Dopo le dichiarazioni del governo tedesco in ambienti di governo italiano inizia a circolare cauto ottimismo sulla proposta di un price cap europeo al prezzo del gas, da tempo auspicato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Palazzo Chigi invita però alla prudenza. Il presidente di Shell: "L'Europa ha davanti a sé molti inverni difficili"
“Porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi è solo il primo passo. L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo i limiti dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse. Per questo stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’elettricità“. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha così ufficializzato la svolta di Bruxelles: ancora oggi sul sito della Commissione l’attuale meccanismo di formazione del prezzo marginale in cui il prezzo del gas determina il prezzo dell’elettricità viene descritto come un “modello che fornisce efficienza, trasparenza e incentivi per mantenere i costi i più bassi possibile”. Ora tutto viene messo in discussione di fronte all’incapacità del mercato di regolarsi da solo e a una situazione ormai fuori controllo.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in visita a Praga, ha affermato che la questione di come ridisegnare il mercato elettrico europeo “in modo da non dover più sopportare i prezzi elevati che stiamo vedendo attualmente” ha occupato gran parte del suo incontro con il primo ministro ceco Petr Fiala, il cui paese detiene attualmente la presidenza di turno dell’Ue. “Agiremo insieme rapidamente”, ha detto Scholz. “È necessario per noi apportare modifiche strutturali che contribuiscano a un rapido calo dei prezzi e a un’offerta sufficiente” di elettricità, ha affermato Scholz in una conferenza stampa. “C’è una grande disponibilità a cambiare qualcosa, e questo mi sembra molto reciproco tra i capi di Stato e di governo in Europa”, ha aggiunto
Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, propone di affrontare il problema dei prezzi “impazziti” dell’energia elettrica sganciando il costo dell’elettricità da quello del gas, così da impedire che l’energia generata dai produttori che sostengono costi più bassi – come quelli solari o idroelettrici – venga pagata allo stesso prezzo di quella generata con il gas. “Il fatto che il prezzo più alto fissi sempre il prezzo per tutte le altre forme di energia potrebbe essere cambiato”, ha detto Habeck. Il ministro dell’Energia del Belgio Tinne Van der Straeten ha sostenuto che il mercato elettrico europeo deve essere urgentemente ripensato mentre il cancelliere austriaco Karl Nehammer auspica l’introduzione di un tetto europeo al prezzo dell’elettricità.
Dopo le dichiarazioni del governo tedesco in ambienti di governo italiano inizia a circolare cauto ottimismo sulla proposta di un price cap europeo al prezzo del gas, da tempo auspicato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. In particolare ad accendere le speranze a Roma e nelle altre capitali sarebbe stato un “messaggino” ai colleghi europei del ministro tedesco Habeck in cui si sottolinea la disponibilità di Berlino di discutere, il prossimo 9 settembre, alla riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Energia, anche del price cap, così come della possibilità di slegare il prezzo dell’elettricità da rinnovabili da quello -record- del gas. Da palazzo Chigi invitano alla prudenza, “non c’è ancora nulla, è prematuro parlare di un risultato”, precisano dallo staff di Draghi.
Razionamento in Francia – “Purtroppo, dobbiamo prepararci al razionamento dell’elettricità alle imprese”, lo ha detto la premier francese, Elisabeth Borne, parlando davanti al Congresso del Medef, la Confindustria d’Oltralpe. La premier ha chiesto a tutte le imprese di preparare, a settembre, “un piano di moderazione” e ha dato appuntamento a tutti per l’inizio di ottobre per “conoscere i diversi scenari” e considerare “i rischi di razionamento”. “Se dobbiamo arrivare al razionamento – ha detto – le imprese sarebbero le prime colpite, e purtroppo dobbiamo prepararci”. Di fronte al rischio generale di penuria di energia per il prossimo inverno, la Borne ha lanciato un appello ai francesi a diminuire il consumo energetico: “Abbiamo soltanto una strada, abbassare il consumo di energia. Se non lo facciamo, se ognuno non farà la sua parte, potrebbero esserci improvvise sospensioni nell’erogazione di gas, da un giorno all’altro, con gravi conseguenze economiche e sociali”.
I prezzi dell’elettricità oggi hanno segnato nuovi record in tutta Europa, sul mercato francese un megawattora con consegna immediata viene scambiato a 730 euro, 14 volte il valore di un anno fa. Inoltre il paese è alle prese con una seria diminuzione della capacità di generazione delle sue centrali nucleari che ora assicurano solo il 50% del fabbisogno nazionale (prima era del 70%). Guasti, necessità di ammodernamenti, siccità hanno rallentato i reattori. La Francia è stata costretta così a ricorre all’importazione di energia, portandosi in casa i rialzi. Il mercato fuori controllo dei prezzi energetici sta inducendo molti ripensamenti.
Intanto Ben van Beurden, presidente dell’inglese Shell, la compagnia petrolifera privata più grande al mondo, ha affermato che a causa della riduzione dei flussi russi l’Europa ha davanti a se “numerosi inverni con carenza di gas”. La compagnia ha chiuso il secondo trimestre del 2022 con un utile record di 11,5 miliardi di dollari grazie alle super quotazioni di gas e prodotti raffinati.