Ancora gravi le condizioni di Simone Toni, il ragazzo di 28 anni di Tivoli colpito da un fulmine nella serata di ieri, durante un’escursione sul Gran Sasso insieme ad altri due coetanei. Toni è ricoverato a L’Aquila nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Salvatore dove rimane in coma farmacologico e sotto stretta osservazione con continui esami ed accertamenti. Pur se con molta cautela, i medici confidano che possa farcela. Le stesse fonti mediche riferiscono infatti che la stabilità delle condizioni in casi del genere viene considerata una buona notizia. Decisivi i prossimi giorni.
Toni è stato raggiunto dalla saetta mentre ridiscendeva dal Gran Sasso dopo un’escursione con altri due giovani, a pochi metri dal loro hotel a Campo Imperatore, a ridosso dell’osservatorio astronomico locale. Secondo le ricostruzioni, i giovani stavano camminando per andare a recuperare la loro auto quando a 2.150 metri un temporale li ha colti di sorpresa. Quando un fulmine li ha raggiunti, due di loro sono stati sbalzati via, mentre Toni è stato preso in pieno dalla saetta. Secondo quanto ricostruito, il giovane è stato salvato dai soccorritori, tra cui una pattuglia dei carabinieri forestali, ma soprattutto da un medico intervenuto con l’elicottero del 118 ad alta quota nel luogo dove era stato trasportato a spalla per circa 600 metri. Per stabilizzarlo e farlo respirare gli è stata praticata una cricotiroidotomia, proprio per la impossibilità di intubarlo dalla bocca.
Sottoposto ora ai necessari esami, soprattutto di carattere neurologico e cardiologico. Gradualmente verranno fatte prove di allentamento della sedazione per verificare la reazioni cerebrali. Il 28enne è stato raggiunto da una notevole scarica elettrica che gli ha causato un arresto cardiaco e, spiegano i medici, si dovranno valutare le conseguenze della mancanza di ossigeno al cervello. La violenta scarica elettrica che gli ha provocato anche delle ustioni di media entità su alcune parti del corpo ed è per questo che i medici dell’ospedale San Salvatore sono in contatto con l’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Sempre stando a fonti mediche, con la folgorazione molto spesso si muore sul colpo: in altri casi si va in arresto cardiaco ma poi ci si riprende.