Lo dice il presidente della Società italiana di medicina ambientale, che si schiera con insegnanti e dirigenti scolastici: "Siamo al paradosso. Viene chiesto di essere in grado di discriminare se un raffreddore è un sintomo di possibile Covid a chi di mestiere non fa il medico"
Si parla di mascherine per gli alunni con fragilità delle secondarie ma non si specifica quali dispositivi usare. Si dice che a scuola, gli alunni, potranno andare con il raffreddore: è compito dell’insegnante individuare lo studente con la vera sintomatologia da Covid e mandarlo a casa. Addio poi agli impianti di ventilazione meccanica, con la raccomandazione di aprire le finestre in maniera frequente. Per i presidi è previsto però l’obbligo di richiedere alle autorità competenti (dipartimenti di prevenzione delle Asl e Arpa) di effettuare le attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria e di individuare delle soluzioni più efficaci da adottare in conformità con le linee guida. Sono queste le nuove regole, inviate attraverso un vademecum ai dirigenti scolastici dal capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, Jacopo Greco.
Le norme hanno scatenato alcune reazioni da parte degli insegnanti, dei presidi ma soprattutto della Società italiana di medicina ambientale. Il suo presidente Alessandro Miani, nei giorni scorsi a SkyTg24, ha detto: “In tema di scuole e Covid è un vero e proprio caos in Italia, con la responsabilità della gestione dei contagi scaricata sulle spalle di presidi e personale scolastico”. Secondo la Sima questa situazione di generale incertezza rischia di avere ricadute sul fronte della salute pubblica e sui contagi.
Non è la prima volta che con la ripresa delle lezioni la situazione epidemiologica peggiora. Contatto da Ilfattoquotidiano.it, Miani ci spiega: “Per prima cosa va sottolineata l’assurdità delle indicazioni del ministero: siamo in piena crisi energetica eppure, come unica indicazione, viene suggerito di aprire le finestre. Comprendo che d’estate è possibile anche se va detto che non ci sono indicazioni precise su come e quanto tenerle aperte. Ora da una parte c’è una forte pressione per il risparmio di energia, dall’altro siamo invitati a sprecarla”. Secondo Miani nel nostro Paese si arriva ancora una volta alla riapertura delle scuole in ritardo sul fronte della prevenzione: “I bambini vaccinati sono ancora pochi; c’è una nuova variante pronta a entrare in gioco ma in Italia non si è fatto nulla e continua a non farsi a parte parlare di sanificare gli ambienti e ricambiare l’aria”.
Il presidente della Sima si schiera con docenti e presidi: “Siamo al paradosso. Viene chiesto di essere in grado di discriminare se un raffreddore è un sintomo di possibile Covid a chi di mestiere non fa il medico. Non si misura più la temperatura all’ingresso della scuola ma la si indica come strumento per registrare la presenza di un possibile contagiato”. Miani è persino favorevole alla reintroduzione delle Ffp2: “Ci rendiamo conto o no che questa nuova variante si trasmette anche con una distanza a più di due metri? Stiamo scherzando col fuoco”.