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Samuele Bersani a FqMagazine: “Questa politica non mi rappresenta. Corro il rischio di non andare a votare, ma andrò” e canta un amore difficile a La Notte della Taranta

Il cantautore è stato uno dei protagonisti de La Notte della Taranta, applaudito da 200mila persone, con lo struggente canto d’amore “Lu Ruciu de lu mare”. Abbiamo incontrato Samuele Bersani per parlare di politica, l'astensionismo dilagante, la società di oggi e il prossimo disco con Brunori Sas

di Andrea Conti

Samuele Bersani è stato tra i protagonisti che ha acceso la venticinquesima edizione de La Notte della Taranta, che si è tenuta a Melpignano, in Puglia, lo scorso 27 agosto e che sarà trasmessa alle 23:35 su Rai Uno l’1 settembre. In 200mila hanno applaudito la sua versione dello struggente canto d’amore “Lu Ruciu de lu mare” e “Chicco e spillo” in pizzica, sotto la supervisione del maestro e produttore Dardust. Con Bersani sul palco anche Stromae, Marco Mengoni, Elodie e Massimo Pericolo. Il cantautore è impegnato con il suo Cinema Samuele Tours – Estate 2022 che lo vedrà lunedì 5 settembre al Teatro Romano di Verona, il 7 settembre al Castello Sforzesco di Milano e il 18 settembre in Piazza indipendenza a Latisana (UD). A FqMagazine l’artista si è raccontato con sincerità e senza filtri su politica, società e il prossimo disco con Brunori Sas.

Qual è la storia di “Lu Ruciu de lu mare”?
Racconta un amore contrastato tra un soldato in partenza e una nobildonna. Non hanno un destino felice. Quando ho letto il testo e ho ascoltato la canzone mi sono sentito nel mio habitat naturale.

Sei in tour da questo autunno. Che pubblico hai ritrovato?
Sono molto felice per la gente che è venuta e anche per i sold out che abbiamo fatto. Ho la percezione che ci sia un pubblico di età diversa. È chiaro che non posso confidare sul fatto che i giovani mi conoscano bene però ci sono e cantano alcune canzoni, altri le imparano. Insomma rispetto ai concerti fatti pre pandemia c’è molta più partecipazione e più pubblico ‘cantante’.

Stai seguendo la campagna elettorale?
Come ho scritto su Instagram preferisco ascoltare la campagna elettorale delle cicale (ride ndr).

E come mai?
È quella che preferisco, in questo momento. Al di là delle elezioni politiche a settembre, ho come l’impressione che siamo in una eterna campagna elettorale in questo Paese. Anche quando c’era il Governo, all’interno della maggioranza c’era chi alzava la voce, come se fosse già in campagna elettorale. Non è una novità.

Qual è la tua previsione?
Davanti casa mia c’è una scuola che è anche seggio elettorale. Ci abito da dieci anni e si sono susseguite un sacco di elezioni dalle Comunali alle Regionali e le Nazionali. Spesso osservo gli scrutatori e prevedo che quest’anno ci sarà pochissima affluenza ai seggi, rispetto agli anni scorsi.

Nel 2006 con ‘Lo scrutatore non votante’ cantavi “lo scrutatore non votante è indifferente alla politica”. Ancora oggi è così?
Nel frattempo sono cambiate un sacco di cose. Corro il rischio io stesso di non andare a votare. Ci andrò ma con molta difficoltà in più rispetto al 2006. Lì dicevo che sembrava anomalo che qualcuno non andasse a votare. Oggi affermo, anche con dispiacere, che comprendo l’astensionismo.

Secondo i sondaggi c’è una alta percentuale al momento (il 38.8%) di astenuti o indecisi. Come mai?
Ho avuto la sensazione che una parte della politica si sia trovata impreparata alla campagna elettorale. È come se questi partiti non fossero pronti nella comunicazione e non parlo solo delle liste e dei candidati, che per me sono temi secondari, ma proprio nella presentazione dei loro valori e dei loro programmi. Invece altri partiti mi sono sembrati che fossero attrezzati da tempo. A questo si aggiunge che siamo in presenza di una generazione di politici non preparati.

Tu cosa farai?
Mi sono sempre espresso e non sempre ho votato lo stesso partito. In questo periodo avverto la mancanza di fiducia e non mi sento rappresentato da nessuno. Non mi era mai successo anche perché altre volte, invece, ho avuto la sensazione che potessi fidarmi di qualcuno.

Perché diversi tuoi colleghi sono rimasti in silenzio durante questa campagna elettorale?
A molti, forse, non viene voglia di trovare uno schieramento per il quale tifare. Da anni ormai votiamo un partito per non votare l’altro. Non è lo spirito con il quale a 20 anni votai. In quel periodo ero mosso da entusiasmo anche grazie alla tradizione del dibattito familiare ed ero affascinato dalla politica. A quell’età ci credevo ancora di più adesso.

Ci sono però politici come Marco Cappato che lottano per diritti umani, come quello all’eutanasia…
E infatti è l’unico che si sta sporcando le mani con le battaglie legali. Ho pure firmato tutte le sue proposte referendarie.

C’è il pericolo, come in America, che si faccia un passo in indietro su alcune conquiste civili, come ad esempio l’aborto?
Non credo che ci potrà mai essere un decreto in tal senso, dopo che un referendum ha sancito un diritto. Di sicuro penso che non siano gli uomini a dover legiferare su questi temi, ma le donne. In più non abbiamo il sistema americano e mi auguro di non dover tornare indietro. Io sono per i rispetto per la vita, ma credo che ci siano situazioni in cui la donna in prima persona debba scegliere cosa fare. Vedo anche che si continua a parlare di carbone e nucleare. Insomma si stanno facendo tanti passi indietro a fronte di una emergenza climatica così forte.

Stai già pensando al prossimo progetto discografico? È vero che con Brunori Sas potrebbe nascere una collaborazione artistica?
Sono figlio unico e in mancanza di fratelli quando incontro qualcuno con cui ho una grande sintonia, mi viene voglia di confrontarmi e far qualcosa insieme. È successo con Brunori Sas che ha un linguaggio simile al mio, c’è qualcosa che ci unisce. È una persona che mi mette allegria. L’ipotesi di fare un disco assieme è più che concreta.

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