“Crialese consegna un’opera che affronta quella parte della sua biografia che l’ha visto nascere biologicamente donna e successivamente assumere la propria identità di genere, quella maschile”
Il film L’immensità parla della transizione di donna a uomo del regista Emanuele Crialese. In un’intervista rilasciata a Variety, l’autore romano parlando di Adriana, la protagonista del film che sarà in Concorso a Venezia 79 domenica 4 settembre, ha spiegato che “la percezione che ha di se stessa è di essere una ragazza che nasce biologicamente come una bambina che si sente un maschio”. Sempre Variety segnala che nelle note di regia del film è scritto che “sebbene L’immensità non sia strettamente autobiografico, si basa sulla transizione dell’esperienza personale del regista”. Crialese ha 57 anni e in 25 anni di carriera ha girato cinque film: Once we were strangers nel 1997; Respiro con Valeria Golino nel 2002; Nuovomondo nel 2006; Terraferma nel 2011 e, appunto, L’immensità. Il sito Gay.it ricorda: “L’immensità rivela (…) una parte della biografia di Crialese che, sebbene nota agli addetti ai lavori del mondo del cinema, non lo era al grande pubblico. E del resto, non ve n’era ragione, fino ad oggi”.
E aggiunge: “Crialese consegna un’opera che affronta quella parte della sua biografia che l’ha visto nascere biologicamente donna e successivamente assumere la propria identità di genere, quella maschile”. Su Variety a domanda specifica della sovrapposizione tra il personaggio di Adriana e Crialese, l’autore romano specifica ulteriormente: “Certo che sono io. Questo è il mio punto di vista. È chiaro che è una rappresentazione di me stesso. Non c’è alcun dubbio: sono io”. L’immensità ha come protagonista assoluta Penelope Cruz, mamma di due ragazzi nella Roma popolare degli anni settanta. Una dei due figli è Adriana (interpretata da Luana Giuliani) una dodicenne che vuole cambiare nome in Andrea.