Il West Nile non si arresta. A Creazzo, in provincia di Vicenza, è stato registrato un nuovo focolaio del virus trasmesso dalla zanzara che, nelle situazioni estreme, in una persona su 150 può colpire il sistema nervoso centrale e causare un’encefalite potenzialmente letale. Si tratta del terzo nell’Ulss Berica, dopo quelli esplosi nei giorni scorsi a Camisano e a Quinto (Vicenza).

In particolare, a Creazzo sono stati registrati due casi nell’arco di due chilometri, che rappresenta la distanza presa a parametro dai tecnici dell’igiene pubblica per dare il via alle campagne straordinarie di bonifica. Il primo è un anziano di 77 anni con altre patologie concomitanti e che, al momento, è ricoverato all’ospedale San Bortolo nel reparto di malattie infettive. Il secondo è un uomo di 62 anni che si trova nella sua abitazione in condizioni stabili. È previsto per oggi, 30 agosto, l’intervento di disinfestazione di emergenza nell’area coinvolta dall’infezione.

Intanto a Camisano è stato registrato un terzo caso di West Nile in un giovane 30enne. Il 20 agosto erano stati diagnosticati gli altri due, ovvero un uomo di 82 anni e una ragazza di 29, in un’area urbanizzata tra via Vicenza e via Zanella, nel raggio di due chilometri. Anche qui, dopo gli interventi di lunedì scorso è in programma un ulteriore trattamento larvicida. La febbre del Nilo occidentale si sta diffondendo da settimane in Veneto: da Padova, epicentro della malattia con 140 casi, a Treviso, a Mestre, a Rovigo e, appunto, nel Vicentino, dove si registrano fino ad ora tre vittime. A Venezia, in Regione, si tiene oggi una riunione convocata d’urgenza per decidere un piano di interventi e di controlli straordinari, dal momento che si contano già quasi 250 casi confermati e 14 decessi.

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