Durante la pandemia, Instagram ha scoperto una nuova linfa vitale, diventando spazio di espressione artistica, intimità e lotta politica per minoranze. Dalla sua nascita alle più recenti evoluzioni, il regista Olivier Lemaire si è avvalso di una serie di testimonianze (l’influencer Maya Borsali, il chirurgo-star “Dr. Miami”, il sociologo Dominique Boullier e l’autrice Sarah Frier) per decifrare il social che ha ridisegnato il nostro rapporto con la realtà, inondandoci il cervello di immagini che dovrebbero procurarci piacere. Ma che, in realtà, finiscono per saturarci.
Instagram vanta più di 1 miliardo di utenti in tutto il mondo e oltre 100 milioni di foto pubblicate al giorno. Il calciatore Cristiano Ronaldo ha 403 milioni di follower, l’influencer Kim Kardashian 260. Impossibile avviare un’attività commerciale, andare in vacanza o persino al ristorante senza usare la celebre app social per la condivisione di foto e video. Che si tratti di un hamburger, un vestito, un paesaggio o del proprio corpo, la domanda di rito è: siamo “Instagrammabili”? Instagram plasma le nostre vite, standardizza i nostri gusti, sconvolge l’economia.