“È vero, io non conosco questo territorio, anche se conosco l’Abruzzo perché mio nonno era di Amatrice. Ma mi sono documentato, e non su Wikipedia perché io non uso i social, e non ho nemmeno Google sul telefonino”. Le parole di Claudio Lotito sulla propria corsa da candidato del centrodestra al Senato nell’uninominale di Campobasso – un collegio considerato sicuro per la coalizione – scatenano le ironie dei social e anche qualche polemica. Perché il patron della Lazio non dimostra solo una scarsa conoscenza del Molise, ma anche delle regioni vicine: Amatrice, infatti, non è in Abruzzo ma nel Lazio, precisamente in provincia di Rieti. Poco dopo, contattato da LaPresse, spiega l’uscita così: “Conoscendo benissimo Amatrice, dove ho una bellissima azienda agricola da 300 ettari e tre ville, ho affermato a ragion veduta che è territorio abruzzese perché quando mio nonno è nato, e parlo dell’Ottocento, faceva parte degli Abruzzi e della provincia dell’Aquila. Anzi, c’è un tentativo di referendum per riportare Amatrice all’Aquila. Chi deve mettersi a studiare non sono io”.
Alla conferenza stampa di presentazione dei candidati di Forza Italia, all’hotel Centrum Palace di Campobasso, l’imprenditore ha preso numerosi impegni con gli elettori del collegio: “Più che una regione che non esiste”, ha detto richiamando il famoso tormentone, “il Molise è una regione fantasma, inascoltata, invisibile. Finora quello che ho visto è bellissimo ma nessuno ne parla. Il problema delle strade peggiora gravemente la situazione, quella è una cosa che bisogna risolvere insieme con tanti altri problemi”. E ha parlato anche di calcio, in particolare della squadra del capoluogo fallita ed esclusa dalla Serie C: “È uno dei problemi che affronteremo se sarò senatore, e anzi dico che al Campobasso spetta un risarcimento per quanto accaduto nel 1987, quando la Lazio in uno spareggio a Napoli determinò la retrocessione del Campobasso. Magari è arrivato il momento di dare qualcosa in cambio“.