Monsignor Delpini ha risposto così riguardo il motivo per cui Bergoglio non gli abbia imposto la berretta rossa, preferendogli Oscar Cantoni, a capo di una diocesi suffraganea della metropolia ambrosiana: "La sua squadra non ha mai vinto niente, si sa che lo Scudetto è del Milan. E poi avrà pensato che quei bauscia di Milano non sanno neanche dov’è Roma". Poi si è fatto serio: "Credo ci siano buone ragioni"
Perché Francesco ha nominato cardinale il vescovo di Como e non l’arcivescovo di Milano? “Il Papa è tifoso del River (in realtà tifa San Lorenzo, ndr) che non ha mai vinto niente, e quindi ha pensato che quelli di Como potrebbero essere anche un po’ in sintonia perché si sa che lo Scudetto è a Milano”. Così ha risposto l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, a chi si domanda il motivo per cui Bergoglio non gli abbia imposto la berretta rossa, come è avvenuto con tutti i suoi predecessori, nel concistoro del 27 agosto 2022 nella Basilica Vaticana, preferendogli Oscar Cantoni, il vescovo di Como, una diocesi suffraganea della metropolia ambrosiana. Il 31 agosto, al termine del solenne pontificale presieduto dal neo porporato nella Cattedrale di Como per la solennità di sant’Abbondio, patrono della città e della diocesi, monsignor Delpini ha preso la parola, davanti a tutti i cardinali e i vescovi presenti, per rivolgere, in qualità di presidente della Conferenza episcopale lombarda, il suo augurio a Cantoni. Parole, però, scandite da numerose battute irriverenti nei confronti del Papa.
“Sono veramente impressionato – ha affermato monsignor Delpini – di questa celebrazione, della partecipazione così corale, così festosa, dell’organizzazione, della presenza delle autorità, delle forze dell’ordine. Sono veramente ammirato. Forse c’è ancora un margine di miglioramento sul tenere accese le candele dell’altare, però, per il resto diciamo che sono veramente ammirato per questo. Mi faccio voce della Conferenza episcopale lombarda, di tutte le nostre chiese, per dirti l’augurio, l’affetto che questo evento ci ha regalato e credo che è un modo per intensificare il rapporto di affetto con il Santo Padre, Papa Francesco, che sceglie i cardinali perché siano collaboratori stretti, consiglieri attenti del suo servizio alla Chiesa universale. Quindi voglio farmi voce di tutti i vescovi lombardi, anche di quelli che oggi non hanno potuto esserci, per dire l’affetto al Santo Padre, la gratitudine e per augurare a te che il tuo servizio possa essere veramente di aiuto al Santo Padre”.
L’arcivescovo di Milano ha aggiunto: “Ci sono state anche delle persone un po’ sfacciate che si sono domandate perché il Papa non abbia scelto il metropolita per fare il cardinale e abbia scelto, invece, il vescovo di Como. Ora io credo che ci siano delle buone ragioni per questo. Naturalmente interpretare il pensiero del Santo Padre è sempre un po’ difficile perché forse vi ricordate quell’espressione altissima di una sapienza antica che diceva: ‘Ci sono tre cose che neanche il Padre eterno sa: una è quante siano le congregazioni delle suore, l’altra è quanti soldi abbiano non so quale comunità di religiosi (i salesiani, ndr) e l’altra è cosa pensino i gesuiti (il Papa è gesuita, ndr)’. Però in questa scelta mi pare che si riveli chiaramente la sapienza del Santo Padre”.
“Perché – ha proseguito monsignor Delpini – ha scelto il vescovo di Como per essere un suo particolare consigliere? Io ho trovato almeno tre ragioni. La prima è che il Papa deve aver pensato che l’arcivescovo di Milano ha già tanto da fare, è sovraccarico di lavoro, e quindi ha pensato di dare un po’ di lavoro anche a te. La seconda ragione: probabilmente il Papa ha pensato: ‘Quei bauscia di Milano non sanno neanche dov’è Roma, quindi è meglio che non li coinvolga troppo nelle cose del governo della Chiesa universale’. Forse c’è anche un terzo motivo per cui ha fatto questa scelta che, se mi ricordo bene, il Papa è tifoso del River, che non ha mai vinto niente, e quindi ha pensato che quelli di Como potrebbero essere anche un po’ in sintonia perché si sa che lo Scudetto è a Milano”.
“Però – ha concluso monsignor Delpini – quei tre pensieri così saggi del Santo Padre dicono anche l’augurio un po’ più serio cioè: lavora. Ecco il Papa chiede a noi, in particolare ai cardinali, di dedicarsi senza risparmio, di lavorare per la Chiesa, di servire la Chiesa come hai detto tu fino al sangue, cioè una dedizione che non si risparmia, lavora, lavora per la Chiesa. È il secondo augurio è la Chiesa universale. Ciascuno di noi per forza di cose si concentra molto sulla sua diocesi, ma chiamarti a essere cardinale vuol dire che questo amore per la Chiesa deve raggiungere tutti i posti, deve preoccuparsi di tutte le situazioni drammatiche in cui i cristiani sono perseguitati, in tutti i luoghi dove la fede si spegne, ecco abbi a cuore la fede universale. E la terza cosa che riguarda le squadre di calcio. Ecco mi pare che il Papa suggerisca: ‘Tu fai il tifo per i perdenti. Stai dalla parte di quelli che sono più deboli, di quelli che perdono’. Questo è l’augurio che voglio farti. Ti chiede di lavorare, di lavorare tanto. Però io vorrei concludere dicendo se per caso Roma ti chiede di lavorare troppo, secondo me tu potresti cedermi qualche valle di quella tua diocesi che ti risparmia un po’ di lavoro”.
Twitter: @FrancescoGrana