Il tasso di inflazione in Germania ad agosto è nuovamente salito toccando il 7,9%. Se armonizzato ai criteri di calcolo europei il carovita si attesta all’8,8% ossia il valore più elevato da 40 anni. I prezzi dell’energia sono saliti in un anno di oltre il 35%, quelli degli alimentari del 16,6%. La risalita dell’inflazione è avvenuta nonostante il governo abbia introdotto una serie di misure per calmierare i costi dei trasporti e le bollette. Interventi che, se non rinnovati, termineranno a settembre. La Banca centrale tedesca (Bundesbank) si attende che l’inflazione raggiunga il 10% negli ultimi mesi del 2022. L’inflazione è cresciuta anche in Belgio dove ha raggiunto il 9,9%, il livello più alto registrato dal marzo del 1976. Domani verranno diffusi i dati degli altri paesi (Italia inclusa) e dell’intera area euro per cui si attende un valore prossimo al 9%.

Il surriscaldamento dei prezzi aumenta la pressione sulla Banca centrale europea in vista del consiglio direttivo del prossimo 9 settembre quando verrà deciso un nuovo rialzo dei tassi. Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le voci che auspicano un intervento di oltre mezzo punto percentuale. Ieri Philip Lane, membro del comitato esecutivo della Bce. ha però frenato spiegando che molteplici piccoli aumenti di tassi sono meno pericolosi di meno incrementi ma più ampio . “C’è incertezza sulla trasmissione” dei tassi, cosa che “rende sensato consentire al sistema finanziario di assorbire i cambi passo dopo passo”, ha detto Lane. In particolare “è meno probabile che lo stesso aumento cumulativo” di tassi, “in un intervallo di tempo fissato, generi effetti negativi se assume la forma di una serie calibrata di passi piuttosto che un numero più piccolo di aumenti grandi”, ha affemrato.

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