delle scelte sono state fatte — ha aggiunto Binotto — L’auto è a buon punto nello sviluppo, rimane migliorarne la sua vestizione. Scelti elementi come telaio, sospensione e cambio in pieno rispetto coi tempi, dovremo spingere sull’aerodinamica e decidere quanto tempo dedicare in galleria del vento a una vettura piuttosto che l’altra (l’attuale F1-75, ndr). Bisogna guardare i punti deboli sulla vettura 2022, per migliorarli sull’auto dell’anno prossimo”.
Ferrari, a Zandvoort per rilanciarsi. Poi tocca a Monza
Prima, però, per la Ferrari c’è da salvare l’onore anche in questa stagione, che difficilmente porterà un titolo a Maranello. La scuderia deve infatti difendersi dal ritorno della Mercedes nelle classifiche Piloti e Costruttori. A Zandvoort, su una pista tutta curve, di alto carico e con un breve rettilineo, la Ferrari potrebbe dire la sua sulle rivali domenica prossima. A Monza (gara l’11 settembre), il rischio è di un altro sorriso Red Bull, date le caratteristiche (basso carico e lunghi rettilinei) che avvicinano l’Autodromo Nazionale a Spa. Un’altra pista di motore dove gli amanti della Rossa non vorrebbero vedere Verstappen — lontano 93 punti da Pérez e 98 da Leclerc — esultare per l’ennesima vittoria di stagione.