Hanno incarichi di responsabilità, un lauto stipendio e davanti ancora mesi, o più spesso anni, di mandato. Eppure si candidano (e si fanno candidare) per lasciare a metà l’opera amministrativa e traslocare sui più comodi e meno responsabilizzanti scranni del Parlamento. Sono 33 gli assessori regionali di tutta Italia i cui nomi compaiono nelle liste elettorali per la Camera e il Senato: tra loro sei vicepresidenti e persino un governatore di Regione, l’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti, che se eletto dovrebbe dimettersi facendo decadere giunta e Consiglio del Lazio con sei mesi di anticipo sulla scadenza. Di assessori aspiranti deputati o senatori se ne trovano in tutte le regioni, escluse Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige: la maggior parte compaiono nelle liste del centrodestra, che d’altra parte esprime 14 presidenti su 20. Il record ce l’hanno le giunte della Lombardia e della Liguria, con cinque candidati ciascuna: seguono Marche e Puglia con quattro, mentre nelle altre regioni si presentano uno o due assessori. E la maggioranza di loro, in base alle posizioni in lista, otterrà probabilmente l’ambito seggio, costringendo i rispettivi governatori a rimpasti d’emergenza dal giorno dopo il voto del 25 settembre. Discorso a parte invece per la Sicilia, dove la giunta di Nello Musumeci è giunta di fatto a scadenza naturale (si sarebbe votato il prossimo novembre).
I record di Lombardia e Liguria – Nella giunta lombarda di Attilio Fontana, in scadenza a marzo 2023, puntano a spostarsi a Roma gli assessori Riccardo De Corato (Sicurezza), Melania Rizzoli (Istruzione), Fabrizio Sala (Lavoro), Raffaele Cattaneo (Ambiente) e Lara Magoni (Turismo). I primi tre, in corsa per la Camera dovrebbero farcela: De Corato (Fratelli d’Italia) è il candidato del centrodestra nell’uninominale di Rozzano, solidamente in mano alla coalizione, mentre Rizzoli e Sala, entrambi di Forza Italia, hanno buone posizioni nei collegi proporzionali. Più difficili invece le sfide di Cattaneo e Magoni: il primo è capolista al Senato nel proporzionale a Varese per il cartello di centro “Noi Moderati” (e quindi non verrà eletto se la lista, come probabile, non supererà il 3% dei voti nazionali), mentre la seconda è al quarto posto, non eleggibile a meno di miracoli, della lista proporzionale alla Camera nel collegio di Bergamo. Cinque assessori candidati anche in Liguria: in due, salvo soprese, saluteranno la giunta con tre anni di anticipo sulla scadenza per accasarsi a Palazzo Madama. Si tratta del vicepresidente Alessandro Piana (con delega all’Agricoltura, Caccia e Pesca), capolista della Lega, e dell’assessore al Lavoro Gianni Berrino (Fratelli d’Italia), candidato nell’uninominale di Imperia. Leggermente più complessa la partita di Ilaria Cavo (Istruzione) che corre nell’uninominale contendibile di Genova Ponente, mentre probabilmente non ce la farà Marco Scajola (Edilizia, nipote dell’ex ministro Claudio), anche lui capolista di Noi Moderati. Difficile anche l’elezione di Simona Ferro (Sport e personale), seconda nel listino di FdI per il Senato.
I casi Puglia e Marche – Quattro assessori candidati nelle giunte di Puglia e Marche: nella squadra di Michele Emiliano, eletta appena due anni fa, si prepara al salto alla Camera Raffaele Piemontese, vicepresidente e assessore al Bilancio, capolista nel Pd nel plurinominale di Foggia-Cerignola. Sempre per Montecitorio, è in buona posizione nella lista dem (seconda nel collegio di Molfetta-Bari) anche l’assessora ai Trasporti Anna Maurodinoia. Difficili, invece, le corse di Anna Grazia Maraschio (Ambiente) e Sebastiano Leo (Formazione e Lavoro), candidati per il centrosinistra in due uninominali proibitivi (rispettivamente Galatina e Lecce). Tre assessori su sei, invece, lasceranno con ogni probabilità la giunta di centrodestra a guida Francesco Acquaroli nelle Marche, anche qui dopo nemmeno due anni di mandato: si tratta di Mirco Carloni (Lega), vicepresidente con deleghe allo Sviluppo economico e all’Agricoltura, candidato per la Camera all’uninominale di Pesaro; Giorgia Latini (Lega), assessora all’Istruzione, che corre all’uninominale di Macerata sempre per Montecitorio; e Guido Castelli (FdI) assessore al Bilancio, capolista per il Senato nella lista meloniana. Al secondo posto del plurinominale di Forza Italia per la Camera, inoltre, c’è l’assessore all’Ambiente Stefano Aguzzi: di per sé ha poche chance, ma la capolista Valentina Vezzali potrebbe optare per l’elezione anche nell’altro collegio in cui è candidata (il Trentino-Alto Adige), liberandogli il posto. In quel caso, dal 26 settembre la giunta marchigiana potrebbe rimanere con soli due assessori in carica.
Piemonte, Fvg, Emilia-Romagna e Toscana – Nelle liste del Piemonte troviamo due assessori della giunta di Alberto Cirio (centrodestra), in scadenza tra due anni: si tratta di Elena Chiorino (Istruzione e Lavoro), candidata del centrodestra nell’uninominale di Torino circoscrizione 2 (in cui però al momento è in leggero vantaggio in centrosinistra) e di Andrea Tronzano (Bilancio e Programmazione economica), al secondo posto (difficilmente eleggibile) della lista di Forza Italia per il Senato nel plurinominale torinese. In Friuli-Venezia Giulia (giunta in scadenza nel 2023) il titolare delle Infrastrutture Gaetano Pizzimenti è al secondo posto del plurinominale per la Camera nelle liste della Lega, e potrebbe trasferirsi a breve a Roma. In Emilia-Romagna il governatore Stefano Bonaccini – che ha appena passato la boa di metà mandato – perderà la sua vicepresidente, la recordwoman di preferenze Elly Schlein, capolista per l’Alleanza Verdi e Sinistra nel plurinominale Modena-Imola-Bologna-Carpi. Ed è candidata in ottima posizione col Pd (seconda al Senato nel collegio di Parma e Modena) anche l’assessora alla Montagna Barbara Lori. Candidata anche la vicepresidente della Regione Toscana, l’assessora alla Sanità Stefania Saccardi, per quanto la sua sia una corsa di mera testimonianza (si presenta in un uninominale e al quarto posto del proporzionale con Azione-Italia viva). E pure il numero due di Donatella Tesei in Regione Umbria, l’assessore all’Agricoltura Roberto Morroni, ci prova: è al secondo posto del listino di Forza Italia per Montecitorio.
Centro, Sud e isole – Il Lazio è un caso particolare: qui, come detto, il governatore Zingaretti è già pronto a spostarsi alla Camera (è capolista nel plurinominale a Roma) ma ha rimandato le dimissioni “a dopo l’eventuale elezione”. In Abruzzo (giunta eletta nel 2019) ecco l’assessore al Bilancio Guido Liris alfiere del centrodestra nel solido uninominale di Pescara, mentre il titolare delle Attività produttive Daniele D’Amario è in posizione non eleggibile (terzo nella lista di Forza Italia per il Senato). In Molise come capolista di Forza Italia per il Senato, c’è l’assessore a Caccia e Pesca Nicola Cavaliere. In Campania (giunta in carica dal 2020) troviamo lo storico braccio destro di Vincenzo De Luca, il vicepresidente Fulvio Bonavitacola, candidato per il centrosinistra alla Camera nell’uninominale di Salerno, un buon collegio per la coalizione. In Basilicata invece a candidarsi è Donatella Merra, assessora alle Infrastrutture, seconda per la Camera nella lista della Lega. In Calabria lasceranno due membri della giunta di Roberto Occhiuto, in carica appena dall’anno scorso: l’assessore al Lavoro Fausto Orsomarso è capolista di Fratelli d’Italia al Senato e sicuramente verrà eletto, così come Tilde Minasi (Politiche sociali) schierata nell’uninominale blindato di Reggio. In Sardegna, infine, all’uninominale di Carbonia il candidato del centrodestra (in vantaggio) è l’assessore all’ambiente della giunta Solinas Gianni Lampis.