Doveva essere una serata enogastronomica con un obiettivo anche sociale, o almeno così dichiarava il volantino che pubblicizzava l’evento. Ha creato indignazione a Bovolone, in provincia di Verona, il caso di una serata prevista per il prossimo 16 settembre organizzata al centro sociale Crosare della città veneta. Una cena a numero chiuso, con successiva festa aperta a “simpatizzanti” dal titolo “Prima festa al nero di seppia”, come si legge sul volantino nero dove spicca la scritta bianca con un inconfondibile font gotico, mentre in alto campeggia un’aquila imperiale. Tutti indizi che porterebbero verso un unico risultato e cioè che la serata ha una chiara connotazione politica di stampo fascio- nazista.
Secondo le scarne informazioni date dal volantino, però, si tratterebbe di un evento di beneficienza, durante il quale si dovrebbero raccogliere fondi in favore di un’associazione benefica Abeo, punto di riferimento per il Reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Verona. Il logo dell’associazione viene riportato sul volantino, quasi a cercare di fugare ogni dubbio sull’obiettivo della serata.
Se non fosse che nessuno all’interno dell’associazione era a conoscenza della cena durante la quale si dovrebbero raccogliere fondi in suo favore. “È con sommo dispiacere e con una grande tristezza nel cuore che Abeo sta apprendendo dell’organizzazione di una cena di chiara matrice politica, il cui ricavato verrà devoluto alla nostra associazione”, ha scritto il presidente dell’associazione di volontariato Alberto Bagnani. I vertici dell’organizzazione, dunque, erano all’oscuro di tutto e ne prendono le distanze.
“Ci teniamo a precisare che la nostra associazione ha insita nello statuto una dichiarazione chiara e precisa: di avere una connotazione apartitica e aconfessionale”, ha precisato Bagnani che ha proseguito “quando vengono istituite raccolte fondi a nome nostro con l’utilizzo del nostro logo, è obbligo richiedercene l’autorizzazione. Se questa autorizzazione, come in questo caso, non è stata richiesta, chi ha organizzato l’evento oltre ad aver utilizzato il nostro logo impropriamente e senza consenso, ci ha anche causato un grave danno di immagine associandoci a una frangia politica”.