È scomparso Giulio Giustiniani, 70 anni, giornalista e scrittore. Lo si può definire un direttore di lungo corso, di un’epoca editoriale che è ormai scomparsa. Nato a Firenze nel 1952, si era laureato in Scienze Politiche (frequentando le lezioni di Giovanni Sartori), poi aveva cominciato a lavorare con La Nazione. Era diventato famoso, da giovane cronista, per un’indagine sulla Massoneria in Toscana. Aveva bruciato le tappe, perché a 30 anni era già caporedattore centrale al Resto del Carlino di Bologna, dove rimase fino al 1987. In quell’anno Ugo Stille lo chiamò a rivestire l’incarico di caporedattore centrale del Corriere della Sera, di cui divenne nel 1990 vicedirettore, con deleghe alla politica e alla cultura. Nel capoluogo lombardo ebbe modo di tenere contatti con il mondo della Finanza e dell’economia, in particolare con Cesare Romiti. Nel giugno 1996 assunse la direzione de Il Gazzettino (portandosi come vice Alessandro Sallusti, futuro direttore de Il Giornale e di Libero), il quotidiano del Nordest, dove raccolse la non facile eredità di Giorgio Lago. Erano gli anni delle turbolenze politiche dovute alla Questione Settentrionale, soprattutto per i progetti di secessione padana cavalcati dalla Lega di Umberto Bossi, che fruttarono ai vertici del partito e alle “camicie verdi” un’accusa di attentato all’integrità dello Stato. Non a caso, nel 1997 un manipolo di “serenissimi”, che si richiamavano alle tradizioni della Repubblica di Venezia (ma non alla Lega), occupò piazza San Marco con una specie di carrarmato e salì in cima al Campanile, da dove fece sventolare la bandiera con il Leone. Il giornale diretto da Giustiniani raccontò quell’epoca con equilibrio e senza strizzare l’occhio agli estremismi, con attenzione però ai temi economici e sociali che venivano posti dalle aziende e dal mondo produttivo veneto.
Giustiniani si era sposato in seconde nozze con Elisabetta Nonino, una delle figlie di Giannola, la regina friulana dei distillatori di grappa. Lasciato il Gazzettino nel 2001, aveva assunto la direzione (anche editoriale) dell’emittente televisiva La Sette, dove rimase fino al 2006. Per due anni ha poi diretto l’agenzia multimediale Apcom. Dal 2008 si era praticamente ritirato in Friuli dove aveva coltivato la sua passione per la scrittura, la barca a vela e il giardinaggio. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo Il Sangue è acqua, dedicato ai cinque figli (di cui due di primo letto) e contenente storie della nobile famiglia. I Giustiniani (o Giustinian), infatti, sono un casato di origine veneziana, che nella propria genealogia annovera San Lorenzo Giustinian (1381-1456), l’ammiraglio Pietro, rimasto ferito nella battaglia di Lepanto del 1571, e il 107esimo doge della Serenissima Marcantonio (detto “delle Budelle d’Oro”) nel Seicento.