Cinema

Home video: da Orson Welles a Marco Bellocchio passando per Freaks Out e Dune

Con la Mostra del Cinema di Venezia alle porte ci concediamo qualche gustoso recupero home video, questo modo così casalingo di fruire un film, ma soprattutto i suoi extra, tra divano, tivù e lettore Blu-Ray.

Cominciamo con “il più grande film di tutti i tempi”, così classificato da Roger Ebert, celebre critico americano presente nei contenuti extra. Quarto Potere, opera prima e capolavoro di Orson Welles che ha riscritto la storia del cinema per aver miscelato studio-system e autorialità del regista, per le allora rivoluzionarie forme visive e la drammaturgia ancora oggi illuminante sul potere della stampa novecentesca.

Warner Bros ha festeggiato gli 80 anni dall’uscita al cinema, il 1° maggio 1941, rieditandone un cofanetto con la versione 4K rimasterizzata, un libretto di bozzetti scenografici, cartoline/locandina, e nel disco il film commentato da Peter Bogdanovich e dallo stesso Ebert. In più non solo contributi dell’epoca sulla serata della prima mondiale, ma l’approfondimento del fenomeno attraverso interviste all’attrice Ruth Warrick (Emily Norton Kane) e a Robert Wise, allora giovanissimo montatore per Welles (poi regista di Tutti insieme appassionatamente, West Side Story e del primo Star Trek); non mancano carrellate documentali su storyboard e ordini del giorno, scene cancellate, foto pubblicitarie rare e istantanee raccontate da Ebert. Insomma, un piccolo museo del cinema, tascabile e monografico.

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E di storyboard ne propone tra i contenuti speciali anche Freaks Out, di Gabriele Mainetti. Anche qui il disco si rivela strumento di approfondimento per chi studia cinema. Making of con lo scenografo Massimiliano Sturiale, e poi i 3 David di Donatello: lo specialista SFX Stefano Leoni e il direttore della fotografia Michele D’Attanasio spiegano come hanno unito nel quadro esplosioni, computer grafica e illuminazione dei boschi nella nebbia; infine l’acconciatore Marco Perna alle prese con i peli di Claudio Santamaria nella sua mise più licantropesca di sempre. Presenti pure i segreti del villain nazista di Franz Rogowsky. Sì, c’è pure su Prime Video Freaks Out, ma dal disco si può scavare tra i suoi segreti. Infatti lo stesso Mainetti ha supervisionato la versione home video aggiungendoci scene tagliate per offrire al pubblico un’esperienza più ampia del film stesso: una forma di calorosa accoglienza artistica e intellettuale che sa di buona divulgazione cinematografica.

Procedendo di corsa non possiamo non affiancarci a una delle perle della scorsa stagione. Uno dei film migliori e ingiustamente meno premiati degli ultimi anni: Licorice Pizza. Riguardando in Blu-Ray le corse interminabili tra i giovani protagonisti ribelli e creativi di Alena Haim e Cooper Hoffman viene nostalgia del grande schermo, perché il nuovo capolavoro di Paul Thomas Anderson ci nutre proprio d’immagini ad ampio respiro. Negli extra si trova molto, dal Dietro le quinte tra istantanee e lavorazioni con mascherine anti-Covid a capitoli come Ciak si gira, Camera test, e una scena tagliata: due minuti in auto tra i due protagonisti.

Grandi approfondimenti con all’incirca un’ora e dieci di extra li propone il Dune di Denis Villeneuve. Il voluminoso reboot fedelissimo al romanzo di Frank Herbert presenta in 4K e Blu-Ray una pioggia di approfondimenti altrettanto spettacolari che vanno dalle scenografie di Building the Ancient Future a My Desert, My Dune sulla visione personalissima del regista passando per A New Soundscape, dove si snocciolano chicche sulla colonna sonora di Hans Zimmer. Anche qui un corposo compendio di note visive a margine dell’opera.

Non possiamo parlare di grandi contenuti extra per la versione su disco de Il ritratto del Duca, commedia sfiziosa basata sulla vera storia di un pensionato inglese che nel ’61 rubò il celebre Ritratto del Duca di Wllington di Francisco Goya, esposto alla National Gallery di Londra. Protagonista idealista, viso indelebile di Jim Broadbent e mogliettina devota ma dura interpretata dalla sempre magistrale Helen Mirren, ci trasporta in una Londra abbottonata e tradizionalista che segue stupefatta il processo a un bizzarro signore in lotta contro il canone televisivo. Attuale, no? Peccato l’assenza di contenuti extra che avrebbero svelato il lavoro degli attori e del regista Roger Michell per la minuziosa ricostruzione dell’epoca.

Vincitore lo scorso anno a Cannes della Palma Onoraria al suo regista, Marx può aspettare aiuta sorprendentemente Marco Bellocchio a schiudere aspetti della sua vita e del suo passato familiare e allo stesso tempo noi a capire tante leve profonde e dolorose che fondano il suo cinema. La ricostruzione di una rimozione per lo più inspiegabile delle perdite, un fratello suicida, è al centro. Le scoperte e le rivelazioni dei fratelli, dopo decenni, a quel gemello rimasto solo (Bellocchio). Un grande film intimo in forma di documentario che preme sullo spettatore con la sua ricerca nel passato. Nessun contenuto extra nel disco, sicuramente troppo sensibile il fil rouge di questo lavoro per altre telecamere a spiarne il backstage.