“La leggenda sul fatto che fossi figlio di Agnelli? In famiglia ne sorridevamo: ‘Mamma, cos’hai combinato?'”. Usa l’arma dell’ironia Luca Cordero di Montezemolo per smontare una delle più longeve e consolidate fake news sul suo conto, una di quelle che circola da decenni: leggenda narra infatti che l’imprenditore, a lungo legato all’iconica famiglia torinese – ribattezzati da qualcuno “i reali d’Italia – oltre che al mondo Fiat, sia figlio dell’Avvocato. Nulla di più falso, precisa l’ex presidente della Ferrari in un’intervista al Corriere della Sera. “È vero però che per me è stato come un padre. Mi ha trasmesso la curiosità per gli uomini, per il mondo, per l’arte contemporanea: la pop art e l’arte povera, Lichtenstein e Alighiero Boetti, Warhol e Pistoletto…”, aggiunge Montezemolo, rievocando alcuni dei ricordi che lo legano a Gianni Agnelli.
Come quando lo chiamava per andare a vedere un film assieme. “A Torino abitavo sulla sua stessa collina, qualche tornante sotto. Ogni tanto mi chiamava: ‘Vieni a vedere il secondo tempo di un film?’. Avvocato, ma perché il secondo tempo? ‘Va bene, vediamo il primo, poi andiamo a dormire'”. Secondo Montezemolo, l’Avvocato “era molto diverso da come lo raccontano. Ad, esempio era molto italiano”. Fu lui a chiamarlo in Fiat, dove riorganizzò le relazioni esterne e poi diresse la Cinzano, per poi volerlo anche presidente e amministratore delegato della Ferrari. Nel 2000, Agnelli fu il testimone delle sue seconde nozze, per le quali sfoderò un regalo speciale: “Arrivò un bellissimo piatto d’argento, lo chiamai per ringraziarlo. Rise: ‘Quello sarà il regalo di Marella. Il mio lo trovi dal concessionario Ferrari di Bologna’. Era una 360 barchetta, senza tetto e senza vetro, disegnata apposta da Pininfarina. Lascerò scritto che non si potrà mai vendere”.