Diritti

La denuncia della consigliera transgender di Bologna Porpora Marcasciano: “Insultata e minacciata con un coltello in spiaggia”

In un lungo post su Facebook, la storica attivista per i diritti delle persone trans ha raccontato di aver subito un'aggressione in vacanza: "Venti minuti di terrore". Solidarietà dal sindaco di Bologna Lepore e dalla vice Clancy: "Ennesimo episodio di odio del diverso e trasnfobia"

L’hanno avvicinata in spiaggia, l’hanno insultata, minacciata e aggredita con un coltello. “Venti minuti di impotenza, frustrazione e terrore” nelle mani del branco. Lo ha raccontato in un lungo post sui social la storica attivista per i diritti delle persone transgender Porpora Marcasciano, oggi consigliera comunale di Bologna. L’aggressione è avvenuta il 24 agosto, alle due del pomeriggio, in un località turistica sulla costa Adriatica che la consigliera preferisce non specificare per non associare, ha spiegato, il nome della città a un episodio di questo tipo. “Ero in vacanza nella bellissima spiaggetta della costa Adriatica che frequento oramai da dieci anni quando il branco si è violentemente palesato senza darmi il tempo e il modo di pensare alla fuga”. Il capo branco, prosegue la denuncia, “ha cominciato in modo soft, quasi gentile ad avviare un discorso che diventava man mano sempre più brutto, minaccioso, violento“. Non mancano insulti omofobi. “Poi il brutto ceffo si è avvicinato, quasi a toccarmi e con un coltello continuava a ripetere che appena lo avessi sfiorato mi avrebbe tagliato la gola. Cercava l’appiglio e io ero certa, certissima che lo avrebbe trovato da li a poco. La spiaggetta a quell’ora, le 2 del pomeriggio, era vuota e alcune presenze molto distanti da me”.
Eletta alle ultime amministrative con la lista di Coalizione civica, Porpora Marcasciano è una figura simbolo per le persone trans. Una vita nell’attivismo la sua. È stata per molti anni la presidente del Mit, il Movimento identità trans, e da sempre è impegnata nella difesa della comunità lgbt+ e nella lotta contro l’omotransfobia. “Questa volta – scrive – il grido non è un semplice slogan di denuncia, contro qualcuno o qualcosa, ma un grido di dolore personale e intimo perché mi riguarda, perché mi ha toccato personalmente, in maniera assurda, inaspettata, disumana”. Molti “mi hanno chiesto di dirlo, denunciare. Ma a dire il vero non riuscivo e forse non riesco ancora a scrollarmi di dosso quella brutta sensazione che mi rende impotente”. Eppure “devo farlo, anche a distanza di quasi una settimana, lo devo a tutte le persone vittime di questa assurda violenza diventata oramai endemica e lo è perché essa è sistemica”.
Tra i primi a esprimerle solidarietà il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. “Siamo tutti vicini a Porpora in questo momento così difficile”.
“Quanto accaduto a Porpora Marcasciano – ha aggiunto la vicesindaca Emily Clancy – è l’ennesimo episodio in cui il patriarcato che permea la nostra società si manifesta nel suo volto più oscuro, quello della mascolinità tossica, dell’aggressione verbale e fisica, della violenza, della sopraffazione, dell’odio del diverso e della transfobia“.