L’Europa chiedeva di rendere più chiari i contratti a beneficio dei lavoratori. Il governo ha preso la palla al balzo per fare l’esatto contrario: un decreto che impone infiniti adempimenti per chi assume ma soprattutto espone i lavoratori più fragili a rischio di licenziamento se nei sei mesi di prova usufruiranno di permessi e benefici della 104. Discriminazione che lede la Convenzione Onu sui diritti dei disabili. Sembra assurdo ma succede dal 13 agosto. Quel giorno è entrata in vigore la legge firmata dal ministro Orlando sulla trasparenza dei contratti. Dal titolo sembra innocua come i tanti decreti-ciclostile che recepiscono direttive comunitarie. Il diavolo, si sa, s’annida però nei dettagli, in questo caso le pieghe del testo approvato il 27 giugno scorso e passato un po’ troppo sotto silenzio.
Si trattava di regolare diversamente gli obblighi di informazione/comunicazione a carico dei datori di lavoro (pubblici e privati) all’atto della stipula di un contratto in luogo di formule bizantine e rimandi ai contratti collettivi che non consentono all’assunto di avere una chiara definizione delle condizioni che gli vien chiesto di firmare. Un’esigenza tanto maggiore in Italia, dove di contratti ce ne sono mille e per anni si è tollerato che il datore scrivesse due righe con generici rimandi alla contrattazione collettiva, tipo: “per tutto quanto non espressamente previsto dal presente contratto…”.. Ora basta, dice l’Europa, i contratti devono essere chiari e intellegibili. Il ministro Orlando e gli uffici di Via Vittorio Veneto si mettono al lavoro e partoriscono un decreto che è quasi più lungo di un contratto (17 articoli, 23 pagine di Gazzetta Ufficiale) e che – in perfetta continuità con la tradizione degli uffici legislativi – finisce per complicare un po’ tutto, ponendo a carico del datore una serie di obblighi di comunicazione per lettere d’assunzione lunghe un lenzuolo che pochi, probabilmente, leggeranno davvero. Se non lo fa si becca una multa da 250 a 1500 euro per ogni rapporto instaurato disapplicando, in tutto o in parte, le disposizioni.
Quando la norma è uscita in Gazzetta i responsabili risorse umane si son messi le mani nei capelli, certi che ogni assunzione porterà un aggravio in termini di tempo ma fin qui nulla di grave, solo più scartoffie e oneri per le imprese. Il fatto è che il ministero ha fatto peggio: ha tolto certezze alla più fragile delle categorie, i portatori di handicap, i malati gravi, i caregiver e tutti i beneficiari degli istituti di tutela previsti dalla legge 104/1996. Come? Semplicemente dimenticandoli. Il vulnus sta all’articolo 7 del decreto, laddove si disciplina il “periodo di prova”. La norma ribadisce che la durata è di sei mesi massimo e che non potrà essere rinnovato in caso si usi il lavoratore per le stesse mansioni, e fin qui tutto bene. Il problema è il comma 3, quello che indica invece gli “eventi” per i quali il periodo si interrompe senza conseguenze per il lavoratore, facendo slittare i termini del “patto di prova”, e cita espressamente quattro circostanze: malattia, infortunio, congedo di maternità/paternità obbligatori, a fronte dei quali “il periodo di prova è prolungato in misura corrispondente alla durata dell’assenza”.
Manca invece l’indicazione degli eventi tipici della categoria di lavoratori tutelati dalla legge 104 appunto, vale a dire le categorie protette che ricomprendono i malati gravi e i familiari che li accudiscono. L’effetto della dimenticanza al lato pratico è che i neoassunti che si trovassero alle prese con una terapia o quelli che debbono chiedere un congedo per assistere il padre che sta male si troveranno esposti al rischio di licenziamento, perché quei giorni di assenza non vengono scomputati dal periodo di prova che decorre lo stesso, consentendo al datore di non confermare l’assunzione. Neppure le associazioni che rappresentano gli invalidi avevano messo a fuoco la portata del meccanismo che tritura un istituto di salvaguardia delle categorie deboli soggette a tutela dal lontano 1996.
Alcune lo scoprono dal Fatto.it. “Così com’è scritta la norma penalizza sia i disabili che le persone che li assistono”, trasecola il presidente di Anffas Roberto Speziale. “Configura addirittura una lesione della Convenzione Onu sui diritti fondamentali delle persone con disabilità, cosa che non può essere perché è legge internazionale adottata dallo Stato che non si può sottrarsi. Immediatamente faremo una nota di approfondimento e segnaleremo al ministro delle Disabilità la necessità di correggere il provvedimento”.
Il presidente della Fish Vincenzo Falabella subito segnala la questione al ministro Erika Stefani. “E’ chiaro che con questa norma chi fruisce durante il periodo di prova degli istituti previsti dalla 104 rischia il collocamento, o peggio vi rinuncia per superare il periodo di prova. La norma così com’è discrimina i disabili o chi si fa carico di malati, una categoria che ha già forti problemi a ottenere un impiego e che ora faticherà di più grazie a questo pasticcio. Il punto è se e come il governo potrà rimediare, posto che ha molte emergenze da affrontare. Ma il punto è anche questo, la mancanza di relazione e confronto con il mondo della disabilità: esistono organizzazioni che possono essere coinvolte durante la fase di elaborazione delle norme, c’e pure la legge 117 che ne prevede il coinvolgimento, ma questo non succede e poi tocca rincorrere errori e dimenticanze”.
“Lo dice l’Europa!”, è uno dei refrain degli uffici ministeriali. In realtà è proprio un pasticcio italiano: la direttiva “madre” si limitava infatti a fissare il principio generale per cui “i periodi di prova dovrebbero inoltre poter essere prorogati in misura corrispondente qualora il lavoratore sia stato assente dal lavoro durante il periodo di prova, ad esempio a causa di malattia o congedo, per consentire al datore di lavoro di verificare l’idoneità del lavoratore al compito in questione”. Dunque l’Ue non ha “messo in bocca” ai legislatori nazionali gli “eventi” specifici che comportano o meno uno slittamento del periodo, sui quali è intervenuto invece il ministero riaprendo un derby tra diritti al lavoro e alla salute che è stato poi un grande tema dell’emergenza Covid ma che si abbatte ora sui più deboli.
Lavoro & Precari
Lavoro, pasticcio del governo sui disabili: niente cure nei sei mesi di prova o rischiano il licenziamento. Appelli a Orlando e Stefani
Dal 13 agosto è entrato in vigore il decreto sulla trasparenza dei contratti sollecitato dall'Europa. La norma del governo disciplina il periodo di prova di sei mesi indicando gli "eventi" per i quali si interrompe senza conseguenze, dimenticandosi però congedi e permessi di chi ha la 104. Le associazioni insorgono: "Norma contraria alla Convenzione Onu sui disabili"
L’Europa chiedeva di rendere più chiari i contratti a beneficio dei lavoratori. Il governo ha preso la palla al balzo per fare l’esatto contrario: un decreto che impone infiniti adempimenti per chi assume ma soprattutto espone i lavoratori più fragili a rischio di licenziamento se nei sei mesi di prova usufruiranno di permessi e benefici della 104. Discriminazione che lede la Convenzione Onu sui diritti dei disabili. Sembra assurdo ma succede dal 13 agosto. Quel giorno è entrata in vigore la legge firmata dal ministro Orlando sulla trasparenza dei contratti. Dal titolo sembra innocua come i tanti decreti-ciclostile che recepiscono direttive comunitarie. Il diavolo, si sa, s’annida però nei dettagli, in questo caso le pieghe del testo approvato il 27 giugno scorso e passato un po’ troppo sotto silenzio.
Si trattava di regolare diversamente gli obblighi di informazione/comunicazione a carico dei datori di lavoro (pubblici e privati) all’atto della stipula di un contratto in luogo di formule bizantine e rimandi ai contratti collettivi che non consentono all’assunto di avere una chiara definizione delle condizioni che gli vien chiesto di firmare. Un’esigenza tanto maggiore in Italia, dove di contratti ce ne sono mille e per anni si è tollerato che il datore scrivesse due righe con generici rimandi alla contrattazione collettiva, tipo: “per tutto quanto non espressamente previsto dal presente contratto…”.. Ora basta, dice l’Europa, i contratti devono essere chiari e intellegibili. Il ministro Orlando e gli uffici di Via Vittorio Veneto si mettono al lavoro e partoriscono un decreto che è quasi più lungo di un contratto (17 articoli, 23 pagine di Gazzetta Ufficiale) e che – in perfetta continuità con la tradizione degli uffici legislativi – finisce per complicare un po’ tutto, ponendo a carico del datore una serie di obblighi di comunicazione per lettere d’assunzione lunghe un lenzuolo che pochi, probabilmente, leggeranno davvero. Se non lo fa si becca una multa da 250 a 1500 euro per ogni rapporto instaurato disapplicando, in tutto o in parte, le disposizioni.
Quando la norma è uscita in Gazzetta i responsabili risorse umane si son messi le mani nei capelli, certi che ogni assunzione porterà un aggravio in termini di tempo ma fin qui nulla di grave, solo più scartoffie e oneri per le imprese. Il fatto è che il ministero ha fatto peggio: ha tolto certezze alla più fragile delle categorie, i portatori di handicap, i malati gravi, i caregiver e tutti i beneficiari degli istituti di tutela previsti dalla legge 104/1996. Come? Semplicemente dimenticandoli. Il vulnus sta all’articolo 7 del decreto, laddove si disciplina il “periodo di prova”. La norma ribadisce che la durata è di sei mesi massimo e che non potrà essere rinnovato in caso si usi il lavoratore per le stesse mansioni, e fin qui tutto bene. Il problema è il comma 3, quello che indica invece gli “eventi” per i quali il periodo si interrompe senza conseguenze per il lavoratore, facendo slittare i termini del “patto di prova”, e cita espressamente quattro circostanze: malattia, infortunio, congedo di maternità/paternità obbligatori, a fronte dei quali “il periodo di prova è prolungato in misura corrispondente alla durata dell’assenza”.
Manca invece l’indicazione degli eventi tipici della categoria di lavoratori tutelati dalla legge 104 appunto, vale a dire le categorie protette che ricomprendono i malati gravi e i familiari che li accudiscono. L’effetto della dimenticanza al lato pratico è che i neoassunti che si trovassero alle prese con una terapia o quelli che debbono chiedere un congedo per assistere il padre che sta male si troveranno esposti al rischio di licenziamento, perché quei giorni di assenza non vengono scomputati dal periodo di prova che decorre lo stesso, consentendo al datore di non confermare l’assunzione. Neppure le associazioni che rappresentano gli invalidi avevano messo a fuoco la portata del meccanismo che tritura un istituto di salvaguardia delle categorie deboli soggette a tutela dal lontano 1996.
Alcune lo scoprono dal Fatto.it. “Così com’è scritta la norma penalizza sia i disabili che le persone che li assistono”, trasecola il presidente di Anffas Roberto Speziale. “Configura addirittura una lesione della Convenzione Onu sui diritti fondamentali delle persone con disabilità, cosa che non può essere perché è legge internazionale adottata dallo Stato che non si può sottrarsi. Immediatamente faremo una nota di approfondimento e segnaleremo al ministro delle Disabilità la necessità di correggere il provvedimento”.
Il presidente della Fish Vincenzo Falabella subito segnala la questione al ministro Erika Stefani. “E’ chiaro che con questa norma chi fruisce durante il periodo di prova degli istituti previsti dalla 104 rischia il collocamento, o peggio vi rinuncia per superare il periodo di prova. La norma così com’è discrimina i disabili o chi si fa carico di malati, una categoria che ha già forti problemi a ottenere un impiego e che ora faticherà di più grazie a questo pasticcio. Il punto è se e come il governo potrà rimediare, posto che ha molte emergenze da affrontare. Ma il punto è anche questo, la mancanza di relazione e confronto con il mondo della disabilità: esistono organizzazioni che possono essere coinvolte durante la fase di elaborazione delle norme, c’e pure la legge 117 che ne prevede il coinvolgimento, ma questo non succede e poi tocca rincorrere errori e dimenticanze”.
“Lo dice l’Europa!”, è uno dei refrain degli uffici ministeriali. In realtà è proprio un pasticcio italiano: la direttiva “madre” si limitava infatti a fissare il principio generale per cui “i periodi di prova dovrebbero inoltre poter essere prorogati in misura corrispondente qualora il lavoratore sia stato assente dal lavoro durante il periodo di prova, ad esempio a causa di malattia o congedo, per consentire al datore di lavoro di verificare l’idoneità del lavoratore al compito in questione”. Dunque l’Ue non ha “messo in bocca” ai legislatori nazionali gli “eventi” specifici che comportano o meno uno slittamento del periodo, sui quali è intervenuto invece il ministero riaprendo un derby tra diritti al lavoro e alla salute che è stato poi un grande tema dell’emergenza Covid ma che si abbatte ora sui più deboli.
Articolo Precedente
Incidenti sul lavoro, operaio 59enne muore schiacciato da un macchinario nel Varesotto
Articolo Successivo
Istat: “A luglio 22mila occupati in meno, tutte donne. È il primo calo da agosto 2021”. Aumentano solo i precari: sono 3,16 milioni
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Il Papa ancora in condizioni critiche: “Ha anche lieve insufficienza renale” | Ossigeno ad alti flussi | L’Italia in preghiera | L’angelus
Mondo
Germania, Cdu primo partito al 29%: “Ora veloci per la coalizione”. L’Afd vola al 20 e si offre: “Siamo pronti per governare”. Boom affluenza, arriva a quota 84%
Mondo
Ultima mossa di Zelensky: “Mi dimetto subito se l’Ucraina può entrare nella Nato”. Il 6 marzo Consiglio europeo straordinario a Bruxelles
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.