Cinema

Venezia 2022, un biglietto per vedere un film cecoslovacco con sottotitoli in ugrofinnico? Per comprarlo mezza giornata di attesa

L’epic fail del Festival di Venezia inizia domenica mattina, 28 agosto, alle 7 del mattino. Gli accreditati si mettono in coda virtuale per prenotare un biglietto pur avendo già un accredito. Colpa del Covid negli ultimi due anni, dicono...

di Davide Turrini

Un biglietto per vedere un film cecoslovacco con sottotitoli in ugrofinnico al Festival di Venezia 2022? Mezza giornata di attesa. Non ci credete? Allora provate a prenotare una poltroncina nei primi giorni della 79esima Mostra del Cinema online sul portale di Vivaticket. Sempre che riusciate a trovare il film che volete, all’orario che potete, nella sala in cui il film è proiettato. Un disguido clamoroso, epocale, impressionante che coinvolge l’umilissimo spettatore casuale che necessita di biglietti come la prima firma del quotidiano nazionale più importante con il suo sempiterno accredito. L’epic fail del Festival di Venezia inizia domenica mattina, 28 agosto, alle 7 del mattino. Gli accreditati si mettono in coda virtuale per prenotare un biglietto pur avendo già un accredito. Colpa del Covid negli ultimi due anni, dicono. Ma oramai non c’è più obbligo di tracciamento. Comunque, con il proprio codice personale memorizzato ecco la prima sorpresa: un’ora di attesa. Un’ora. Nemmeno alle poste di Abbiategrasso a mezzogiorno di un mercoledì di dicembre. Va bene. Attendiamo. Ma niente, la coda prima va in pausa, poi si allunga fino a due ore. Quando finalmente si accede al portale gestito quest’anno da Vivaticket (negli anni passati era Boxol) ecco il caos: i titoli sono in ordine alfabetico (come se uno dovesse conoscere ogni titolo di film mai visti) e una volta che trovi quello che devi segue un’altra sorpresa. Non c’è la proiezione a cui avresti diritto di accedere. Attenzione però, nel momento in cui provi a ricaricare la pagina per vedere se quella proiezione sbuca, vieni fatto riuscire dalla pagina e ricomincia la fila. Altri quarantacinque minuti. Facciamola breve (anche perché abbiamo perso un tempo infinito): il “disservizio” prosegue per l’intera giornata. Qua e la, fantozzianamente, qualcuno riesce a bloccare qualche insperato ticket di film in Concorso nelle sale principali. Perché il sistema “rinnovato” da Vivaticket quest’anno prevede che se si vuole recuperare un film in una sala più piccina o secondaria, si deve uscire dalla pagina tanto agognata e inserire nuovamente i propri dati per un’altra pagina dove ci sono le proiezioni per altre sale cosiddette minori. Ovviamente la coda anche in questo caso ricomincia. Sembra di essere in un film di Tati. O più prosaicamente in una delle ultime sequenze di Vieni avanti cretino di Luciano Salce con Lino Banfi impazzito a pigiare tasti, leve, cicalini, tastiere, senza mai arrivare alla parola fine della propria eterna azione (per noi di lavoro, per il pubblico di meritato svago). Improbabile pensare che questo sistema sia stato testato da chi frequenta il festival nei giorni passati. Impossibile venirne a capo dopo 72 ore quando le prenotazioni sono ricominciate, alle 7 di mattina, per altri due giorni di film. Incomprensibile, e qui la chiudiamo alla maniera demagogo populista, ma quando ci vuole ci vuole, come La Biennale di Venezia lautamente sostenuta dallo stato italiano non venga a capo di un errore di sistema clamoroso nientemeno che per fare ciò per cui è lautamente pagata: mostrarci i film. Totò diceva: ogni limite ha una pazienza. E allora, caso Presidente Cicutto, ci perdoni, ma che ci voleva a farci entrare in sala con i nostri accrediti come da antica tradizione del festival senza dover prenotare online proiezioni già incluse nei propri badge professionali? Ad ogni modo, state tranquilli, nel pomeriggio del 30 agosto il “disservizio” continua.

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