Sei denunciati, di cui uno ai domiciliari, e un sequestro da oltre mezzo milione euro. È quanto emerge da una maxi truffa orchestrata per ottenere gli ‘aiuti Covid’ dallo Stato e scoperta i finanzieri della Tenenza di Adria, vicino Rovigo, coordinati dal sostituto procuratore Andrea Bigiarini. L’indagine si è concentrata sulla richiesta avanzata da una società cooperativa del Basso Polesine attiva nel settore ittico: nella fase più acuta della pandemia ha richiesto e ottenuto l’erogazione di un finanziamento garantito dallo Stato per 450mila euro in base al Decreto Liquidità. Nella documentazione fornita, la cooperativa ha presentato bilanci multimilionari – poi risultati falsi – e un’apparente rete commerciale presente sia in Italia sia all’estero. Tuttavia, non aveva mai presentato dichiarazioni fiscali dal 2019 ed emesso fatture per gli anni precedenti.
Appena ottenuti i ristori pubblici, ha registrato una serie di insoluti per centinaia di migliaia di euro nei confronti di svariati partner commerciali o non pagando oppure non restituendo la merce ricevuta. Tanto che due aziende straniere – una spagnola e una irlandese – hanno presentato due diverse querele lamentando di essere state vittima di truffe con danni per oltre 130mila euro. Gli investigatori delle fiamme gialle hanno scoperto come in realtà si trattasse di una “società relitto“, come accertato anche dal tribunale di Rovigo che lo scorso 17 febbraio ne ha dichiarato il fallimento. Un’azienda inattiva, senza alcun dipendente, rete commerciale e competenza imprenditoriale, gestita da prestanome manipolati dall’esterno dal vero leader: si tratta di 50enne di Chioggia ritenuto il responsabile di una serie di distrazioni patrimoniali e truffe a danno di fornitori, imprenditori nazionali e stranieri, mediatori creditizi e istituti di credito, con a carico presunti reati commessi dal 2020 a oggi approfittando dello stato d’emergenza per il Covid.
Il giudice per le indagini preliminari di Rovigo ha preso atto degli elementi raccolti da Procura e uomini della guardia di finanza e ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare e disposto l’esecuzione del sequestro preventivo dell’importo complessivo di euro 533.351,20 su beni, disponibilità finanziarie e quote societarie nella disponibilità degli indagati per i reati di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, truffa plurima aggravata continuata, bancarotta fraudolenta preferenziale e per distrazione e auto-riciclaggio. L’uomo considerato la mente della maxi truffa è stato arrestato e messo ai domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico dopo una serie di perquisizioni locali e personali eseguite in Porto Viro (RO), Taglio di Po (RO) e Chioggia (VE), Nei suoi confronti e di un altro degli indagati il Tribunale ha disposto anche l’interdizione dall’esercizio di qualsiasi impresa per 12 mesi. L’intervento ha consentito anche di scongiurare un ulteriore danno allo Stato per 362.308,37. Questa la cifra richiesta a luglio scorso al ministero dello Sviluppo Economico da una banca a seguito dell’escussione della garanzia pubblica conseguente al fallimento della cooperativa che, a causa della frode scoperta, non verrà erogata.