Sin dalle ultime elezioni irachene Muqtada al Sadr, il potente religioso sciita iracheno, sta emergendo come il vero punto di svolta sulla scena politica irachena. Ultimamente ha inaugurato una nuova fase di instabilità politica in Iraq con le dimissioni del suo blocco parlamentare dopo la mancata formazione di un governo di maggioranza, auspicato dopo la vittoria alle elezioni dell’ottobre 2021, portando il paese ad assistere a una nuova ondata di proteste dopo che i suoi sostenitori hanno invaso e occupato il parlamento iracheno.

Al di là di ogni dubbio Muqtada al-Sadr sta confermando di essere la figura forte della politica irachena in grado di contrastare la roccaforte dei politici sostenuti dell’Iran. Inoltre, le strategie poste in essere da Al Sadr mirano a rafforzare la sua posizione negoziale, soprattutto quando la maggior parte delle sue posizioni, inclusa la richiesta di scioglimento del parlamento, sono supportate dalle proteste popolari in corso.

Certamente il leader sciita, attraverso il suo appello alle manifestazioni, ne guadagnerà dal punto di vista strategico, dato che il controllo di questa ampia diffusione delle manifestazioni renderà le concessioni politiche a favore dei suoi rivali un vero capitale da sfruttare in futuro, in vista delle nuove elezioni nella primavera del 2023. Anche se ci sarà sempre un alto rischio di destabilizzazione diffusa. Tuttavia l’attuale posizione iraniana impedirebbe definitivamente all’Iran di spingere i suoi alleati a contrastare Sadr militarmente, uno sviluppo che potrebbe esacerbare il conflitto all’interno dell’Iraq. Questo possibile scenario giustifica bene la necessità che tutte le parti raggiungano un accordo per organizzare le nuove elezioni.

Sebbene le parti abbiano concordato un quadro di accordo sull’organizzazione di nuove elezioni come via di uscita dall’attuale stallo politico, esso mirava principalmente ad abbassare la tensione ed evitare l’instabilità mentre al momento nessuno dei partiti è disposto a fare concessioni e Sadr è fortemente motivato a ottenere garanzie politiche in cambio della dismissione del suo strumento più efficiente e ordinare la fine delle proteste.

L’attuale situazione in Iraq potrebbe non portare a una rapida soluzione. Purtroppo c’è sempre la possibilità di un deterioramento della situazione sotto forma di piccoli scontri con la sicurezza locale, oltre a una forte probabilità che i sostenitori di Sadr continuino a manifestare nelle prossime settimane. Allo stesso tempo, le tattiche di Sadr potrebbero spingere altri blocchi politici ad adottare una metodologia identica per spingere i propri sostenitori a manifestare nelle principali città irachene.

Guidare le proteste popolari e spingere la politica irachena a un punto critico riflette bene il fatto che Sadr è una figura molto efficiente e influente in Iraq. La sua forte personalità potrebbe mettere a rischio molte altre figure politiche, soprattutto quelle alleate con paesi stranieri e che godono di scarso sostegno popolare.

Quanto sopra testimonia bene il fatto che Al Sadr possa inaugurare una nuova fase politica in Iraq che vedrà molti cambiamenti dello scenario con l’uscita di scena di alcune figure politiche. Allo stesso modo, le politiche di Al Sadr potrebbero innescare il rischio di una nuova fase di instabilità e violenza interna che potrebbe comportare anche il pericolo dell’incolumità dei vari personaggi politici.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Francia, rissa in volo tra due piloti di Air France: la compagnia li sospende dal servizio

next
Articolo Successivo

Darya Dugina, ricercato un secondo cittadino ucraino coinvolto nell’omicidio. “Anche lui è un agente dei servizi segreti di Kiev”

next