Aumento della temperatura media annuale del mare dovuta al riscaldamento globale e picchi di calore straordinari come quello che ha portato a un aumento di 8 gradi in 15 giorni all’inizio di questa estate. I dati che arrivano dalla prima “Smart Bay” italiana, progetto di monitoraggio di Enea attivo dal 2021 a Lerici, in provincia di La Spezia, non sono incoraggianti ma aiutano a rendersi conto della necessità di prendere le possibili contromisure. “L’obiettivo del progetto Smart Bay è quello di mettere al servizio delle comunità locali i risultati del monitoraggio di diversi dati provenienti dal mare come la temperatura il livello di salinità e ossigenazione – spiega a ilFattoQuotidiano.it la ricercatrice Chiara Lombardi – la salvaguardia dell’ecosistema marino non solo è importante a livello ambientale ma è anche l’unica possibilità per tutelare i ‘servizi’ che il mare offre al territorio”.
Nella rete che collabora con i ricercatori anche la cooperativa mitilicoltori spezzini, allevatori di frutti di mare che hanno ben chiare le conseguenze dell’aumento delle temperature del mare: “La siccità diminuisce l’ossigenazione del mare e il caldo rende molto più voraci le orate, che in questi mesi hanno letteralmente divorato il 40-50% della produzione di muscoli e ostriche dei nostri vivai” spiega il presidente Paolo Varrella. Tra le ricette per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e salvaguardare ambiente e filiera economica dei pescatori la possibilità di installare delle pompe di calore: “È essenziale ridurre al minimo il nostro impatto sull’ambiente e raffreddare la temperatura, è un sistema che usano già nel nord Europa e perfettamente esportabile anche qui – continua Varrella – credo che quello che manchi è la volontà politica, più che di ‘agenda Draghi’, in questo clima di campagna elettorale, mi piacerebbe sentire parlare di ‘agenda Greta’, gli effetti del riscaldamento climatico si fanno già sentire e rischiano di causare problemi enormi con l’aumento di frequenza e intensità di fenomeni estremi”.