Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier gli ha reso omaggio ringraziandolo "per il suo contributo decisivo all’unità tedesca", mentre Boris Johnson lo ha contrapposto a Vladimir Putin. Anche Joe Biden ha dato l'ultimo saluto all'ultimo segretario del Partito Comunista sovietico definendolo un "leader raro con immaginazione sufficiente per vedere che un altro futuro era possibile"
Tutte le principali cancellerie del mondo hanno commentato la morte dell’ultimo segretario del Partito Comunista sovietico, Mikhail Gorbaciov. E in tanti hanno voluto ricordare il suo impegno per il riavvicinamento dell’Urss al blocco occidentale che, con la perestrojka e la glasnost’, ha portato alla fine della Guerra Fredda concretizzatasi con la fine dell’Unione Sovietica e il crollo del Muro di Berlino. E tra i primi a parlare c’è proprio la Germania, il Paese allora ancora diviso e che il 9 novembre 1989 venne riunificato. Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier gli ha reso omaggio ringraziandolo “per il suo contributo decisivo all’unità tedesca”. Con le sue azioni, ha affermato, Gorbaciov ha dimostrato di essere “un grande statista” con “coraggio per l’apertura democratica e la costruzione di ponti tra Est e Ovest” e per la pace in Europa. Quel sogno è “in rovina, infranto dal brutale attacco della Russia all’Ucraina”.
Non è il solo che ha voluto sottolineare le differenze con l’attuale presidente russo Vladimir Putin. Anche il premier britannico uscente, Boris Johnson, si è detto “rattristato di apprendere della morte di Gorbaciov. Ho sempre ammirato il coraggio e l’integrità con cui egli portò la Guerra Fredda a una conclusione pacifica. In un tempo segnato dall’aggressione di Putin all’Ucraina, il suo impegno senza risparmio per aprire la società sovietica resta un esempio per tutti noi”. “Un uomo di Stato unico che ha cambiato il corso della storia”, anche per il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che si è detto “profondamente rattristato per la morte di Mikhail Gorbaciov, statista unico nel suo genere che ha cambiato il corso della storia e ha fatto più di qualsiasi altro per portare alla fine pacifica della Guerra Fredda. Il mondo ha perso un leader globale, multilateralista impegnato e instancabile sostenitore della pace. Ricevendo il Nobel ha osservato che ‘la pace non è unità nella somiglianza ma nella diversità’ e ha messo in pratica questa cosa perseguendo la via del negoziato, della trasparenza e del disarmo”.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha ringraziato Gorbaciov per “il suo impegno per la pace in Europa”. Con un post su Twitter ha ricordato “un uomo di pace le cui scelte hanno aperto un percorso di libertà ai russi. Il suo impegno per la pace in Europa ha cambiato la nostra storia comune”.
Infine, ha preso la parola anche Joe Biden. Il presidente americano lo ha definito un “leader raro”. Le sue azioni sono state quelle di un capo con “immaginazione sufficiente per vedere che un altro futuro era possibile e il coraggio di rischiare l’intera carriera per raggiungerlo. Il risultato è stato un mondo più sicuro e più libertà per milioni di persone. In qualità di leader dell’Urss ha lavorato con il presidente Ronald Reagan per ridurre gli arsenali nucleari dei nostri due Paesi, con grande sollievo delle persone in tutto il mondo che pregavano per la fine della corsa agli armamenti atomici. Dopo decenni di brutale repressione politica, ha abbracciato le riforme democratiche”. E proprio la Reagan Foundation ha detto in un tweet di “piangere la perdita di un uomo che una volta era un oppositore politico e che è finito per diventare invece un amico”.