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Salvini: “Sul caro energia imitiamo il governo di Macron”. Ma in Francia Edf ha fatto causa allo Stato per 8 miliardi di euro

Salvini invita ad un'azione rapida contro il caro energia appellandosi anche agli altri leader politici, riprendendo la proposta di Carlo Calenda che plaude alle parole del leader della Lega. Il governo Macron ha fissato un tetto del 4% ai rincari delle bollette, questo ha causato enormi perdite al monopolista Edf che sta per essere completamente nazionalizzato ma ha comunque avviato una causa contro lo Stato. In un modo o nell'altro a pagare sarà sempre Parigi

“Imitare la Francia e stanziare subito 30 miliardi per contenere gli aumenti del gas. Per questo serve un accordo tra tutte le forze politiche che sostengono il governo e riunire subito il Consiglio dei ministri.” È la proposta che rilancia il leader della Lega Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa a Corigliano Rossano. “Non si deve discutere di cose vane – aggiunge Salvini – ma di come far passare l’autunno agli italiani”, ha aggiunto il leader della Lega. “Meno male. Almeno uno c’è arrivato. Dopo quattro giorni di insulti ma c’è arrivato. Chiamatelo armistizio o time out. È la stessa cosa. Vediamoci domani e proviamo a trovare un accordo per evitare il disastro”, replica su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda, includendo nel messaggio Enrico Letta, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte.

In verità non è che dal punto di vista energetico in Francia le cose vadano benissimo. Il prezzo dell’elettricità è salito su valori superiori a quelli italiani (ben oltre i 1000 euro al megawattora) nonostante il paese dipenda molto poco dal gas. A creare problemi sono i ripetuti stop e rallentamenti al parco delle centrali nucleari che in condizioni normali forniscono il 70% dell’energia usata in Francia. Ma in questa fase per interventi dovuti a manutenzione straordinaria e ordinaria, età degli impianti e, negli ultimi mesi, siccità. i reattori producono circa la metà dell’energia che serve al paese.

In questo scenario il governo Macron ha provato a correre ai ripari fissando un tetto del 4% ai rincari delle bollette, mossa relativamente semplice se si ha a che fare con un quasi monopolista a larga maggioranza pubblico come Edf. Dare sollievo a cittadini e imprese è necessario ancor prima che auspicabile che il modello francese sia quello da imitare lascia qualche dubbio. L’unica certezza è che qualcuno alla fine deve pur pagare. In Francia è stato il colosso monopolista dell’energia, Electricité de France (Edf) che, dall’introduzione del tetto decisa lo scorso gennaio, ha accumulato oltre 8 miliardi di perdite. Un rosso fuoco che ha indotto Edf a fare causa allo Stato francese per l’imposizione del limite agli adeguamenti tariffari. Situazione per alcuni versi paradossale visto che il gruppo era già controllato dallo Stato francese all’84% e ora Parigi si appresta a nazionalizzarlo completamente, anche per far fronte agli ingenti costi di manutenzione e ammodernamento degli impianti nucleari (stimati in una cinquantina di miliardi di euro). Già lo scorso febbraio il governo francese era stato costretto a iniettare nel gruppo 3,2 miliardi di euro per assicurare la stabilità dei bilanci.

Traslato nel contesto italiano il “modello francese” imporrebbe a gruppi come Enel ed Eni (entrambe controllate al 30% dallo Stato) di limitare gli aumenti delle bollette sopportando i mancati guadagni. Oppure no? Nella proposta di Salvini alla fine non è chiarissimo chi dovrebbe pagare. Il leader della Lega parla di uno stanziamento di 30 miliardi di euro. Quindi i mancati rincari li assorbirebbero le casse pubbliche (come sta in parte già avvenendo con le misure varate sinora dal governo Draghi). Nel modello francese a pagare è stata invece Edf. In Italia significherebbe incidere sui conti di Enel ed Eni che negli ultimi trimestri hanno comunque messo a segno profitti record proprio grazie agli aumenti di gas ed elettricità. Utili che dovrebbero in parte già essere destinati al sollievo dei bilanci di cittadini e aziende con la tassa sugli extra profitti che però, sinora, ha garantito gettiti modesti.