Attualità

Clemente Mimun deve togliere i lucchetti dall’accesso a mare della sua villa di Sabaudia. Lui: “Non sono un nemico dei bagnanti”

E' il Corriere della Sera ad aver raggiunto il direttore del tg5 in due momenti diversi. Prima un po' arrabbiato, ha poi mandato una nota: "Mi sono informato direttamente e ho capito che sono state già emanate 7-8 ordinanze identiche, che riguardano diverse zone del lungomare"

Via i lucchetti che ostacolano l’accesso a mare: Clemente Mimun sarà costretto a toglierli. Siamo nella villa di Sabaudia del direttore del Tg5 e il sindaco della cittadina, Alberto Mosca, ha deciso: tutti hanno diritto di passare di lì. Ecco che il Corriere intervista Mimun e non lo trova di buonissimo umore, almeno inizialmente: “Scopro dai giornali di essere trattato come un nemico pubblico dei bagnanti“, l’esordio. Il giornalista spiega di consentire a tutti l’accesso (e i lucchetti?) ma che la gente “deve passare, mica posso fornire la doccia o i servizi igienici a chi vorrebbe stare davanti a casa mia, non le pare?“. Insomma, Mimun dice di rispettare la servitù di passaggio poi si rivolge al sindaco: “Allora parliamo di come Sabaudia, gioiello dell’architettura razionalista è tenuta da far schifo. Forse fanno bene a non promuoverla visto lo stato di abbandono. Anche del meraviglioso parco. Per non parlare dei chilometri di spiaggia a disposizione del Comune, che invece preferisce prendersela con me”. Insomma niente buon umore. Ma poco dopo, racconta il Corriere, arriva una nota dal direttore che appare pacificato, sereno: “Mi hanno fatto sembrare uno che piazza lucchetti per impedire agli altri di fare un bagno o prendere il sole, nei pressi della casa della mia famiglia a Sabaudia. Niente di più falso. Mi sono informato direttamente e ho capito che sono state già emanate 7-8 ordinanze identiche, che riguardano diverse zone del lungomare. Ho capito anche che è solo l’inizio di una azione del Comune che riguarderà, progressivamente, tutte le “servitù di passaggio” delle case sul mare”. Insomma, dice, ora si vedrà se l’ordinanza rispetta i suoi diritti.